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Partiti e politici

Cittadini in rivolta: chi sono gli elettori di Paragone e di ItalExit

di Paolo Natale
7 Giugno 2022

Si registra da qualche tempo una sorta di avversione sistematica verso tutto ciò che ha a che vedere con le scelte maggioritarie di cittadini e opinione pubblica, che si sostiene vengano di fatto veicolate dai “poteri forti” e dall’establishment politico-economico. La verticalizzazione del processo decisionale prodotta dall’emergenza sanitaria ha favorito la formazione di movimenti appunto “anti-sistema” che hanno fatto del rifiuto della vaccinazione e della contestazione del GreenPass la loro bandiera. Si tratta peraltro di un fenomeno che viene da lontano e che trovava prime forme di manifestazione già negli anni precedenti la pandemia, come dimostra il caso italiano dei Forconi, guidati dallo stesso Pappalardo recente protagonista della contestazione al GreenPass, e quello francese dei “Gilet Gialli”, movimento nato per protestare contro l’aumento dei prezzi dei carburanti e l’assenza di misure sociali di sostegno ai soggetti più colpiti dalla crisi economica.
Le proteste dei NoGreenPass hanno alimentato un latente scetticismo in diversi settori dell’opinione pubblica, oltre che sui social media, in molte testate giornalistiche e trasmissioni televisive, che hanno contribuito a diffondere dubbi e incertezze rispetto all’efficacia delle campagne di vaccinazione e di altre misure di prevenzione, quale appunto il Green Pass. E dietro a quegli attivisti che si sono mobilitati “fisicamente”, vi sono milioni di italiani che, in qualche modo, la pensano più o meno come loro, considerando il Green Pass, così come le altre misure di prevenzione del contagio, “misure esagerate, che violano la libertà di chi non vuole farsi vaccinare e mirano a restringere gli spazi di agibilità dei cittadini, prefigurando una forma strisciante di dittatura”. A questi si sono recentemente aggiunti coloro che stanno in qualche modo dalla parte di Putin.
Molti di questi cittadini hanno trovato recentemente una propria rappresentanza politica nella formazione guidata da Paragone, ItalExit, che viene accreditata dagli ultimi sondaggi disponibili di quasi il 5% delle preferenze dei votanti, in lieve ma costante crescita. Sono elettori che avevano scelto il Movimento 5 stelle nelle consultazioni politiche del 2018, passando per la Lega nelle successive Europee del 2019 e ora, approdati a ItalExit, fanno proprie tutte le parole d’ordine di questa nuova forza politica.
Pensano che la presenza dell’Italia nella UE sia un fatto molto negativo; sono nettamente contrari a qualsiasi progetto europeo e ritengono che bisognerebbe tornare presto alla vecchia Lira; sostengono che la campagna vaccinatoria sia stata assolutamente negativa e la pandemia sia ormai alle nostre spalle, senza possibilità che ritorni in un prossimo futuro. Per quanto riguarda il conflitto tra Russia e Ucraina, praticamente nessuno dichiara di stare dalla parte degli invasi e quasi un terzo sostiene le ragioni della Russia (contro uno sparuto 3-4% del resto della popolazione elettorale).
Tra i leader politici, ammirano ovviamente Paragone e, in parte, anche Giorgia Meloni, mentre sono tutti estremamente negativi i giudizi su tutti gli altri e in particolare su Draghi, che riscuote simpatia soltanto da meno del 20%. Tutti, ma proprio tutti, ritengono che il nostro paese stia andando nella direzione sbagliata, con un governo giudicato in maniera profondamente insufficiente. Le loro fonti principali di informazione sono ovviamente i social e i siti Internet.
È possibile che questi “individui in rivolta” siano la punta dell’iceberg di un’ondata di crescente profondo dissenso che, anche a seguito della guerra intrapresa dalla Russia in Ucraina, cioè nel momento in cui si profila un confronto fra autocrazie e democrazie a livello globale, possa rappresentare una seria criticità per il supporto alle democrazie occidentali e alla loro cultura politica.

Università degli Studi di Milano

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