La musica bisestile. Giorno 307. Abba

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5 Febbraio 2019

Puoi averli amati o disprezzati, ma non hai potuto evitarli. Gli Abba sono la misura degli anni 70, la colonna sonora di almeno due genereazioni di Occidentali

ABBA

 

È difficile raccontare gli Abba. Li conosciamo tutti, sono stati una parte più o meno rilevante della nostra gioventù, li abbiamo più o meno amati o disprezzati, ma dobbiamo tutti concordare sul fatto che questa band abbia lasciato una traccia indelebile sulla storia della musica. Agnetha Fältskog e Björn Ulvaeus, Anni-Frid Lyngstad e Benny Andersson, erano due coppie di amici. Benny faceva parte degli Hep Stars, gli eroi del beat svedese, che avevano basato il loro successo traducendo nella loro lingua i successi del beat anglosassone, mentre Björn suonava con gli Hootenanny Singers, che erano i campioni dello skiffle e del rhythm’n’blues svedese.

“Abba” (1975)

Si conoscevano perché la scena svedese è minuscola: il Paese è enorme, ma scarsamente popolato, ed i posti per suonare sono esclusivamente nelle otto grandi città – quindi tutti conoscevano tutti. Agnetha era arrivata a Stoccolma da un paesino di mille anime, ed aveva avuto due hit svedesi come cantautrice, ed era stata invitata a fare i cori quando Benny e Björn avevano registrato alcune canzoni proprie che, nelle rispettive band, non erano accettate. Ma l’inizio del progetto Abba è legato indissolubilmente ai due matrimoni, ad un’enorme spinta della casa discografica, la Polar, che era alla disperata ricerca di artisti che vendessero al di fuori del piccolissimo mercato scandinavo.

Nel 1972, quando venne pubblicato “Ring ring”, il successo fu immediato – soprattutto grazie al Gran Premio dell’Eurovisione – ma la qualità media delle canzoni era abbastanza bassa. Come racconta Björn, “allora volevamo assomigliare a questi o quelli, e solo dopo il grande successo di Waterloo, che era sul secondo disco, Benny ed io ci siamo resi conto che stava nascendo un Abba sound, specifico e riconoscibile, sul quale valeva la pena investire. Infatti il terzo album, quello della consacrazione, per noi quattro è stato il primo album di cui andare veramente orgogliosi, e per questo si chiamava ABBA”. Non lo crederete, ma i testi diventano più ricercati, e l’arrangiamento diventa più curato – cori compresi.

Oggi quella qualità, nel pop, è ovvia, ma allora era diverso, il pop veniva sorretto da arrangiamenti orchestrali, mentre gli Abba erano una normale rock-band, se guardavi alla formazione. Se guardate il primo video che ho allegato, “SOS”, si vede benissimo che, dietro le quinte, ci sia un secondo tastierista ed una batteria, nulla più. Le due cantanti si divertono, tutto è ancora solo parzialmente professionale – ma la musica è straordinaria, perché gli Abba scrivono davvero delle belle melodie, non importa se allora ci sembrassero troppo “leggerini”. Guardando “So long”, con un video (per allora) esageratamente sexy (e diretto), si vede che la Polar ammiccava a band come i Sailor, i Rubettes e via dicendo – ma che la band abbia oramai già saltato questa fase e si avvii a divenire una tendenza musicale, ma anche di costume.

Gli Abba sono fra le cinque band ad aver venduto più dischi al mondo (al secondo posto dopo Michael Jackson. Non solo. Con “Fernando” gli Abba prendono una posizione nel dibattito politico-culturale, che verrà poi confermata, una decina d’anni fa, quando fecero causa ad un partito conservatore e populista danese che aveva usato una canzone degli Abba ad un raduno in piazza. Ma tutto ciò non rende ancora giustizia a ciò che gli Abba sono stati ed ancora sono. Per questo ho aggiunto un brano dal vivo di tre anni dopo, quando oramai erano la band più importante e famosa al mondo, perché vi giunga ancora la vibrazione di ciò che quei quattro ragazzi significavano per un’intera generazione mondiale. Non importa se poi è finita malissimo, e non si sono parlati per 30 anni. Oggi, a 60 anni, vi invito a fare pace con quella parte della nostra infanzia che ci imbarazzava, come ho fatto io. Quando, alle feste, suonano gli Abba, io ballo e mi ricordo di ciò che non sono mai stato, finalmente libero.

 

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