Diritti, ambiente, welfare, ricerca: restituiamo l’UE ai cittadini europei!

24 Luglio 2019

La Cina di Xi Jinping rischia di superare l’Europa non solo nella corsa all’intelligenza artificiale e alla modificazione del genoma, ma anche nelle misure contro il riscaldamento del pianeta. Lo farà in modo autoritario, calpestando le libertà di minoranze etniche e religiose, Ma sarà certamente efficace agli occhi dei più, mettendo così in pericolo l’attrattività stessa del modello liberale.

L’alternativa c’è: fare funzionare l’Unione europea per migliorare la vita dei cittadini, portando le loro esigenze al cuore della politica, rendendoli davvero protagonisti senza lasciare indietro nessuno. Si può fare, con gli strumenti della democrazia e dello Stato di diritto. L’obiettivo è sulla carta semplice e condiviso dai principali partiti europeisti.

La neoeletta Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ne ha parlato al Parlamento europeo: Stato di diritto, tassazione delle emissioni inquinanti per finanziare una conversione ecologica, creazione di diritti sociali per lavoratori e disoccupati, intelligenza artificiale, nuove forme di coinvolgimento dei cittadini tali da spezzare il circolo vizioso della disillusione.

Il problema è che i partiti europeisti non bastano, perché quando sono in gioco i propri interessi nazionali inevitabilmente si scontrano tra loro. Quello che manca è la possibilità di azione da parte del popolo europeo, non perché i cittadini degli Stati europei non siano uniti da comuni obiettivi, ma perché non possono  perseguirli assieme direttamente in quanto cittadini europei. Esistono organizzazioni transnazionali molto efficaci, ma quando la parola passa alla politica, sono solo i partiti nazionali a contare davvero. Non può esistere popolo europeo senza cittadinanza europea.

Il principale strumento istituzionale nelle mani del popolo europeo è molto, troppo fragile. Si chiama “Iniziativa dei cittadini europei”, ma la gente ne ignora l’esistenza, servono almeno un milione di firme per attivarla, con una soglia minima in 7 Paesi, senza che esista un obbligo di informazione sulle iniziative in corso, in modo tale che solo chi già disponeva di reti e strutture europee riesce a raggiungere la soglia. Compiuta l’opera, la Commissione può semplicemente rispondere che non è interessata. Le Iniziative dei cittadini europei non possono essere utilizzate per proporre di riformare i Trattati UE.

Pur nell’esilità dello strumento, non c’è modo più serio di questo per formalizzare un progetto di riforma complessiva delle politiche europee. È l’obiettivo di Eumans, un progetto di movimento paneuropeo di iniziativa popolare che sta muovendo i primi passi nella costruzione di reti transnazionali con organizzazioni e persone in Europa che ogni giorno lottano per la qualità della vita, dell’ecosistema, della democrazia.

L’idea è del fare del 2020 un anno di azioni popolari dirette ad ogni livello. Ecco alcuni dei temi individuati finora, in sinergia con gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’ONU che forniscono una impostazione di governo globale indispensabile.

– Stato di diritto: creare meccanismi di controllo permanente del rispetto dello Stato  di diritto da parte dei Paesi membri dell’UE, coinvolgendo l’Agenzia dei diritti fondamentali di Vienna;
– Riscaldamento globale (1): istituire un prezzo minimo di 50 euro per tonnellata per le emissioni di C02, da portare a 100 euro entro il 2025, riducendo le tasse sui redditi più bassi e istituendo una tassa alle importazioni extra UE
– Riscaldamento globale (2): tassare il carburante per gli aerei
– Riscaldamento globale (3): fermare le sovvenzioni agli allevamenti intensivi e includerli nelle attività industriali soggette a controllo delle emissioni
– Demografia: affermare il diritto universale alla  salute riproduttiva e alla pianificazione familiare, anche attraverso gli strumenti della cooperazione con gli Stati extra-UE
– Qualità dell’economia (1): garantire un indennizzo minimo al lavoratore in caso di perdita del lavoro
– Qualità dell’economia (2): regole sulla Responsabilità sociale ed ecologica delle imprese
– Qualità della della politica: creare un’Agenzia europea di valutazione delle politiche pubbliche
– Partecipazione: istituire assemblee di cittadini europei estratti a sorte, ad esempio su emergenza climatica e riforma dei Trattati UE
– Intelligenza artificiale: promuovere un uso civico dell’intelligenza artificiale in Europa, per rafforzare e assistere i cittadini nell’esercizio dei propri diritti civili e democratici
– Interoperabilità piattaforme: stabilire la massima interoperabilità delle piattaforme informatiche in Europa per potenziare la libertà di scelta degli utenti rompendo monopoli e rendite di posizione dei giganti della Rete
– Rivoluzione del genoma: legalizzare e promuovere la ricerca scientifica sulla modificazione di precisione del genoma umano, animale e vegetale, impedendo la fuga della scienza verso Paesi senza controlli
– Libertà civili / droghe: libertà di ricerca scientifica sulle sostanze psicotrope, riduzione del danno e legalizzazione di ciascuna droga in base alla sua pericolosità
– Libertà civili / immigrazione: creare una politica europea di accoglienza e integrazione delle persone migranti
– Libertà civili /sessualità e famiglia: eliminare ogni forma di discriminazione delle persone in base all’orientamento sessuale, anche relativamente al diritto di famiglia

Altre proposte stanno arrivando su www.alcuoredellapolitica.net, e a breve sarà attiva una piattaforma anche in inglese per raccogliere idee anche da fuori Italia.

Se un progetto di riforme europee di iniziativa popolare prendesse corpo come strumento da affiancare alla tradizionale politica istituzionale, potrebbe cambiare in meglio anche la politica italiana. E’ infatti evidente come non stia portando da nessuna parte la rissa permanente tra chi tifa a favore di un Governo paralizzato dagli scontri interni e chi tifa per una opposizione che si limita a sperare siano le inchieste della magistratura a far cadere il Governo.

Partire dalle esigenze delle persone e non dalle contrapposizioni partitiche è esattamente ciò che serve per evitare che la crisi profonda di credibilità dei partiti travolga le  istituzioni, lo Stato di diritto e la stessa democrazia. Noi ci proviamo, con Eumans e con tutti coloro che sono interessati.

TAG: Eumans, Marco Cappato
CAT: Partiti e politici

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