Candidati sindaci: vi chiediamo asilo (nido)

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22 Marzo 2016

Stiamo entrando nel vivo della campagna per le amministrative e spero di vedere nei programmi elettorali di tutti i candidati sindaci un impegno credibile di aumento dell’offerta di posti negli asili nido comunali.

Penso che sia nel mio interesse di cittadina che paga le tasse che questo avvenga, nonostante i miei figli siano ormai in età scolastica e non abbia alcuna intenzione di riprodurmi nuovamente. Penso infatti che gli asili nido siano uno dei migliori investimenti che i comuni, anche come diramazione locale dello stato, possano fare in questo periodo. Non mi stupirebbe nemmeno se i fondi per gli asili nido potessero essere stralciati dal patto di stabilità.

Qualcuno dirà che sono comunque spese e noi non abbiamo bisogno di aumentare le spese, ma forse è il caso di ricordare che tutti i nostri vincoli di bilancio sono in termini relativi, sono un numeratore di una frazione al cui denominatore c’è il PIL e che se aumenta quello per forza potrà aumentare il numeratore.

Una maggiore disponibilità di nidi farà crescere il PIL e sarà una spesa che si ripagherà ampiamente. Vediamo il perché.

Innanzitutto un aumento dell’offerta di nidi potrebbe aumentare il tasso di fertilità di questo paese che con 1,37 è il più basso d’Europa ed è dimostrato ampiamente che quando si riesce a rendere la maternità un’esperienza meno totalizzante il tasso di fertilità aumenta.

È altresì dimostrata una forte correlazione tra partecipazione delle donne al mercato del lavoro e disponibilità di posti nei nidi. Ricordiamo infatti che l’Italia è il terzultimo paese OCSE per il livello di partecipazione femminile, 51% contro una media OCSE del 65%. Questo vuol dire che ci sono un sacco di donne abili  e istruite che sprecano il loro capitale umano per mancanza di politiche che favoriscono la conciliazione lavoro-famiglia. Sappiamo che i nidi non sono l’unico strumento atto a questo scopo in mano all’autorità pubblica ma siamo anche sicuri che sia uno strumento che funziona. Quando il ministro Moratti istituì le sezioni Primavera (ovvero accesso alla scuola materna per i bambini di 2 anni) si osservò un aumento della partecipazione al mercato del lavoro da parte delle donne.

Purtroppo solo il 12% dei bambini di 2 anni trova posto in un nido (con una fortissima disparità regionale, meglio al nord e peggio al sud) e spesso nei criteri di ammissione la presenza di due genitori che lavorano non è una delle condizioni che aumentano il punteggio.  L’alternativa sono spesso i nidi privati con rette elevate a cui accedono solo donne che hanno una carriera professionale avviata e che investono sul loro futuro. Viene quindi meno uno dei due ruoli del nido, quello di favorire la conciliazione per la totalità delle donne lavoratrici.

Ma attenzione, la risposta non è cambiare i criteri di ammissione che spesso favoriscono le famiglie a basso reddito perché, sorpresa, anche quello è un ottimo investimento per il nostro paese. Illustri studiosi (il più famoso dei quali è James Heckman, premio Nobel) spiegano da anni che il miglior modo per spendere risorse pubbliche in educazione è investire sugli anni prescolastici, sono infatti questi gli anni in cui i bambini acquisiscono quelle skills non cognitive che aiutano poi a fare bene a scuola e nella vita. I bambini delle classi sociali agiate ricevono abbondanza di stimoli in famiglia,  mentre quelli delle famiglie svantaggiate li ricevono solo a scuola, al nido. Questa è quella che viene chiamata pre-distribuzione, sotto il cui nome vanno tutti quegli sforzi per migliorare ed eguagliare le condizioni di partenza , che dovrebbe diminuire il bisogno di redistribuzione (intervento attivo per eguagliare le condizioni di arrivo).  Quindi aiutare i bambini svantaggiati a poter sbocciare e crescere sfruttando al meglio le proprie abilità non solo creerà cittadini attivi e produttivi ma ridurrà il bisogno di interventi assistenziali successivi.

Un maggior disponibilità di posti in nidi di qualità a costi contenuti quindi farebbe aumentare la crescita demografica, riattiverebbe un buon numero di donne che sono al momento improduttive e aumenterebbe il numero di bambini in grado di essere terreno fertile per i successivi anni di istruzione, difficile trovare una singola misura che possa aumentare il prodotto nazionale attraverso un numero maggiore di canali.

In sintesi,  i nidi sono la miglior politica per la crescita del nostro paese, e lo sono attraverso una riduzione del gender gap e un livellamento delle condizioni di partenza, entrambe cose di cui in questo paese c’è un gran bisogno.

 

TAG: amministrative 2016, asili, asili nido, Candidati, heckman, PIL, predistribuzione, sindaci
CAT: Partiti e politici

Un commento

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  1. raffaele-pisani 8 anni fa

    IL SINDACO CHE SOGNO E I NAPOLETANI CHE VORREI
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    Sogno per la mia Napoli un sindaco illuminato che sappia amare davvero la terra e la gente che governa, “che curi – come scrissero alcuni saggi senesi nella costituzione ante litteram del 1309 – massimamente la bellezza della città per cagione di diletto e allegrezza ai forestieri, per onore, prosperità e accrescimento della città e dei cittadini.” Ci vuole, però, la consapevolezza che per fare il salto di qualità, oltre al sindaco illuminato occorre un lavoro di squadra dell’intera cittadinanza, altrimenti non si va da nessuna parte! Occorre promuovere la creazione di una massa critica che farebbe da volano per la rinascita. Sogno un sindaco che investa soprattutto nel valore delle persone e delle loro coscienze; che sappia premiare chi davvero merita e che non esiti a punire chi froda; che si impegni a contrastare con ogni mezzo tutte le forze malefiche radicate nel territorio che hanno infangato la “grande bellezza” che fece di Napoli la Capitale della cultura europea; sogno un sindaco che sia una “stella splendente” e non una “lampadina fulminata”; che abbia anche la preziosa virtù dell’umiltà per chiedere se necessario qualche consiglio a colleghi che hanno mostrato con i fatti di avere competenze e qualità portando le loro città ai primi posti nella classifica delle eccellenze (Bolzano docet!). Ecco, questo è il sindaco che vorrei e che penso vogliono tutti coloro che amano Napoli. So bene che non è un’impresa facile, altro ché! Ma non voglio “precipitare” nel baratro dell’indifferenza e della rassegnazione, tutt’altro! Non voglio assolutamente perdere la speranza che ci possa essere un nuovo “rinascimento napoletano”, una nuova storia e una rinnovata armonia che possano finalmente essere per i nostri giovani la certezza di un futuro che non sia “prigione” di ogni tentativo di rinascita e di riscatto ma sia viva sorgente di luminoso avvenire sempre pronto a dare le giuste risposte alle loro aspettative e ai loro sogni.

    Raffaele Pisani
    raffaelepisani41@yahoo.it

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