Troppo magra per sopportare le pallottole. In una perizia l’arroganza del regime
Ci sono frasi che fanno male anche se pronunciate da un potere corrotto e dittatoriale come è quello attualmente in carica in Egitto.
Fanno male perché rivelano l’arroganza del potere. Quella arroganza che permette anche di ignorare ogni domanda di giustizia e pure ogni sentimento di pietà. Che consente, a chi quel potere detiene, di ribattere a ogni istanza proveniente dalle vittime con malcelato scherno.
Da poco è stata resa nota la perizia del medico legale sulla morte della poetessa ed attivista egiziana Shaimaa el-Sabbagh, uccisa lo scorso 24 gennaio mentre portava dei fiori a piazza Tahrir, nell’anniversario delle rivolte del 2011.
Le immagini della 31enne portata in braccio da un altro dimostrante, già priva di sensi, hanno fatto il giro del mondo e sono diventate un simbolo della repressione in atto in Egitto, di cui stanno facendo le spese tutti gli oppositori del regime e che hanno cancellato le speranze alimentate dalle rivolte di quattro anni fa. Le polemiche successive hanno costretto il presidente Abdel Fattah el-Sisi ad annunciare un’inchiesta sull’accaduto.
Si sapeva che a uccidere Shaimaa el-Sabbagh era stato un proiettile di gomma sparato da un poliziotto a distanza ravvicinata. Ma nei giorni scorsi è stata resa nota anche la perizia ufficiale, che non ha aggiunto niente nella sostanza, se non dare ulteriore testimonianza del senso di impunità di cui gode l’attuale regime egiziano.
In pratica, dice la perizia, Shaimaa el-Sabbagh è morta “perché troppo magra”.
Parlando in un’intervista televisiva il portavoce del l’Autorità medica forense egiziana Hisham Abdel Hamid ha spiegato:
“Come si suol dire, il suo corpo era pelle e ossa. Era molto magra, non aveva alcuna percentuale di grasso. Così i piccoli proiettili sono penetrati molto facilmente, e quattro o cinque hanno attraversato il suo corpo raggiungendo il cuore e polmoni, causandone la morte”.
Nella stessa occasione il medico forense ha spiegato che “per la scienza” Shaimaa el-Sabbagh non sarebbe dovuta morire, e che il suo è “un caso molto raro”.
In realtà, in quello stesso giorno, nelle tante manifestazioni tenute in tutto l’Egitto per l’anniversario della rivolta di piazza Tahrir sono morte più di 20 persone . Un centinaio sono stati i feriti e circa cinquecento gli arresti.
Tutte morti archiviate subito, senza nemmeno il bisogno di avviare un’inchiesta farsa.
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