Gli eserciti Radicali in guerra. Il difficile futuro dei figli di Pannella

26 Maggio 2016

Quando si parla di Radicali la faccenda si complica perché non sono, e non sono mai stati, una forza politica come tutte le altre. Ora, però, dopo la scomparsa di Marco Pannella, il partito si è diviso in due. E la resa dei conti da tanto tempo rimandata è esplosa in tutta la sua virulenza. Da una parte ci sono i fedelissimi del grande leader scomparso, quelli che sono sempre stati al suo fianco, anche nell’ultimo difficile biennio. Potremmo definirlo il “cerchio magico pannelliano”, formato da Rita Bernardini, Maurizio Turco, Elisabetta Zamparutti, Sergio D’Elia, Maria Antonietta Coscioni, Marco Beltrandi, Laura Arconti, Aurelio Candido. Sull’altro fronte ci sono quelli che negli ultimi tempi si sono allontanati dalla linea del leader, pur continuando a restare radicali: Riccardo Magi, Marco Cappato, Mario Staderini, Marco Perduca, Filomena Gallo, Valerio Federico. E poi lei, Emma Bonino. Questi ultimi hanno vinto il congresso di Radicali italiani dello scorso novembre, eleggendo segretario lo stesso Magi.

I primi contestano ai secondi l’assenza dal partito e dalle sue attività e la presentazione di due liste, quella di Magi in appoggio a Roberto Giachetti (ex radicale) a Roma e quella a sostegno della candidatura a sindaco di Cappato a Milano, contro le regole dello statuto, secondo cui non si possono presentare liste radicali alle elezioni. I secondi rispondono che l’attività politica non si fa solo in una sede. C’è il Partito radicale e la Lista Pannella, ci sono i Radicali italiani, l’associazione Luca Coscioni (che ha Cappato come tesoriere), Nessuno tocchi Caino e il Partito Radicale transnazionale e transpartito. L’associazione Luca Coscioni ha il valore aggiunto di essere l’unico organismo radicale a godere dei proventi del 5 per mille: soldi, gestiti dunque da Cappato. Secondo quest’ultimo non è stata violata alcuna regola perché le rispettive liste non presentano nomi o simboli degli organismi radicali ufficialmente riconosciuti.

Al di là del dettaglio tecnico, ci sono due visioni politiche contrapposte: il “cerchio magico” sostiene che per portare avanti le battaglie radicali non c’è bisogno di un impegno diretto nelle assemblee rappresentative, dal consiglio comunale al Parlamento, e questa era l’idea anche dell’ultimo Pannella; i secondi, invece, pensano che “sporcarsi le mani” con la politica rappresentativa serva alla causa. Due schemi contrapposti che partono dalla divergenza tra Pannella e Bonino degli ultimi anni. Una delle accuse che il leader muoveva al suo alter ego femminile era proprio l’attaccamento alla poltrona, fosse quella di parlamentare, commissario europeo o ministro della Repubblica. Ma il dissenso politico tra i due si mescola con quello personalistico. La Bonino pensava di avere esaurito il suo debito di riconoscenza nei confronti di Pannella, di non dovergli più niente. E questo al leader non andava giù. “Tu non hai visione politica”, è la frase di Pannella che Bonino si legò al dito, circa tre anni fa, tanto da non farsi più vedere, né sentire. Sembra quasi che Emma abbia colto la palla al balzo per tagliare il cordone ombelicale e allontanarsi, respirare da sola quando per 30 anni avevano respirato in due. E così Bonino è sparita (“lui la chiamava e lei lasciava squillare e non richiamava”, ha raccontato Maurizio Turco al Corriere) e Pannella, che se ne rammaricava, faceva come se lei non ci fosse. Così, quando Emma rivelò di avere un tumore, la risposta di Marco fu: “E io ne ho due!”. Questo, insomma, era il clima. E quando s’inizia a non parlarsi, a non chiarirsi, le cose iniziano a incancrenirsi, fino a non sapere più come venirne fuori.

