Lucciole per lanterne

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27 Luglio 2018

Mi dice, mentre le passo accanto : “Forse sono io che sono orba, ma non riesco a vedere dove stanno i vasetti di alici”.

Il supermercato sta per chiudere ed io sto dirigendomi verso la cassa con il mio carrello. Mi fermo e le indico un punto dello scaffale: “Guarda là,  li hai proprio sotto il naso, Claudia”.

Mi guarda sorpresa: “Ci conosciamo?”

“Non sei Claudia Carraro?”, le rispondo.

“Certo, e tu chi saresti?”

Le faccio il mio nome, ma resta perplessa, è un nome che non le dice niente.

Poi, però, assumendo finalmente un tono gentile e quasi divertito, aggiunge: “Scusami, ma ogni giorno ci sono centinaia di neuroni che ci abbandonano e io forse sto sopra la media…”

A quel punto le ricordo il grande cortile nel quale si affacciavano le nostre case qualche decennio fa, quando eravamo due bambini.

“Ho capito, sei quello delle lucciole!”, dice ad un tratto, “le sere d’estate, quando ci trovavamo insieme a giocare in giardino, eri quello che si portava appresso un barattolo di vetro per catturarne un po’ e utilizzare quel barattolo a mo’ di lanterna”.

“Che esagerazione!”, mi affretto a rispondere, “l’ho fatto una volta sola! Ed era per far colpo su di te, se proprio lo vuoi sapere…”

“Ma dài!” dice lei, sorpresa.

Ci fissiamo per qualche secondo, poi lei mi dice, ironicamente : “Lo sai che con gli anni sei migliorato?”

“Stai dicendo che ti penti di avermi ignorato?”

Ride, poi dice: “Che sciocchezza! Avevamo sette, otto anni…”

Una voce all’altoparlante ci informa che  il supermercato sta per chiudere. Ci dirigiamo verso le casse, scambiandoci qualche informazione sui nostri ultimi decenni.

Appena fuori dal supermercato, lei si batte una mano sulla fronte e ride: “Accidenti! Neanche le ho prese poi quelle alici!”.

 

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CAT: Letteratura

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