Mummie d’Italia

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22 Settembre 2023

Io veramente non ce la faccio più, è un superlavoro. Non riesco più a star dietro alle baggianate del governo e dei suoi componenti. Mi sembra che tutti facciano a gara a chi le spara più grosse, sempre nel segno dell’incontinenza verbale. Ma io non resisto a star zitto perché tutto ciò è un continuo insulto all’intelligenza delle persone da parte di chi governa, e chi governa deve governare chi lo ha eletto ma pure chi non lo ha eletto. Quest’anno, fin dall’inverno, è stato un fuoco di fila, inarrestabili.

La fondamentale questione del Museo Egizio di Torino non fa dormire la destra. Un abominio razzista, nei confronti dei cristiani, il biglietto gratuito per le coppie di arabofoni, che i leghisti, menti eccelse, accomunano agli islamisti tout court. Chi parla arabo è necessariamente mussulmano. Non possono esserci, secondo i leghisti, arabofoni agnostici o cristiani o buddisti o atei o zoroastriani o pagani o chissà che cosa, mettendo così in evidenza la loro ignoranza e il loro pregiudizio. E anche se fosse, cioè che siano tutti mussulmani, cosa cambierebbe? Chiedono la tessera di cristiano all’ingresso del museo? E che ci va a fare un cristiano in un museo dove i reperti archeologici esaltano divnità pagane o di altre religioni?

Il Museo Egizio di Torino è una fondazione, di cui fanno parte certamente la Regione Piemonte, la Provincia e il Comune di Torino, e poi la Cassa di Risparmio e la Fondazione Compagnia di San Paolo. In quanto fondazione, il museo può fare tutte le campagne promozionali che vuole, agevolando questa o quella categoria di persone, senza chiedere il permesso alla Lega o a chiunque altro. Peraltro le ragioni di questa promozione non hanno nulla di razzista, anzi, al contrario. Molti musei del mondo, oggi, restituiscono beni archeologici ai paesi d’origine, l’ha fatto anche l’Italia coll’Etiopia, ad esempio colla Stele di Axum, restituita nel 2005 e riposizionata dov’era e com’era nel 2009, e il Museo Archeologico di Palermo ha restituito un frammento del Partenone ad Atene.

Il Museo Egizio di Torino, straordinaria collezione a livello mondiale, è ovviamente pieno di cose la cui origine è assai lontana dal Piemonte. Il direttore del museo ha voluto, con quel gesto, quasi chiedere scusa agli arabofoni, molti dei quali abitanti delle terre da cui provengono i reperti, facilitandoli, mettendo a disposizione gratuitamente la visita a quei reperti che farebbero parte della loro Storia.

Una volta, quando l’Ungheria era ancora dietro alla cortina di ferro, in un museo di Budapest, ero molto giovane, l’addetta alla biglietteria non volle farci pagare il biglietto perché affermava che, siccome la maggior parte delle opere erano italiane, gli italiani avevano diritto a vedere le loro cose gratis. Pensa te, quarant’anni fa. E bisognerebbe ricordare che tutti i musei fiorentini, soprattutto quelli statali, dovrebbero riservare l’ingresso gratuito per i residenti a Firenze, perché era la precisa volontà dei granduchi di Toscana: questa roba è e resta dei fiorentini. È razzismo?

Ma figurarsi se i leghisti, e pure i fratelli d’Italia, che già conoscono così poco le loro lande, possono sapere di queste cose. L’urlo, lo slogan, lo straniero, così come un tempo Roma ladrona e i meridionali d’Italia e così via, sono il loro pane quotidiano e il loro unico nutrimento, tra ampolle del Po e corna celtiche, navigando nell’ignoranza più ingiustificabile. Unicamente perché al posto del direttore attuale vogliono metterci uno dei loro soldati. Purghe tipiche dei regimi, vogliono sempre e soltanto soldati obbedienti, che non mettano in discussione il loro pietoso livello culturale. Sono loro le vere mummie, il prossimo partito dovrebbe essere Mummie d’Italia. Non hanno argomenti, assolutamente zero, e allora per esistere hanno bisogno di negare ciò che fanno gli altri. Poracci.

Ah, Furio Jesi e la “cultura della destra”, come sarebbero necessari i suoi interventi, oggi, e più che mai in questo caso, visto che si parla di Antico Egitto e archeologia, di cui Jesi era un vero esperto.

E io, quando sento queste solenni stronzate, proprio perché non ne posso più di sentire così alte le barbare voci dell’ignoranza e tanto flebili le voci della ragione. Basta. Dove sono gli intellettuali, quelli veri, non le loro parodie di destra che girano oggi per i salotti televisivi?

TAG: #greco, antico Egitto, arabofoni, Furio Jesi, lega, Museo Egizio, Torino
CAT: Musei-Mostre, Torino

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