Un cantiere abbandonato

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18 Giugno 2020

A mia madre piace disegnare.
Anche quando andiamo a fare, come oggi, una piccola gita, si porta appresso il suo astuccio dei colori ed un piccolo album.
Eccoci qui, allora in questo caffè all’aperto a due passi da Rialto.
Lei tutta presa dal suo disegno, io angosciata e indispettita come non mai.
Ad un tratto alza la testa e mi guarda: “Che cos’hai? È una bella giornata, hai appena dato quell’esame che tanto ti angosciava, ci stiamo godendo questa bellissima città, e tu hai la faccia di quando c’è morto il gatto…”
La guardo negli occhi, il primo pensiero sarebbe quello di minimizzare, di negare il disagio che provo.
Poi non ce la faccio, mi lascio andare.
“Mamma, sai perché siamo qui oggi?”
“Certo!”, risponde lei, “Stamattina ti andava di venire a farti una passeggiata a Venezia e mi hai chiesto di accompagnarti”
“E sai perché?”
“So anche quello: il tuo ragazzo ti ha dato buca, ed io sono solo la sua indegna sostituta…”
“Non dire così…”
“Qual è il problema?”
“Il problema è che, ogni volta che gli propongo qualcosa, ha sempre altro da fare. E le poche volte che non è così, sembra sempre che ti faccia una concessione…Sono stufa”
“Eppure fino a poco tempo fa sembravi entusiasta...”
“Entusiasmo è una parola grossa, diciamo che andava un po’ meglio, che mi sembrava che stessimo costruendo qualcosa”
“Mentre adesso?”
“Adesso mi sento come l’unica che cerca di darsi da fare in un cantiere abbandonato
“E cosa pensi di fare?”
“Non lo so, preferisco non ammorbarmi, ti prego, non parliamone più. Godiamoci Venezia e questa bella giornata”
Mi alzo e vado a pagare i caffè.
Lei chiude l’album e mette via i colori.

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CAT: Letteratura

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