Appunti a margine dei Ministri al New Age club

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27 Novembre 2016

Pensavo a quanto mi fregasse zero dell’abito da sfoggiare al concerto dei Ministri al New Age club di sta sera, 26 novembre. Siamo al 10imo appuntamento con loro e ancora una volta mi curo poco: Praha drinking team nera di anni fa e via.

I viaggi di notte lungo le autostrade deserte sono un toccasana per la serenità: distendono i pensieri e i dispiaceri. È un cinema lungo una bella ora in direzione Roncade.

In questi anni sui Ministri ne ho sentite dire tante di negative: che fanno musica facile, che sono pop, che in backstage lasciano a desiderare, che scrivono male, che c’è di meglio. Che alla fine non ce ne fotte un cazzo. Passatemi il francesismo. Sold out, gente che si muove e canta. Il tuo artista preferito non ce la fa e probabilmente dovrebbe farsi due conti, visto non abbiamo davanti allievi da talent.

Il discorso tecnico-musicale è opinabile, come il piacere melodico e lirico. Sono sempre punti di vista. Un artista può non piacere, rispecchiarci, ma oltre i discorsi da fan e snob di nonsisacheprovenienza va rispettato e dato a Cesare quel che è di Cesare.

Nelle canzoni dei Ministri ritrovo molta della fragilità e della rabbia latente che tanta altra gente ha. Pensieri infranti e sconforti lasciati qua e là lungo la strada, i quali forgiano il carattere e fanno imparare che le parole non dette fanno più male delle sconfitte. Quindi eccoci qua: a cantarle a squarciagola. Il decennale dei Soldi Sono Finiti e il tour a supporto sono l’ottima occasione.

La fragilità e la rabbia di chi ascolta i Ministri va a rapportarsi con la eguale voglia, desiderio, necessità, urgenza di contrastarle, di condividerle, di diventare più forti e superarle. La fetta di pubblico a cui parlano i milanesi è fatta di gente semplice che parte da zero e tenta di arrivare a un tutto emotivo mai banale. Persone che guardano alla sostanza delle esperienze vissute e sanno che è abbastanza.

In parole povere parlano ai pochi fronzoli, alla semplicità e alla sincerità, apertura, in mezzo a contraddizioni latenti. Ogni volta che si inizia a suonare c’è lo stesso magone che ti prende all’origine di un piccolo viaggio che non sai dove ti porterà.

Per il resto al New Age i Ministri si trovano bene e infilano i pezzi come bersi una birra fra amici. Stanno urlando: siamo fragili, per questo siamo forti. Siamo semplici e vogliamo sentirci a casa.

E ci siamo.

PS: Grazie a Samuele, fido compagne dei loro live.

 

TAG: decennale, i soldi sono finiti, indie, ministri, new age, Rock
CAT: Musica

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