La memoria di Sherlock Holmes

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4 Gennaio 2019

– C’è giusto una spruzzatina di neve sulla Cima Tosa…

– Cosa stai dicendo? Quello è il Grostè!

– Vabbè, Cima Tosa, Grostè, non posso mica ricordarmi tutto!

– Non è mica difficile. In questa zona non ci sono più di quattro o cinque cime importanti e le hai tutte sotto il naso per metà del tempo…

– Il problema è un altro: a cosa mi serve distinguerle?

– Che ragionamento da muflone…

– Cerco di spiegarti il mio punto di vista: c’è un racconto di Conan Doyle in cui, ad un certo punto il dottor Watson spiega a Sherlock Holmes cosa sono i meridiani e i paralleli. Holmes lo ringrazia, poi gli dice: “Ecco un’informazione che provvederò a rimuovere al più presto dal mio cervello”. “Per quale motivo?”, chiede stupito Watson. “Semplice”, risponde Holmes, la nostra memoria ha uno spazio limitato, meglio scartare in fretta le informazioni inutili per lasciare spazio a quelle utili”. Hai capito?

– Si. Che sei un trombone.

– Grazie.

– Non facevi prima a dirmi che non te ne frega niente di distinguere la Cima Tosa dal Grostè? Invece di tentare di verniciare con una patina di nobiltà letteraria la tua superficialità?

 

TAG: Sherlock Holmes
CAT: Letteratura

Un commento

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  1. vincesko 5 anni fa

    E’ nel primo racconto di “Tutto Sherlock Holmes” (eNewton classici), “Uno studio in rosso”, pos. Kindle 352:
    La sua ignoranza era notevole quanto la sua cultura. Di letteratura contemporanea, di filosofia e di politica era apparentemente digiuno. Una volta che ebbi occasione di citare Thomas Carlyle mi domandò candidamente chi fosse e cosa avesse fatto. Ma la mia sorpresa raggiunse il colmo quando, per puro caso, scoprii che ignorava totalmente la Teoria Copernicana e la composizione del Sistema Solare. Che in questo diciannovesimo secolo un qualsiasi essere umano civilizzato non sapesse che la terra ruota intorno al sole mi sembrava una cosa talmente straordinaria da non crederci. «Mi sembra sbalordito», disse sorridendo del mio stupore. «E adesso che lo so, farò del mio meglio per dimenticarlo.» «Dimenticarlo!» «Vede», spiegò, «secondo me, in origine il cervello umano è come un attico vuoto che uno deve riempire con i mobili che preferisce. Uno sciocco assimila ogni sorta di ciarpame gli viene a tiro, così che le nozioni che potrebbero essergli utili vengono spinte fuori o, nella migliore delle ipotesi, accatastate alla rinfusa insieme con un’infinità di altre cose, di modo che ha difficoltà a ritrovarle. Un operaio abile, invece, sta molto attento a ciò che immagazzina nel suo attico-cervello. Non vi metterà altro che gli strumenti che possono aiutarlo nel suo lavoro, ma di questi strumenti ne ha un vasto assortimento, e tutti in perfetto ordine. È sbagliato pensare che quella piccola stanza abbia pareti elastiche che possono allargarsi a piacimento. Creda a me, viene sempre un giorno in cui ogni nozione in più gliene fa dimenticare un’altra che aveva prima. E estremamente importante, quindi, che le nozioni inutili non estromettano quelle utili.»
    (Doyle, Sir Arthur Conan. Tutto Sherlock Holmes (eNewton Classici) (Italian Edition) . Newton Compton Editori. Edizione del Kindle.)

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