L’ora muta di Simone Cerlini e il dubbio necessario

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13 Maggio 2021

Ci sono racconti che rappresentano un percorso di crescita non solo per i protagonisti, ma anche per il lettore che, con il procedere delle pagine, acquista consapevolezza della profondità dei legami che vincolano le persone nel corso della loro vita e che strutturano una società quasi mai giusta.

Incontriamo Camilla poco più che adolescente, alle prese con il percorso di studi universitario, le difficili relazioni con le compagne di corso, la passione per la boxe, il desiderio di sperimentare e sperimentarsi in un mondo distante da quello in cui vive il padre, che ha scelto di abbandonare il suo quotidiano per costruire una vita fatta di sopravvivenza. Sullo sfondo un’infanzia segnata dalla scomparsa della madre, di cui l’autore dice poco, anzi pochissimo all’inizio del racconto, per poi trasformala sempre più in figura chiave dell’intero impianto narrativo. La sua storia, la sua alterità si rivelano mano a mano che si delinea in modo più chiaro il percorso di vita di Camilla, quasi che, per la donna, lo scioglimento dei nodi di una vita lasciata in sospeso fosse il tempo da attendere prima di potersi finalmente rivelare.

Al centro, nucleo portante di un romanzo che si gioca su molteplici piani, la crisi finanziaria di un’importante impresa di moda emiliana. I traffici illeciti, le relazioni malate all’interno dell’azienda, le ripercussioni che una gestione avvelenata degli affari provoca sui lavoratori, sull’intero territorio. E ancora le proteste di piazza, la contestazione di stili di vita basati sul denaro e sul successo, lo smarrimento di chi si trova invischiato in dinamiche che sente non sue e con le quali tuttavia deve fare i conti: perché tutti viviamo nel mondo e dobbiamo scendere a patti con ciò che ci circonda. Non farlo significa scegliere la via dell’esilio, che si tratti di uno spazio fisico, lontano da una casa verso cui si vorrebbe tornare e forse è persa per sempre, o di un contesto sociale, nel quale, una volta banditi, sembra impossibile essere riammessi.

L’ora muta di Simone Cerlini, edito da Alter Ego, è un romanzo forte e complesso e per questo strutturato secondo complessi passaggi di piano, incroci fra i personaggi, intersezioni fra esperienze individuali e racconto collettivo. Non è prevista morale, lettura consolatoria o autocompiacimento. Non ci sono lezioni di vita e non viene dato alcuno spazio a possibili redenzioni. Ogni personaggio gioca la sua partita, secondo regole imposte o scelte, facendo del suo meglio.

Così questo testo, che richiede anche un certo sforzo di decodificazione stilistica, lascia nel lettore la sensazione di trovarsi di fronte a un nuovo ciclo dei vinti, molto lontano nella forma da quello di verghiana memoria, molto vicino nel costante tentativo, da parte di protagonisti e comprimari, nessuno escluso, di sopravvivere a sé stesso e a un contesto capace di stritolare. Solo che in questo caso non importa lo stato sociale, il più o meno stabile benessere economico: c’è chi sopravvive e chi esce sconfitto, anche se non risulta chiara la distinzione.

Resta un senso generale di abbandono, contrastato quasi con ferocia dalla rivendicazione di uno spazio in cui vivere, in cui poter rivendicare il proprio diritto a essere ciò che si è. Ciascuna figura si è costruita da sola – un refrain che torna tante volte nel testo – e allo stesso tempo è solo un elemento in un complesso gioco di incastri sociali, dove ciascuno, dal ricco dirigente al drogato, dal poliziotto al cameriere, assolve semplicemente il suo compito.

L’ora muta ci interroga, e non potrebbe farlo in un momento migliore, sul senso di una società che non tiene conto dei bisogni essenziali delle persone, del loro universo intimo, ma che costringe ogni giorno a portare avanti scelte di “necessità”, creando in ciascuno, come contraltare, l’alibi di una vita che “accade”, nella quale le responsabilità vengono volentieri delegate e il peso sociale delle scelte individuali considerato come inevitabile. Il senso ultimo resta sospeso: al lettore la sfida di trovarlo.

S. Cerlini, L’ora muta, Alter Ego, 2021.

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CAT: Letteratura

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