Il SI è silente come il voto per Trump?

12 Novembre 2016

Il clima di opinione sul referendum pare essersi ormai consolidato. Tutte le analisi ci indicano come si stia costantemente rafforzando l’idea generale che sarà il NO a trionfare in questa consultazione. Sia nelle indagini telefoniche che, soprattutto, in quelle su internet l’opinione prevalente è che le probabilità di vittoria dei contrari alla riforma costituzionale siano parecchio elevate.

Il tradizionale indicatore che certifica le scommesse degli italiani sull’esito del referendum (il mitico “winner”) mostra come sia nettamente prevalente l’opinione che alla fine sarà il NO a imporsi: è di questo parere la metà circa della popolazione, contro soltanto il 15% che pensa vincerà il SI. Un divario di quasi 35 punti percentuali che ben testimonia quali siano le aspettative degli elettori sull’esito dell’appuntamento elettorale del 4 dicembre.

E’ talmente radicata questa opinione che perfino una parte molto elevata – quasi il 40% – di chi voterà SI pensa che alla fine prevarrà l’opzione contraria. Mentre quasi inesistenti sono le previsioni inverse, vale a dire l’idea, tra chi ha scelto di votare NO, che vincerà il SI. Detto in altre parole: l’ottimismo tra i fautori del NO è altissimo, mentre è molto basso tra i fautori del SI, molti dei quali sanno già che alla fine perderanno.

Un clima di opinione che, accanto a questa profezia, si può misurare con molti altri elementi, come la diffusa sensazione che il voto servirà a dare una spallata definitiva al governo Renzi, che non ci siano forti possibilità che il trend cambi in maniera significativa nell’ultimo mese, che la propria sia una decisione maturata attraverso un’analisi dei contenuti della riforma (benché, come ho sottolineato nelle scorse settimane, siano in moltissimi a conoscerla solo “a grandi linee”) e non soltanto per una forte alterità nei confronti di Renzi.

E, per ultimo, l’altissimo tasso di affluenza dichiarato. Una mobilitazione (dichiarata) che pare raggiungere livelli inconsueti anche per un referendum così importante. Stando alle risposte fornite nei sondaggi, dovrebbe recarsi alle urne una quota perfino superiore a quelli che voterebbero in nuove elezioni politiche. Una predisposizione al voto che fa presumere lunghissime code ai seggi elettorali.

Questo è dunque il clima rilevabile nel nostro paese a tre settimane esatte dalla consultazione. Oggi, le probabilità di vittoria del NO sono pari al 71%, quelle del SI al 29%. Esattamente quelle stimate, rispettivamente, per Hillary e Trump un paio di settimane prima del voto americano. Coincidenze?

TAG: Matteo Renzi, Referendum costituzionale, Trump
CAT: Partiti e politici

6 Commenti

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  1. andreanepori 7 anni fa

    Con una sostanziale differenza. Una vittoria del no e una prevedibile caduta di Renzi spalancherebbe le porte all’onda di populismo che la situazione attuale tende ad arginare. Non è una valutazione nel merito di questo voto, ma puramente pragmatica. Con un solo vantaggio, come mi suggeriva un amico pochi giorni fa: quelle forze populiste, salendo al potere, non avranno i poteri che la “nuova” costituzione potrebbe garantire loro.
    Rimane il fatto che sia l’una che l’altra posizione non sono una vera vittoria popolare, se le si analizza almeno sul medio termine. Anche in questo il voto assomiglia un po’ a quello americano.

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  2. silvia-bianchi 7 anni fa

    macchè: la vittoria del no al massimo spalancherebbe le porte al Renzi bis, con l’ingresso ufficiale di Verdini in maggioranza #statesereni (l’ultima osservazione è corretta: in effetti il combinato riforma+italicum, che sarà in vigore il 5 dicembre se vince il sì, dà troppi poteri al partito che prende un voto in più degli altri)

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  3. evoque 7 anni fa

    Mi pare chiaro – Trump, Brexit – che spesso le persone interpellate dai vari sondaggisti, e non solo per il referendum, tendano a dare risposte che non pensano. Lo farei anch’io se mai venissi sondaggiato. Il perché è presto detto, almeno per quanto mi riguarda: mi hanno rotto e stra-rotto con questa sondaggite;: E non credo di essere il solo. Basta vedere quanto sovente gli exit poll divergano in maniera sostanziale dall’esito finale. P.S. Suggerimento, a chi voglia raccoglierlo, non guardate gli orribili talk show (roba da suburra), non ascoltate i tgg (noiosamente ripetitivi) non guardate i canali all-news (ansiogeni e sfinenti), scegliete per informarvi (sul referendum e no) qualche articolo ben argomentato nonché documentato. E poi basta. Il nostro cervello non è una discarica.

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  4. evoque 7 anni fa

    E che cosa c’entra questo con il contenuto dell’articolo? Stai facendo spamming

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  5. massimo-matteoli 7 anni fa

    Può accadere e per questo occorre il massimo dell’impegno per spiegare il merito della riforma. E’ possibile, infatti, che anche in Italia gli elettori stregati dal populismo demagogico si vergognino a rispndere ai sondaggi ma poi votino Si. E’ purtroppo non è una battuta

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  6. massimo-matteoli 7 anni fa

    Guarda che è vero il contrario. Un leader di una minoranza demagogica può vincere le elezioni, controllare Parlamento e Governo, azzerare le Regioni che non si volessero piegare, solo con il modello istituzionale renziano.
    Il lodo Cuperlo è perfino peggio perchè per abolire il ballottaggio si dovrà aumentare ancor di più il già spropositato premio di maggioranza dell’Italicum.
    In questo modo il Si apre una vera e propria autostrada ai “populisti”.
    .Anche Turmp sembrava impossibile che vincesse, ed invece…
    Io non voglio attendere di sapere se ci sarà un Trump italiano, preferisco subito votare No.

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