Navi o marinai: il ritorno di Amedeo Minghi nell’Italia che vuole rinascere

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14 Aprile 2021

Torna il maestro Amedeo Minghi e lo fa con un nuovo disco di brani inediti a cui ha lavorato con Mario Zannini Quirini ed Andrea Montemurro: dal 26 marzo è possibile ascoltare sulle piattaforme il singolo “Navi o marinai”, una canzone definita recentemente dall’autore “un messaggio di speranza”. Un progetto musicale edito dalla casa discografica Lead Record su edizioni MZQ e accompagnato dal videoclip firmato da Michele Vitiello, che nasce in un momento in cui non è possibile organizzare concerti, una scelta coraggiosa in un tempo difficile in cui molti si sentono più vinti che vincitori, per citare le parole del ritornello.

«Nel brano c’è sicuramente un messaggio di speranza – spiega Minghi – perché gli accadimenti degli ultimi tempi non lasciano scampo a interpretazioni: siamo in una fase delicata della nostra vita sociale, economia, direi anche individuale. Questa canzone ben rappresenta l’idea di andare oltre e riprendere la propria vita».

“Navi o marinai”, dunque, anticipa un nuovo disco, un progetto articolato che vedrà la luce gradualmente: «La mia etichetta, La Sanbiagio, e quella di Mario Zannini Quirini, con la collaborazione di Andrea Montemurro, sono a lavoro in queste settimane; per il momento non posso fare previsioni perché siamo ancora in balia della tempesta, ogni giorno c’è un bollettino che cambia traiettorie».

Una tempesta, quella a cui fa riferimento il maestro, che ha cambiato le vite e le abitudini di tutti noi. E sono molti gli artisti che hanno particolarmente sofferto in pandemia: da un lato le chiusure e l’impossibilità di lavorare, dall’altro quel vivere reclusi che ha nascosto gli orizzonti a menti creative che da quegli orizzonti trovano energia e ispirazione. «Non è un momento facile – racconta – e il silenzio esprime al meglio questa situazione. Per ora questa canzone fa da ponte sentimentale».

Durante l’ultimo Festival di Sanremo, Elodie e Fiorello hanno duettato cantando “Vattene amore”, brano che l’autore di capolavori come “Vita mia”, “Decenni”, “Nenè”, “Cantare è d’amore”,1950”, ha composto con Pasquale Panella e interpretato con Mietta, brano che rimarrà per sempre nella storia del Festival e della musica italiana; una musica che negli ultimi anni è cambiata molto nelle melodie e nei protagonisti: nel 1990 nessuno avrebbe mai chiamato nella città dei fiori un gruppo come i Maneskin. «Forse la parola musicisti ci dovrebbe far riflettere – spiega ancora il cantautore romano – perché chi oggi sale sul palco di Sanremo è sempre meno un musicista e sempre più un artista che sa imporre tutto di lui: l’immagine è oggi fondamentale. Ai nostri tempi le canzoni avevano un peso maggiore, anche perché c’erano le radio che le mandavano in onda… il web non esisteva. Pensiamo se “Vattene amore” fosse stata proposta ai tempi dei social: probabilmente avrebbe impazzato nelle “storie” di molti. Il consiglio che posso dare alle nuove generazioni resta quello di sempre: siate autentici».

C’era un tempo in cui Amedeo Minghi, Francesco De Gregori, Mimmo Locasciulli, Giorgio Lo Cascio, Antonello Venditti e altri grandi artisti romani muovevano i primi passi in quella straordinaria esperienza che è stata il Folkstudio, lo storico locale di Giancarlo Cesaroni a Trastevere; un tempo che sembra lontanissimo da questa epoca di talent-show e cantanti “allevati” negli studi televisivi. «Oggi manca soprattutto il dialogo. Lo stare insieme non per farsi vedere in tv; ma lo stare insieme per amicizia e per sperimentare. Ad esempio con Francesco De Gregori ci siamo frequentati tanto inizialmente: al punto tale che lui scrisse i primi testi di alcune canzoni del mio primo album, nel frattempo usciva con il suo primo album da cantautore Alice non lo sa, dopo l’esperienza discografica con Antonello Venditti. Grandi artisti che hanno segnato il percorso di tutti noi e della canzone italiana d’autore». Ed era un tempo di “sognatori nascosti dietro al mondo”, sognatori con gli occhi “belli e spalancati sul futuro” che hanno dato tanto alla musica e che hanno ancora molto da dire.

TAG: Amedeo Minghi, canzone italiana, Musica, pandemia
CAT: Musica

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