Il nodo del Senato: dai “saggi” di Letta ai problemi di Renzi

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5 Settembre 2015

Sembra che si stia avvicinando il tempo delle decisioni conclusive per quel che concerne la complessiva stagione delle riforme costituzionali e istituzionali renziane. In particolare si affronta il problema della elettività o meno del Senato, quasi che si tratti di una questione di vita o di morte in rifermento alla soppressione o meno del cosiddetto bicameralismo perfetto. In realtà la questione era stata affrontata dai cosiddetti “saggi” nominati nel giugno del 2013 da Enrico Letta proprio in vista di una specifica iniziativa del Governo sui temi della riforma istituzionale.

Ebbene in quella stagione nessuno riteneva che la cancellazione o meno del bicameralismo cosiddetto perfetto dipendesse dal sistema di elezione dei senatori. Al contrario- come ampiamente documentato dalla Relazione finale della Commissione dei  “ saggi” consegnata a Letta nel settembre dello stesso anno- furono ritenute del tutto compatibili con la soppressione del bicameralismo perfetto sia l’elezione popolare diretta dei senatori sia l’elezione indiretta dei medesimi.

Nessun problema dunque per quel che concerne la soppressione o meno de bicameralismo, al contrario di quel che sembra essere oggi il punto centrale del dibattito, a meno che non si voglia usare un tema come quello del metodo di elezione dei senatori per obiettivi del tutto differenti come molto probabilmente sta accadendo. La questione del metodo di elezione dei senatori,infatti, concerne due grandi questioni che ancora oggi non sono purtroppo al centro del dibattito politico-parlamentare.

La prima questione concerne una adeguata “lettura” del territorio italiano: le regioni alle quali si vuole dare rappresentanza nel nuovo Senato sono le venti regioni oggi esistenti o no? In caso di risposta positiva e’ di tutta evidenza che l’elezione dei nuovi senatori da parte dei consigli regionali risulta più che opportuna. Ma e’ questo che si vuole o si intende lasciare uno spazio anche ad una qualsivoglia “rilettura” del territorio italiano soprattutto alla luce del processo di integrazione europeo?

Ed oggi siamo in una stagione di “feroce”antiregionalismo”, ben lontana-almeno ufficialmente-dai tempi del federalismo spinto del tempo  della  “devolution”. Le proposte della elettività diretta dei senatori tendono invece a porre al centro il problema delle forze politiche. Il contestuale varo del cosiddetto “italicum” rende infatti pressoché impossibile la sopravvivenza di forze politiche che non siano in grado di aspirare al più che consistente premio di maggioranza previsto per l’appunto dall’italicum. La questione della elettività diretta dei senatori si intreccia pertanto in modo strettissimo con la scelta del sistema elettorale complessivo.

Occorre pertanto una visione complessiva del territorio e delle forze politiche. Può darsi che le ultime vicende dell’immigrazione aiutino a trovare la soluzione. Ma si tratterebbe di un risultato del tutto casuale.

TAG: riforme costituzionali
CAT: Partiti e politici

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