L’esplosione dell’era Internet e il gioco in borsa in Piazza Cordusio

29 Marzo 2024

Io non so davvero i danni o i vantaggi che può procurare l’intelligenza artificiale (IA).  Ogni tanto interrogo ChatGpt e non ne ho tratto impressioni devastanti. Mi è sembrato un Google diversamente abile, letteralmente. Può darsi che in futuro farà sfracelli, chi può dirlo?

Ricordo però il clima di effervescenza, ma  anche venato di paura, degli anni dell’Internet di massa, quando si varcava il limitare oscuro e incerto della Rete.  Già negli ultimi scorci di fine secolo/millennio, intorno agli anni 1997-2000, fiorivano nelle edicole le riviste di informatica che offrivano i CD Rom (una relativa novità che sostituiva i floppy disk) che autoinstallavano i programmi dei provider (termine nuovissimo per me) per l’accesso a internet. Io vi feci ingresso nell’inverno del 1999 con la connessione tipica del momento: il modem a 56 k della U.S. Robotics, con quel mitico e sofferto stridio con sospiro finale quando entravi online, come se stessi varcando le porte dell’inferno o dell’altro mondo.

Ma l’effervescenza mista a paura, un po’ come oggi per l’IA,  si registrava in borsa che da poco telematizzata (anni ’92-’97) mandava definitivamente negli archivi della storia il recinto delle Grida coi suoi gestacci cifrati degli operatori, tipico luogo dell’alienazione capitalistica prediletto per questo come quinta ideale dei film sull’incomunicabilità di Antonioni.

Io lavoravo in un palazzone di piazza Cordusio, a due passi dalla Vecchia Borsa prima che vi si installasse di fronte il ditone mozzo di Cattelan.  Nella pausa pranzo ci si dava convegno davanti ai monitor di Radiocor con le scritte verdi da marzianetti dell’allora Banco di Napoli sito al piano terra del palazzo sede centrale del Credito Italiano.

C’era una varia umanità che vi s’adunava: i garzoni di Mandara- mozzarella campana di via Santa Maria Segreta (dove spesso incontravo Giorgio Bocca), gli operatori del telegrafo del palazzo delle Poste di via Cordusio, qualche colonnello in pensione, e una simpatica e robusta sciura Maria che arrivava pedalando in bicicletta non si sa da dove, e  si adagiava sulla sella come una matrona felliniana scuotendo leggermente i capelli raccolti a coda di cavallo man mano che sistemava il vasto deretano, e infine c’era Gigi il fuochista, un commesso del Banco vagamente somigliante a quell’attore Delle Piane con la faccia storta della Commedia all’italiana, che aveva il compito, da noi incitato, di rinfocolare, da dove il nomignolo,  con un immaginario mantice i corsi dei titoli stancucci di borsa su cui avevamo puntato.

Ciò che costituivano motivo di stupefazione crescente erano i titoli del settore telematico. Qui la tensione saliva a mille. Qualcuno di noi aveva puntato su Internet genericamente inteso e denominato. E chi? Il Colonnello? La sciura Maria?  I garzoni di Mandara? Gigi? Chi aveva acquistato i titoli di Tiscali? Erano arrivati a quotare cifre iperboliche. Da 46 € (benché l’euro non fosse entrato in circolazione i titoli di borsa venivano già trattati nella futura divisa) di prima quotazione a 73 €  con l’apprezzamento del 60% in un giorno di ottobre del 1999. Noi sospettavamo il Colonnello, che aveva il viso indecifrabile dei soldatini di legno del negozio della Città del sole di via Dante, con quei baffi rigidi di sego. La follia continuò, ma molti degli investitori di noi parco buoi non si azzardavano a comprare quei titoli: si temevano crolli improvvisi. Ma qualcuno forse sì. Un giorno si vide “Italpresse” zompare del 40 %. “Eh per forza – commentò Gigi- è entrato in Internet”. Così:  l’Italpresse, una industria pesante del ferro era entrata in Internet?! E paf! Più 40 %! (Più tardi si seppe che quelli di Italpresse avevano semplicemente aperto un sito: così erano entrati in Internet). Un altro giorno si vide partire in maniera folle il titolo di “Finmatica”, un’impresa informatica non meglio precisata di Brescia, apprezzarsi a vista d’occhio e ripetutamente essere stoppato per eccesso di rialzo, riuscendo a chiudere con un più  600 % in un solo giorno! E il Colonnello muto! E la sciura Maria col sederone infossato nella sella non faceva beh, ma aveva come un tremore all’occhio destro. Nei giorni che seguirono Tiscali passò a 157,5, poi a 185, quindi una esplosione a 400€ alla fine di dicembre 1999. I garzoni di Mandara un giorno sbiancarono improvvisamente come i loro grembiuli bianchi, il Colonnello della Valoire caserma Perrucchetti aveva il baffo gelé, indecifrabile, Gigi aveva smesso di manovrare il mantice, la sciura Maria tormentava il manubrio della bici. Ma nel febbraio del 2000 Tiscali zompò a 750€, e  il nostro parterre impazzì. I garzoni di Mandara si scoprirono e fecero il gesto dell’ombrello al Colonnello che, scomponendosi dalla posa ufficiale, glielo restituì  quando Tiscali nel marzo del 2000 arrivò a quotare 1197€ apprezzandosi del 2500% in soli sei mesi, dall’ottobre ’99 al marzo 2000, e loro, i garzoni, si sussurrò, avevano venduto a fine febbraio? E quando e a quanto avevano esattamente comprato? Perdendoci o guadagnandoci non si è mai saputo perché a fine marzo le Tiscali erano tornate a quotare 575€,  ma a fine maggio quotavano 40 €. Paf! Da un picco di  1197€ a 40€ in poco più di 50 giorni. Montagne russe. Si sarebbero riprese? Macché. Da 40 passarono a 30, poi a 15. Nel settembre del 2004 Tiscali quotava 2,5 €. Nel momento del picco di 1197€ ci fu una Reunion degli investitori di Tiscali in Sardegna che impiegarono la vendita di una sola azione per pagarsi il viaggio con albergo in Costa Smeralda. Gli Sciuri! Il Colonnello non si vide quel giorno.

Ma quando svanì il sogno dell’Internet i garzoni di Mandara tornarono dietro il loro banco delle mozzarelle in Santa Maria Segreta a fianco della ricevitoria del lotto. Oggi, quella zona di Milano, in quegli anni se non popolare ancora modesta, è diventata ultra glamour. Il banco del lotto e Mandara non ci sono più in Santa Maria Segreta. Tutto è cambiato, e il Banco di Napoli, assorbito da altra banca non c’è  più,  e della sciura Maria non seppi più nulla perché venni trasferito a Monza, e poi in una girandola infinita a Brescia e quindi a Baggio, poi a Sondrio e infine a Lecco, e le quotazioni di borsa le vedevo sul monitor del PC. Il mio piccolo mondo di ieri non c’era più. Paf! Sparito.

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Vedi anche The Waste land a Milano >>> urly.it/3-ty_ 

TAG: bolla speculativa, Borsa, internet, Piazza Cordusio
CAT: Milano

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