I limiti di Landini. Sarà portavoce e non leader

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16 Marzo 2015

Ma c’è dello spazio politico a sinistra del Pd? Secondo alcuni c’è una prateria. E Maurizio Landini ha piazzato il suo carrarmatino da Risiko sul tavolo da gioco. Per ora solo quello. Ma ci sarebbe una coalizione sociale pronta ad affiancarlo ed iniziare la partita. Gente che vorrebbe parlare ai delusi di Renzi, del Pd, di un centrosinistra troppo attento al centro, compiacente con la Confindustria, i mercati, le banche. Si tratta di una “cosa” non ancora un partito, che però ambirebbe a diventarlo. Landini leader o meglio Landini portavoce.
Perché a sinistra della sinistra la parola leader non si usa con facilità. Perché in questa nuova cosa ci finiranno tutte le esperienze della sinistra parlamentare ed extraparlamentare. Gente che a sentire parlar di leader viene l’orticaria, fosse solo per una questione di stile. Prima si fa un comitato, poi, dopo faticose trattative, si elegge un portavoce. Questo è, a mio avviso, il primo limite dell’operazione Landini. Spiace dirlo ma lo spazio politico, oggi, non si occupa con la bontà delle idee, ma con la forza dei leader. Per questo, vedo un’intrinseca debolezza nell’operazione di Landini.
Oltre alla debolezza che lo stesso Landini porta con sé. Chi si propone di guidare la sinistra dovrà essere un capo 2.0, capace di rastrellare consensi in modo trasversale nella società dei delusi, al tempo dei selfie.
La faccio breve: per vedersela con Renzi bisogna sfidarlo sullo stesso terreno ed inclinarlo a sinistra: modernità, governo, riforme, futuro. Più credibile è lo sfidante se anagraficamente sarà vicino al premier. Meglio ancora se più giovane e più telegenico. L’ho detto. Vedo già volti perplessi e sento le obiezioni di decine di amici e compagni. “Così diventiamo come Renzi. Così c’è omologazione”. E così via.
Sarà dura per Landini già subito. Perché non mi pare adeguato alla sfida. Forse mi sbaglio, ma non credo. E poi dovrà mettere d’accordo personale politico, sindacale, intellettuali, artisti, insegnanti, docenti universitari e filosofi. Qualche sindaco del Pd incazzato col Pd, ex assessori provinciali di Rifondazione rimasti senza sedia, trasfughi grillini in rotta con il mondo, ambientalisti, internazionalisti, troztkisti, pezzi del popolo arancione meneghino, seguaci di Vendola e di Riondino. Tutti quelli che non hanno rinnovato la tessera del Pd.
Un bel mondo. Variopinto. Senza un’organizzazione e potenzialmente e piacevolmente anarchico. Un bel casino fare ordine. Lo spazio politico da riempire un’ossessione. Con quali parole d’ordine e quali propositi? una bella sfida. Buona fortuna.

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CAT: Partiti e politici

Un commento

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  1. mario-bosso 9 anni fa

    Si tratta di una “cosa” non ancora un partito, che però ambirebbe a diventarlo. Mi ricorda tanto La Bolognina e la gioiosa macchina da guerra, insomma mi ricorda Occhetto… In poche parole un buco nell’acqua!!

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