La musica bisestile. Giorno 354. The Drifters

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28 Febbraio 2019

Un collettivo musicale, pagato una miseria, che per oltre vent’anni domina la scena della musica nera d’America e produce alcuni dei brani ancora più famosi del pop e del soul

THE DRIFTERS GOLDEN HITS

 

George Treadwell era un trombettista jazz di onesta professionalità e misurato talento che, nato alla fine della Prima Guerra Mondiale, si guadagnava da vivere suonando nelle grandi orchestre dell’epoca: Benny Carter, JC Heard (che avevano come cantanti prima Etta James e poi Sarah Vaughan, che è stata fino al 1957 la moglie di Treadwell) e che, alla fine degli anni 40, si è reso conto che con quel tipo di musica non avrebbe mai guadagnato abbastanza per vivere con un certo agio. Quindi fondò una sua orchestra, The Drifters, che si basava su un gruppo di turnisti scartati dalle orchestre maggiori, che perciò suonavano per metà della tariffa sindacale, ed un gruppo di giovani cantanti di talento che ancora non avevano sfondato.

“The Drifters’ Golden Hits”, 1968

In questo modo Treadwell aveva un’orchestra che faceva ciò che nessun altro faceva: le cover di tutti i brani più famosi di gospel, di soul, di R&B, ad un prezzo stracciato. Nel corso dell’esistenza del gruppo, Treadwell ha cambiato più di 60 cantanti. Ma poi, si sa, da cosa nasce cosa. Treadwell incoraggiava i musicisti ed i cantanti a scrivere canzoni proprie, di modo che, pagati male come erano, avrebbero potuto integrare le misere entrate con i soldi dei diritti su quei brani, e la cosa ha funzionato fin da subito. Nel 1953 è arrivata la prima hit, “Money honey”, e poi, via via, The Drifters hanno cominciato ad inanellare un successo discografico dopo l’altro.

L’autore migliore, lo si vide subito, era Clyde McPhatter, che era anche il cantante con la voce migliore. Dopo i primi anni di entusiasmo, McPhatter chiese a Treadwell un aumento sostanzioso della propria paga ed una percentuale su ogni concerto. Il risultato fu che McPhatter venne licenziato, e la band si mise in caccia di un nuovo cantante principale che scrivesse anche delle proprie canzoni. Il prescelto è stato Ben E. King, che con la sua “Stand by me”, nel 1960, piazzò il più grande successo della storia dei Drifters ed uno dei più grandi dischi dell’intera storia del rock, di cui esistono più di 200 cover (tra le quali una di John Lennon ed una di Adriano Celentano).

George Treadwell e Sarah Vaughan nel 1951

La band divenne così importante che Treadwell mise sotto contratto i famosi autori di rock’n’roll Jerry Leiber e Mike Stoller, che negli anni 60 piazzarono un numero imponente di hits. Nel 1967 tutto crolla. George Treadwell si ammala di cancro e muore. Gli ultimi mesi di vita li passa nei tribunali a difendere i suoi diritti nei confronti degli altri cento musicisti che, in periodi differenti, avevano fatto parte dei Drifters. L’intera struttura commerciale della band venne smontata, ed il risultato fu che la Atlantic cancellò il loro contratto. Dopo la morte di George, l’intero progetto venne spolpato da chiunque avesse il pur minimo titolo per processare, ed alla fine anche i proventi dei diversi dischi di greatest hits vennero pignorati, combattuti, ed il nome della band è caduto in disgrazia. Peccato, perché la storia della musica degli anni 50 deve tantissimo a questa band, e fino alla metà degli anni 60 sono stati il gruppo vocale più famoso al mondo.

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