Il colloquio

:
6 Gennaio 2021

 

“Verrà a trovarti il duce!” mi dice il responsabile del marketing, affacciandosi nella mia stanza

“Il duce?”, rispondo, alzando la testa dal documento che sto leggendo, “E chi cavolo è il duce?”

“È il responsabile delle vendite della quinta zona, Giuseppe Bianchi.”

“Si può sapere perchè lo chiamate duce?”

“È un soprannome che si perde nella notte dei tempi. Già quando arrivò in azienda dal corso laureati, lo chiamavano così..”

“È un riferimento alla sua fede politica?”

“Sei fuori strada, diciamo che è un riferimento alla sua assertività. Della quale avrai presto esperienza, ho sentito dire che vuole parlare con te!”

“Di cosa?”

“Del fatto che non è stato inserito nelle ultime nomine a dirigente.”

“Potevi spiegarglielo benissimo tu, mi sembra…”

“E voi delle Risorse Umane che ci state a fare?”

“Intendi dire che è compito mio gestire un tuo collaboratore? Basta dirlo, sarò felice di riceverlo…”

“Posso sapere cosa gli dirai?”

“Fattelo raccontare da lui quando torna…se ci tieni tanto.”

Pochi minuti dopo, uscendo dalla mia stanza per un caffè incontro il “duce” nel corridoio che porta agli ascensori (ormai mi é impossibile pensare a lui senza associarlo al suo soprannome).

“Venivo giusto da lei, dottoressa! Volevo chiederle un appuntamento.”

“Ah sì! Stavo andando a prendere un caffè, ma ci andrò dopo. Venga subito, se non ha altri impegni immediati.”

“Com’è gentile! Non pensavo che mi ricevesse subito…”

“Cerco di farlo sempre quando mi è possibile.”

Nel frattempo siamo tornati nella mia stanza e lui si è seduto sulla poltroncina davanti alla mia scrivania.

“Qual è il problema?”, chiedo

“Il problema è che non mi sento apprezzato e non capisco perchè.”

“Perchè lo pensa?”

“Perchè sono già tre le persone assunte dopo di me che sono diventate dirigenti. La prima volta puoi pensare che si tratta di uno molto bravo, la seconda pure, la terza ti viene il dubbio di essere tu quello che non va bene.”

“Un dubbio che però lei non coltiva…mi sembra di capire.”

“Cosa intende, dottoressa?”

“Intendo dire che lei pensa di meritarsela da un pezzo la dirigenza, non è così?”

“Dottoressa, non vorrei passare per presuntuoso, ma è così, è proprio quello che penso. Per questo sono venuto da lei: per capire cosa mi manca secondo voi.”

“Facciamo il contrario, invece. Mi dica lei in cosa pensa di eccellere.”

Nei risultati, tanto per cominciare. La mia zona è quella che realizza il fatturato più alto. E non c’è anno in cui non abbia raggiunto i miei obiettivi nella misura massima prevista.”

“Questo è vero, glielo riconoscono tutti.”

“E allora ? Perchè quando si tratta di nominare un dirigente io non vengo mai preso in considerazione?”

“Ha mai sentito parlare di squadra?”

“Certo. Perchè me lo chiede con quel tono?”

” Perchè a me risulta che il concetto di squadra lei non sappia da che parte stia.”

“Qualcuno dei miei si è lamentato di me?”

“Praticamente tutti. E lo sa anche lei, visto che ogni sei mesi siamo costretti a fare uscire un venditore dalla sua Area di vendita e mettercene un altro.”

“Cosa dovrei fare? Tenermi i lavativi? Assecondarli?”

“Alcuni dei venditori che lei ha “fatto fuori” erano inadatti al ruolo. Tanto è vero che li abbiamo ricollocati in altri mestieri. Ma alcuni erano molto bravi e, ricollocati in altre aree di vendita, hanno reso moltissimo.”

“E quindi se non rendevano quando stavano con me é colpa mia?”

“Diciamo che è un’ipotesi che molti di noi prendono in considerazione..”

“Lo sa una cosa, dottoressa? Lei è la prima che mi fa notare una cosa del genere. Il mio capo mi dice sempre che l’importante è il fatturato, costi quel che costi. Io mi sono adeguato.”

“Forse troppo. In azienda è vero che il fatturato conta, ma contano anche altre cose. Una di queste è, che se uno è veramente bravo, fa il fuoco con la legna che ha, senza chiederne continuamente di nuova.”

“Grazie del chiarimento. Adesso vado dal mio capo a chiedergli perchè non me l’ha mai detto…”

“Glielo chieda, glielo chieda, al suo posto sarei curioso di saperlo anch’io”

Mi alzo per stringergli la mano e aggiungo: “Senza il manganello in mano se ci riesce…”

Lui mi guarda con aria scontrosa e fa: “Prego?”

 

 

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CAT: Letteratura

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