La musica bisestile. Giorno 144. Mina
Nonostante una vita segnata dalle tragedie personali, a volte da ostracismi incomprensibili e bigotti, da quasi 60 anni Mina è la più straordinaria cantante al mondo, una voce che tutti riconoscono ed amano, un modello di donna straordinaria e struggente, un’icona che non vuole esserlo, e da decenni vive nascosta
MINA CON VOI
Vancouver, una sera di una ventina d’anni fa. Con i miei clienti siamo a cena fuori, dopo una giornata esaltante. Siamo andati allo zoo marino, ho potuto accarezzare un dugongo, era stata una giornata di un sole frizzantino, uno spruzzo di neve al mattino e poi sole a volontà, con quell’opacità che amo quando le belle giornate d’inverno ti ricordano che il tuo corpo è stato fatto per vivere nelle foreste (ma con molta parsimonia, non temete). L’eccessiva invadenza e cortesia di chi serve non mi disturba già più, da quando ho capito che qui i camerieri non hanno uno stipendio, ma vivono delle mance. Gli ospiti parlano a voce altissima, ma anche di questo, dopo qualche settimana di Canada, non mi importa più nulla.
Sono contento, ho narcotizzato il mio sarcasmo (mi hanno portato, pieni di orgoglio, a vedere il monumento principale della città, la casa più antica di Vancouver, che ha (pensate! stupite!) 135 anni. Wow. Per uno nato a Roma, un sogghigno è poco e due son troppi. Ma adoro questo mondo essenziale, non opulento come gli Stati Uniti. Un mondo in cui c’è grande rispetto e distanza, ma anche grande solidarietà e cameratismo. Raccontano che Dio un giorno chiamò a sé Lucifero e gli disse: Guarda! Guarda che Paese meraviglioso, che natura lussureggiante, e le balene, ed il cielo più terso dell’Universo, e poi uomini e donne gentili ed operosi! Si chiama Canada! Satana gli rispose: Vecchio, come al solito ci stai marciando. Mi hai sempre detto che l’Universo si regge sull’armonia ed il bilanciamento, e poi scoppi di gioia come un bambino per aver trasgredito alla regola dell’equilibrio. E Dio, le labbra serrate a lama di coltello: Appunto. Vedessi che posto di merda che ho creato al confine Sud di questo Canada, è troppo persino per uno come te.
La mattina presto, mentre vado in bicicletta in ufficio, ogni tanto mi fermo e lascio passare quelli che fanno jogging, che sono una nuvola, almeno cento persone, tutti in tuta e cuffietta. Una volta ho riconosciuto Bryan Adams, un’altra volta Bruce Willis, un’altra Will Smith. Nessuno li infastidisce, tutti corrono in silenzio. Insomma: come sempre, quando a vivere su un altro pianeta, mi adeguo come un Camaleonte. Chissà se sarei stato capace di viverci per sempre… ma sapevo che era solo per sei mesi, e quindi ricordo tutto con allegria.
Tranne quella sera, in cui ero stato così felice e poi, a tavola, mi prese il magone. C’era uno che suonava il piano, mi vide triste e mi chiese da dove venissi. Quando lo seppe, sorrise, e con una splendida voce da baritono iniziò a cantare “Amor mio”. Mi vennero le lacrime agli occhi. L’uomo non conosceva il testo, ma non importava. Alla fine tacque un secondo, e dopo gli applausi degli ospiti disse: This is Mina, the best female singer of the entire world. E facemmo, in coro, “E penso a te”. Mi chiesero di raccontare ed io, per amore, dissi che aveva smesso di cantare alla fine degli anni 70, schiacciata dal destino che le aveva portato via tante persone care, prima che divenisse un fantasma che, dalla Svizzera, ogni tanto registra dischi noiosi e celentanici, che intaccano gravemente la sua storia, la sua statura, la sua credibilità.
No, per me Mina è il trionfo della vita, della passione, della voce più bella del mondo – e della donna che, per prima, capì il genio di Giorgio Gaber se lo portò appresso in un tour nei principali teatri d’Italia, per fare in modo che gli italiani ascoltassero per la prima volta le indimenticabili canzoni che hanno reso Gaber il più grande poeta italiano dopo Leopardi. Quanto a questo disco, che è del 1969, ho scelto quello che amo di più, in una produzione sterminata ed a volte ripetitiva. Erano altri tempi. Ma la voce di Mina è per l’eternità. E la sua versione de “La Banda”, è il mio personalissimo inno alla vita.
Nessun commento
Devi fare per commentare, è semplice e veloce.