Ma ora che succede? Come si va avanti? “Una delle caratteristiche dei Radicali è che non c’è un organo che può espellere qualcuno, non abbiamo i probi viri, nessuno può essere cacciato. Come non c’è un organismo che può dare patenti di “radicalismo”. Radicali sono tutti quelli che prendono la tessera. Non ci sono gli scismatici e gli ortodossi”, spiega Marco Cappato. Ecco, scisma è una parola che in questi giorni è stata pronunciata per la prima volta da un personaggio di solito cauto come Maurizio Turco. “Noi radicali ci siamo sempre mossi a galassia, ognuno era responsabile nelle proprie iniziative politiche. Autonomia nell’interdipendenza. Prima, però, la galassia aveva un punto di riferimento che era Pannella, che alla fine faceva la sintesi. Ora non è più così e nessuno può dire cosa accadrà”, osserva Turco, che dal 2011 è il tesoriere del partito. Le cui casse languono. “A bilancio c’è un debito di un milione di euro”, dice. Da tempo tutta la baracca sopravvive grazie al finanziamento pubblico che arriva a Radio Radicale che, per quanto riguarda il racconto della politica e di quello che avviene in Parlamento, non perde un colpo. Ma ora potrebbe non bastare più. Perché a una situazione finanziaria difficile si può rimediare se si è uniti. I radicali, invece, oggi sono più che mai divisi e in guerra tra di loro.

“Mi meraviglio della sorpresa. Basta guardare ciò che si è detto al congresso di novembre di Radicali italiani, è già successo tutto lì. Da alcune persone sono state fatte scelte diverse, messe in campo quando ormai Marco non poteva più intervenire. Ma la rottamazione di Pannella era già stata proclamata tre anni fa”, spiega Turco.  Che poi continua: “L’unico rischio per un radicale è tradire se stesso. Siamo stati tutti fortunati a incontrare Pannella nelle nostre vite: alcuni ne hanno fatto tesoro e altri no. Marco ci ha insegnato a praticare l’alterità. Lui consentiva a tutti di essere se stessi, anche nel loro peggio. Io però non mi sento in guerra, non mi sono messo l’elmetto”.

Uno spiraglio? “L’unico modo per non dividersi è mettere al centro la politica, i nostri obbiettivi, solo così si possono superare le incomprensioni. Le nostre diversità devono continuare a essere una ricchezza”, osserva Cappato. “Hanno fatto tutto senza dire nulla a nessuno, io delle liste alle amministrative ho saputo a cose fatte”, puntualizza Turco. “Abbiamo deciso nell’assemblea di Radicali italiani, con un’assunzione di responsabilità da parte nostra. Io il partito non ho mai smesso di frequentarlo, compatibilmente col fatto che vivo a Milano. A molte riunioni dell’associazione Luca Coscioni alcune persone erano assenti, ma io non mi metto a fare l’elenco di chi quel tal giorno c’era e chi no. Questo argomento non può diventare un giudizio liquidatorio”, sottolinea Cappato.

Ora si vedrà come andranno le amministrative a Roma e Milano. Poi si riprenderà a discutere, nelle sedi dell’eterogenea galassia radicale. Molto, infine, dipenderà dalla Bonino. Se avrà voglia di tornare al partito oppure no. “Ma Emma si sta già impegnando: verrà a Milano a sostenere la mia lista. E all’ultima assemblea del Partito radicale di tre settimane fa lei c’era”, aggiunge Cappato.

Il prossimo autunno si terrà il congresso di Radicali italiani, ma qualcuno chiede di convocare al più presto anche un congresso del Partito radicale. Strano, però, che mentre in Parlamento vengono approvate le unioni civili e stiano per essere discusse proposte di legge su amnistia e indulto, sull’eutanasia e sulla liberalizzazione delle droghe leggere, i radicali siano a un passo dalla scissione. Ma come rivela una fonte interna, “qui ci sono persone che stanno fianco a fianco da vent’anni, che litigano da vent’anni, e semplicemente non si sopportano più…”.

 

TAG: Marco Cappato, Marco Pannella, partito radicale, radicali, radicali italiani, Riccardo Magi
CAT: Partiti e politici

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