La musica bisestile. Giorno 269. The Boomtown Rats

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17 Gennaio 2019

Bob Geldof conquista in un colpo solo la band di cui era un fan, e poi il successo internazionale, scrivendo una delle canzoni più importanti degli anni 70

THE FINE ART OF SURFACING

 

Una band come tante, nate in un liceo di periferia di Dublino, tesa a inseguire The Horslips, ma poi più vicine agli anni 80, come gli U2 ed i Simple Minds. Bob Geldof era il loro manager, ma già al primo concerto si accorsero che Bob aveva una voce ed una presenza scenica migliore del cantante titolare, ed allora lui divenne il leader di questa band di provincialotti che, nel 1976, sbarca a Londra nella speranza di far parte del glorioso movimento punk, di emulare i Clash, di sfondare a qualunque costo.

“The fine art of surfacing”, 1979

Trovano un piccolo contratto discografico e suonano ovunque, non importa quanto pubblico o quanti soldi, vogliono solo suonare. E piazzano immediatamente due hit nei primi 40 posti, due brani che sembrano i Pretenders cantati dai Clash, e comunque Bob Geldof scrive testi intelligenti e sul palco è un demonio. Pochi mesi dopo escono con un secondo disco, e stavolta vanno in classifica anche fuori dall’Inghilterra, visto che “Like Clockwork” è perfettamente in linea con il sound dei Goldenen Zitronen e del punk tedesco, e per giunta mostrano una padronanza della tecnica musicale paragonabile agli XTC.

Si battono contro The Romantics, The Pretenders e mille band simili, ma hanno decisamente più verve ed i testi risultano sempre più chiari, impostati sull’alienazione, e sul fatto che la Thatcher, chiudendo le miniere e l’industria pesante, uccida un’intera cultura operaia che ora resta senza orientamento e che annega nell’alcool, nella violenza familiare e nelle tendenze suicide. Con “Rat Trap”, la trappola per topi, i Boomtown Rats divengono la prima band irlandese ad essere prima nella hit parade inglese. Qui le cose cambiano. Arrivano i soldi, crescono le aspettative, ed il nuovo album si chiama per l’appunto “la difficile arte di restare a galla” o di nuotare in superficie.

Il disco contiene una ballata, “I don’t like Mondays”, che diventa una delle dieci canzoni più vendute della storia del rock, e racconta la storia di una ragazzina californiana per bene, senza grilli per la testa, brava a scuola, assolutamente invisibile, che una mattina prende un fucile a pompa, entra nella scuola elementare di front a casa sua ed ammazza otto bambini più un bidello e due maestre. Quando le chiedono perché, al processo, lei, che è stata zitta fino ad allora, guardandosi la punta dei piedi, rispose: Odio il lunedì. Bob Geldof scrive una canzone indimenticabile, che rende indimenticabile anche questo album, che è comunque la fine del viaggio. Il successo porta tutti a litigare, la band si sfascia. Bob Geldof diventerà poi famoso come pescecane della borsa e come organizzatore del Live Aid, l’incredibile concerto mondiale del 1985 organizzato per finanziare le ONG che distribuiscono cibo in Etiopia ed in altre zone del mondo colpite dalla carestia.

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CAT: Musica

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