“Non immaginavo che quel racconto avrebbe provocato un simile trambusto”
Puó uno scrittore utilizzare come materiale narrativo gli uomini e le donne che appartengono alla sua cerchia e le loro vicende personali?
Lo fanno tutti, risponderà qualcuno.
E’ vero, da quando Flaubert, in maniera molto icastica, ha detto : “Madame Bovary sono io” sappiamo che tutto quello che leggiamo in un’opera di narrativa è in qualche modo riconducibile alla vita di chi l’ha scritta.
Il problema è la misura di questo travaso tra vita reale e racconto. Ci sono, infatti, situazioni in cui possiamo dire che il narratore, più che ispirarsi alla vita di qualcuno, l’ha presa di peso e trascinata dentro le sue pagine, senza prendersi la briga di alterarla o di camuffarla.
Chi legge il racconto e conosce le persone che lo hanno ispirato, non ha incertezze : l’autore descrive loro, racconta le cose che sono capitate a loro!
E’ il caso del racconto La Cote Basque di Truman Capote.
Il racconto doveva essere il capitolo di un romanzo intitolato ” Preghiere esaudite” e fu pubblicato dalla rivista Esquire nel 1975.
La storia è molto semplice.
C’è una signora dell’alta borghesia newyorchese, Ina Coolbirth ( chiamata da tutti “lady Coolbirth”) , che ha un appuntamento per pranzo con la duchessa di Windsor in uno dei locali più esclusivi della città, La Cote basque, nella 55esima Strada.
La duchessa però non si presenta all’appuntamento e Ina, imbattendosi nel Narratore lo trascina con sè al ristorante, per non perdere la prenotazione così faticosamente conquistata.
Ad accogliere i due avventori c’è Monsieur Soulè, il titolare del ristorante, “agitato come sempre, roseo e lucido come un porcellino di marzapane”.
Ed ecco come viene raccontata l’ordinazione :
“Lady Coolbirth” borbotto’ Soulè, mentre i suoi occhi di perfezionista vagavano per la sala alla ricerca di rose appassite e di camerieri goffi “oggi abbiamo sul carrello una eccellente sella di agnello..”
Lei mi consultò con una rapida occhiata e disse: “Non vorrei niente dal carrello. Arriva troppo in fretta. Prendiamo invece qualcosa che richieda molto tempo. In modo che ci si possa arrivare in uno stato di turbolente ubriachezza. Diciamo un suffle Furstenberg”
Monsieur Soule’ fece una smorfia – non approva che i suoi clienti ottundano le papille gustative con l’alcol- poi disse : “Fustenberg è una gran seccatura. Un trambusto.”Squisito però: una schiuma di formaggio e spinaci in cui sono immerse strategicamente delle uova in camicia con il risultato che quando infili la forchetta il souffle è inumidito da fiumi dorati di tuorlo d’uovo.
“Un trambusto” disse Ina ” e’ esattamente cio’ che voglio” e il proprietario, passandosi un angolo del fazzoletto sulla fronte imperlata di sudore, si rassegno’.
A quel punto, in attesa del loro souffle’, i due commensali ordinano una bottiglia di Champagne Cristal (“Naturalmente ” disse Ina “lo campagne ha un problema, se lo si tracanna con regolarità, provoca una certa acidità di stomaco e la conseguenza è un alito cattivo permanente.”).
Una volta arrivato lo champagne, Ina si scatena e comincia a raccontare una serie di storie, alcune tragiche, altre boccaccesche, che riguardano alcuni dei personaggi più in vista della città. E la cosa incredibile è che i protagonisti di queste storie sono tranquillamente e assolutamente riconoscibili da chiunque frequenti l’high society.
“La Cote basque” venne pubblicato in ottobre.
Ma già tre mesi prima Capote aveva avuto la possibiltà di capire il terremoto he quel racconto avrebbe inevitabilmente creato. Un amico, con il quale era andato a fare un tuffo in piscina a casa di amici, aveva letto il manoscritto e identificato uno ad uno senza difficoltà i modelli dei suoi personaggi.
“Truman, tutto questo non piacerà a nessuno” aveva detto allo scrittore.
Facendo il morto e guardando il cielo con espressione indifferente, Truman aveva risposto :”No, sono troppo stupidi. Non capiranno chi sono.”
Invece capirono tutti. E immediatamente Truman fu messo al bando da quella high society di cui si era beato per anni di essere il beniamino.
“E’ molto difficile essere allo stesso tempo un gentiluomo e uno scrittore” aveva scritto Somerset Maugham. Truman che aveva scelto di essere uno scrittore, fu sorpreso e scioccato da quella reazione.
Ecco la reazione di Slim Keith l’amica di Capote che facilmente si riconobbe in lady Coolbirth:
“Ha il mio aspetto! Parla come me, è me! Quando l’ho letto mi sono sentita completamente rovinata, ho barcollato al pensiero che lui potesse stare seduto di fronte a me a tavola e poi andare a casa e scrivere tutto quello che avevo detto. L’avevo adorato e sono rimasta profondamente ferita per l’uso che ha fatto dell’amicizia.”
Ancora pìù drammatica la reazione di Ann Woodward facilmente riconoscibile nel personaggio di una donna che per interesse uccide a fucilate il marito
L’episodio reale era accaduto vent’anni prima.
La Woodward che era riuscita a farsi assolvere sostenendo di avere sparato scambiando il marito per un ladro sorpreso nella sua abitazione, fu sconvolta nel leggere il racconto: vi veniva descritta come avida, sessualmente insaziabile, cinica fino all’estremo.
Sconvolta, la Woodward, già da tempo in preda ad un esaurimento nervoso, si uccise con una dose di seconal.
Le reazioni delle persone prese di mira furono sintetizzate da una vignetta che apparve sulla copertina della rivista New York : un barboncino francese – Truman con tanto di occhiali – che gettava la confusione in una festa in abito da sera con i suoi denti rapaci. “Capote morde le mani che l’hanno nutrito” diceva il titolo della rivista.
“Tutto quello che uno scrittore ha come materiale e’ quello che sa! ” si giustificava Truman . E aggiungeva : “Non ho fatto niente che non abbia fatto Proust prima di me.”
Ma spesso, ce lo riferisce il suo compagno, la notte, quando aveva bevuto, scoppiava a piangere : “Non volevo fare del male a nessuno, non immaginavo che quel racconto avrebbe provocato un simile trambusto”.
Nessun commento
Devi fare per commentare, è semplice e veloce.