La cravatta

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13 Aprile 2018

“In azienda si viene in giacca e cravatta. È una questione di intelligenza sociale. Punto”. Chi aveva detto questa frase era stato l’Amministratore Delegato.
Uomo intelligente e carismatico (oltre che sempre elegante). E, devo ammettere, anche di sostanza.
Tutte le volte che, rigorosamente incravattato, mi ero presentato da lui per avere un’indicazione su un tema anche complesso, mi ero sentito sempre fare le domande giuste: segno di estrema rapidità nell’afferrare i termini di ogni questione.

Mi piaceva anche il fatto che non amasse entrare nei particolari: “Quelli sono un problema suo, se le dico la mia anche sugli aspetti secondari di ogni questione, lei cosa ci sta a fare?”. Ineccepibile anche in questo.

Che l’amministratore delegato di un’azienda così grande trovasse il modo di dire la sua su ogni questione, dando sempre contributi di livello, era già un piccolo miracolo. Pretendere che si infilasse nel dettaglio era chiedere troppo.
Ma sulla cravatta niente da fare.

Dal giorno in cui gli avevo sentito dire quella frase mi ero adeguato.
Uscito lui dall’Azienda, ero tornato alle vecchie abitudini.
Odio portare la cravatta. Quando lavoro ho bisogno di avere un buon afflusso di sangue al cervello, non mi va di avere un cappio al collo.

Un bel giorno però mi capita di andare ad una riunione con il nuovo Boss.
È un omone gigantesco. Massiccio come pochi. Assomiglia ad un mastino.
I bottoni della camicia sembrano sul punto di schizzar via, l’ultimo è sempre slacciato sul collo. La cravatta la porta, ma è sempre allentata. Mi ascolta sempre con attenzione, qualche volta addirittura sorride.
Eppure è un uomo conosciuto per la brutalità del suo linguaggio. Quante voltE gli ho sentito dire di qualcuno che “andrebbe preso a rasoiate sulle gambe” o “fatto fuori a colpi di bazooka”!
Probabilmete gli sto simpatico.
Spesso, quando gli dò un suggerimento, lo accoglie.
Ma un giorno, all’improvviso, si gira verso un altro dirigente presente alla riunione e gli dice in tono scherzoso, additandomi:”Devo ammetterlo, questo signore è sempre ben preparato nelle sue cose. Ma cosa ti sembra del fatto che anche a riunioni di un certo livello non porti mai la cravatta?”.
Rimango di stucco. Ma incasso.

Poco dopo il Boss mi chiede una tabella che non ho sotto mano. Lascio la stanza per andare a prenderla nel mio ufficio, al piano di sotto.
Apro un cassetto e ci trovo una cravatta che tengo lì per emergenza da anni. Una cravatta poco protocollare, con diversi Mickey Mouse che campeggiano su uno sfondo rosso.

Dopo qualche secondo di esitazione, la indosso e torno nella stanza del piano di sopra con la tabella richiesta.
Il Boss esamina il foglio con attenzione, poi alza gli occhi e fa una faccia tra lo stralunato e il sorpreso:
“Cosa ha fatto? S’è messa la cravatta?”.
“Ingegnere, sa cosa diceva Abramo Lincoln? È meglio cedere il passo ad un cane che farsi morsicare per una questione di principio.”.
“Fammi capire, mi stai dando del cane?” dice lui, passando al tu.
“Questo lo ha detto lei…”.

 

 

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CAT: Letteratura

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