La musica bisestile. Giorno 227. Mike Oldfield

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27 Dicembre 2018

Uno dei dischi di maggiore successo della storia, un brano unico, che copre entrambi i lati del disco, che celebra uno strumento quasi mai usato, e che diventa il centro di un momenumento del prog delle origini, quando l’elettronica non era ancora entrata pesantemente nelle produzioni della musica orchestrale

TUBULAR BELLS

 

Sia lui che i suoi fratelli avevano iniziato a suonare professionalmente quando ancora andavano al liceo. Hanno studiato da polistrumentisti e seguono praticamente tutti i filoni musicali possibili, dal prog alla musica classica, dal folk all’hard rock. Mike, il più talentuoso del trio, inizia a suonare con una delle icone della musica prog e della fusion, Kevin Ayers, quando non ha ancora vent’anni. Per arrotondare lo stipendio scrive ballate pop che vengono poi fatte cantare a sua sorella Sally, a Bonnie Tyler, ad altri interpreti della musica leggera delle grandi case discografiche.

“Tubular bells”, 1973

Parallelamente lavora al suo sogno di una sinfonia rock, “Tubular bells”, scrivendo tutte le parti e preparando un demo con delle sovraincisioni rudimentali, e poi porta tutto da Kevin Ayers ed un altro paio di musicisti, per raccogliere la loro opinione. Quando i due tecnici del suono di Ayers ascoltano l’opera, strabuzzano gli occhi. Si tratta di Tom Newman e Richard Branson, che stanno fondando la Virgin ed hanno idee nuove e stravaganti, ed in dieci minuti decidono che metteranno tutti i soldi che hanno in “Tubular Bells” e che questo sarà il disco inaugurale della nuova casa discografica. Il disco esce nel 1973 e vende, nel giro di poche settimane, quasi tre milioni di dischi. Fino ad oggi l’album è stato venduto per oltre dieci milioni di copie, ed è una pietra miliare della storia del rock. Lui stesso, quando, dieci anni dopo, ha cercato di ripetere il successo, ha fallito. “Thick as a brick” dei Jethro Tull ha avuto un successo paragonabile, ma alla fin fine si trattava di una band già molto famosa e di mettere insieme diversi frammenti di canzoni. Un’opera paragonabile a questa, quindi, non c’è mai più stata. Resta da chiedersi cosa faccia una persona che, a 21 anni, ha già avuto un successo mondiale irripetibile. Ebbene, Mike Oldfield è ancora lì che suona nei dischi altrui, cura la produzione di giovani talenti, ed a volte registra delle cose proprie. Non ha bisogno di soli, non ha bisogno di visibilità, ha avuto sette figli da altrettante mogli o fidanzate, ma resta fedele ad un solo amore: quello delle moto da motocross. Sua sorella Sally, una volta, disse che Mike aveva avuto fortuna nell’essere un tale musicista, altrimenti avrebbe vissuto tutta la vita chiuso dentro casa, magari facendo il ciclocross, e nessuno avrebbe mai scoperto la sua profondità, il suo senso dell’umorismo, la sua capacità di bastare a sé stesso senza mai essere aggressivo o respingente nei confronti degli altri.

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CAT: Musica

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