La musica bisestile. Giorno 152. Chet Baker & Piero Umiliani

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19 Novembre 2018

La musica sognante che ci riporta all’inizio degli anni 60, al neorealismo del nostro cinema, agli indimenticabili Soliti Ignoti di Mario Monicelli, di Vittorio Gassman e compagni

 

ITALIAN MOVIES

 

A settembre vengo spesso rapito dalla malinconia e dalla nostalgia e questo è uno dei dischi più autunnali che io conosca. Come capirete anche voi, ne sono certo. Perché certe musiche sono una chiave che aprono il cuore e ci riportano ad un tempo in cui tutto era dolce come una mattina di fine estate. Una brezza malandrina che profuma come l’essere innamorati, baluginante sole che opacizza il mondo e ci rinchiude nei ricordi, ci parla di un’Italia centro della cultura mondiale, e di un trombettista fenomenale, Chet Baker, che era venuto a vivere a Lucca e, invece di guadagnare milioni in America, bighellonava pe le nostre spiagge, ubriacandosi di vino, ragazze e musiche.

“Italian Movies”, (registrato nel 1962, pubblicato nel 2016)

Chet Baker era innamorato perso di un gruppo di ragazzi toscani che, incontratisi poco prima dello scoppio della guerra mondiale, era cresciuto nel segreto degli oratori, senza pubblico, divorati da una passione incontenibile ed un talento che, alle nostre latitudini, c’è sempre stato, anche se non tutti lo sanno. Pippo Barzizza, Gianni Basso, Oscar Valdambrini, Gil Cuppini, Rino Loddo e, su tutti, Piero Umiliani, l’unico tra loro che si sia diplomato anche in composizione ed arrangiamento. Li scopre il pubblico assetato di jazz degli anni 50 quando, oramai adulti, raggiungono la maturità e danno via ad un jazz italiano del tutto particolare, figlio di contaminazioni diverse da quello americano, e che era il cento di una banda di ragazzi che amava quella musica e faceva in modo che arrivasse ovunque.

Chet Baker in piedi e Piero Umiliani seduto, al centro

Al centro di quella banda di matti un certo Vittorio Gassman, che convinse “chi di dovere” a scegliere Umiliani ed i suoi musicisti preferiti per le colonne sonore di quello che venne poi chiamato Neorealismo italiano, la parte più bella della storia del nostro cinema (e della nostra immagine bella e tenera di noi stessi). Il disco che raccoglie quelle musiche non l’hanno fatto gli italiani, ma gli americani, che amano di noi, ciò che noi stessi siamo stati così sciocchi da dimenticare. Si chiama “Italian Movies” e fa parte, dal 1962, della discografia ufficiale di Chet Baker, che aveva preso parte alle registrazioni di quei brani. Tra le foto che ho scelto, ce n’è una con Baker che si sporge da una barca, Umiliani quasi di spalle nel mezzo, e poi Barzizza (che aveva scritto le melodie de “Il Mattatore”). Spero che vi facciano sorridere, ricordare, e salutare con affetto questo autunno che ci viene incontro.

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