Cara minoranza Pd, non prenderci per fessi
Su una cosa, penso, siamo più o meno tutti d’accordo: il decisionismo, leaderismo, autoritarismo di Matteo Renzi nella conduzione degli affari di governo e di partito ha raggiunto l’apice. La sua insofferenza nei confronti di chi prova a ostacolarlo ha toccato i livelli massimi, si avverte chiaramente anche tramite le pagine dei giornali e dei siti. Oltre un certo limite, in parte già valicato, quella del premier è pura e semplice arroganza.
Detto questo, il fatto che Renzi sia arrivato a tali livelli di decisionismo e insofferenza non significa che la minoranza Pd abbia per forza ragione. E nemmeno che stia agendo in buona fede. Qualcuno crede davvero che Bersani e Fassina stiano conducendo una lotta spietata contro l’Italicum perché ritengono che la nuova legge elettorale sia così grave da impiccarsi piuttosto che farla passare? Che meriti la lotta fratricida cui ogni giorno dobbiamo assistere?
Perché mai si dovrebbero fare le barricate per una legge che, al netto dei tanti difetti, ci permetterà di abbandonare finalmente il Porcellum (che intanto è stato trasformato nell’inutilizzabile Consultellum, proporzionale puro senza sbarramenti che garantisce solo le larghe intese) e di avere una maggioranza chiara e netta in grado di governare senza rischiare di cadere un giorno sì e l’altro pure? Doppio turno, niente più larghe intese, governi molto più stabili di quelli a cui siamo abituati. I tanti difetti della legge elettorale non vengono cancellati da questi pregi, ma non mi sembra nemmeno che si stia cercando di imporre al paese una legge da deriva autoritaria.
Anche perché, l’alternativa quale sarebbe? Quella di ricominciare da capo, perdendo altri anni in dibattiti che non portano a nulla, visto che ogni volta che si arriva al dunque c’è sempre chi decide di mettersi di traverso e impegnarsi a fondo affinché i lavori non vengano portati a termine?
È sempre più chiaro come in questa bagarre l’Italicum non c’entri proprio nulla. Quella a cui stiamo assistendo è una sfida interna al Pd legata esclusivamente a lotte di potere. In cui una ex maggioranza non riesce proprio ad accettare di essere diventata minoranza e si sente maltrattata dall’attuale leader. Dietro le contestazioni alla legge elettorale si nascondono solo logiche di potere, non c’è nessuna vera battaglia di principio o ideologica. Nessuna battaglia che possa interessare gli elettori.
È solo un modo di contarsi, di mostrarsi agli elettori, di fare la faccia cattiva. Di trovare un terreno comune di battaglia, l’anti-renzismo laddove c’era l’anti-berlusconismo. Una situazione incarnata alla perfezione da Fassina, uno che pur di trovare uno spazio politico è disposto pure a mettersi in coda ai sedicenti “no-euro di sinistra”. Spiace vedere che anche una persona onesta e seria come Bersani si stia prestando a un gioco in cui l’onestà intellettuale dei reduci del Pci sta toccando i minimi livelli storici.
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