Terza liceo
Sono passati più di cinquanta anni dalla terza liceo.
Lo incontro ancora di tanto in tanto.
Era un ragazzo anche lui allora. Aveva giusto quattro o cinque anni più di noi.
Era un’epoca, quella, in cui, per avere una supplenza in un liceo, non era neanche necessario essere laureato.
Infatti lui non lo era, frequentava ancora l’università.
Il titolare della cattedra era stato inserito in una commissione d’esame, non sarebbe rientrato fino alla fine dell’anno scolastico.
Così arrivò lui, alto, magro, dinoccolato. Praticamente un ragazzino, come noi.
Naturale, dopo un po’, dargli del tu.
E anche, in qualche caso, essere tentati, talvolta riuscendoci, di prendergli la mano.
Il ricordo più divertente che ho di lui?
La gita scolastica in Liguria.
L’ultima notte la passammo, se ben ricordo, in un albergo di La Spezia.
La passammo in 4 o 5 nella sua stanza. Giocando a poker.
Inutile dire che fummo “ripuliti”.
Non mi ricordo se fosse bravo in latino e greco.
Ma a poker sicuramente era in grado di darci una lezione. E infatti……
Poi ci eravamo persi di vista. Lui stava a Venezia, io a Padova.
Quando, finita l’Università, mi sono trasferito a Venezia, nel 1974, ho iniziato ad incontrarlo in giro.
Abita a poche centinaia di metri da casa mia.
E’ rimasto molto simile ad allora: alto, ancora magro e dinoccolato.
Nessuno direbbe che ha superato da un pezzo i settant’anni.
Tempo fa, entrando nella panetteria della quale ci serviamo entrambi, l’ho sentito scherzare con le ragazze del bancone.
Quando è uscito, una delle ragazze, che ancora rideva, si è rivolta a me, dicendo: “No xè na medagia?” (Non è una medaglia?) che è un modo di dire veneziano per dire “Non è una sagoma?“.
Ho risposto alla ragazza: “Vuoi che non lo sappia? Lo conosco da quando era il mio professore al liceo”
Sguardo meravigliato di tutte.
Poi all’unisono “Perché, quanti anni ha?”.
Ho capito, allora, che il mio amico a tal punto si è conservato simile al se stesso di allora, da farlo sembrare, nonostante i cinque anni di differenza ( a mio favore!) un mio coetaneo ( forse dovrei tagliarmi la barba: troppi peli bianchi: tra un po’ le ragazze della panetteria crederanno di ricordare che ero il professore e lui l’alunno cinquanta anni fa!)
L’ho incontrato anche stamattina.
Come al solito ha voglia di scherzare.
Sto leggendo il giornale in un caffè. Mi arriva, come un proiettile nel mezzo della pagina che sto leggendo, un tovagliolo di carta appallottolato e sento un voce sarcastica alle mie spalle: “Stai sempre a leggere!!”.
Mi giro di scatto.
E’ lui. Il mio insegnante di latino e greco di cinquanta e passa anni fa.
Un commento
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è un amico … felici coincidenze , alla nostra età gli amici diventano sempre meno .