Italicum: imperfetto ma non certo liberticida

3 Maggio 2015

Volevo scrivere un triste saluto a Ruth Rendell, a mio parere la più grande signora del giallo di tutti i tempi, morta ieri, ma l’urgenza della nuova legge elettorale, che verrà votata domani, impone un doveroso cambio di scaletta. E quindi riparliamo dell’Italicum, che in queste ultime settimane ha visto così spesso la luce dei riflettori, diventando il compendio di tutti i mali possibili della presunta dittatura renziana.

Basta citare questo brano, scritto peraltro proprio per questo giornale: “In quale democrazia vivremo, se avremo una legge elettorale che permetterà al capo di un partito di nominarsi il Parlamento che vuole con le liste bloccate, in cui avere numeri bulgari grazie al premio di maggioranza al partito e non alla coalizione, con una soglia di sbarramento che negherà anche il diritto di tribuna alle forze più piccole, che pure rappresentano valori ed interessi di una parte del paese, e con una Camera sola, perché il Senato è stato trasformato nel cimitero degli elefanti ininfluente e marginale, senza un sistema di equilibrio tra i poteri che possa somigliare, anche da lontano, a quello del presidenzialismo americano?”
Altre citazioni sparse: “In nessun posto al mondo: ballottaggio tra due che si sono nominati i loro parlamentari, e chi vince riceve le chiavi di tutto! Nemmeno in Uganda!”. “Ci sarà una concentrazione di poteri nelle mani di un uomo solo, il Primo ministro!”
Viene da chiedersi: possibile che sia davvero così?

A me personalmente l’Italicum non fa impazzire. Mi piacerebbe una sorta di maggioritario alla francese, a due turni. Ma non mi pare si debba per questo gridare alla dittatura. Vediamo brevemente pregi e difetti, cominciando dai due storici criteri con cui analizzare una legge elettorale: la rappresentatività e la governabilità. Una buona legge deve risolvere un dilemma di fatto irrisolubile. Deve poter dare voce a tutte le forze politiche, ma deve anche garantire esecutivi stabili ed in grado di governare.
Da questo punto di vista, peraltro, il maggioritario francese è debolissimo. Non dà voce ai partiti più piccoli, che non entreranno mai al ballottaggio e quindi saranno esclusi da qualsiasi rappresentanza parlamentare; e non garantisce una maggioranza. Se due forze politiche vincono ciascuna più o meno lo stesso numero dei collegi, non potranno governare, se non insieme.

L’Italicum, al contrario ha due piccoli ma importanti pregi: permette a molte forze di avere un cosiddetto diritto di tribuna, dato che entreranno in parlamento tutti i partiti con almeno il 3% dei voti (una quota accessibile a tanti), e consente di avere un vincitore, quanto meno tramite il ballottaggio. Chi vincerà non avrà più possibili scusanti, nella sua azione di governo, né ricatti dai partiti minori che gli permetterebbero di governare (come nel caso di Prodi 2006, costantemente minacciato da Mastella)
Ci sono però anche punti deboli, come i capilista bloccati. In collegi dove i candidati per ogni partito saranno al massimo 5 o 6, lasciare le preferenze libere non presentava particolari problemi, dal momento che le decisioni sulle candidature le prende comunque il partito. Che in quel collegio vinca Del Rio o Giachetti poco cambia, dunque. E allora, perché impuntarsi sui capilista bloccati? Oltretutto, in caso di vittoria del Pd, degli eletti soltanto un centinaio circa saranno “controllati” direttamente dal premier, mentre gli altri 240 usciranno comunque dalle preferenze…

Altro punto debole, la quota per non andare al ballottaggio, fissata al 40%: perché 40, e non 42, o 38? Non esiste al mondo una cosa del genere, perché è totalmente ingiustificabile. O si dà il premio al primo che arriva (in un turno unico), oppure a chi vince il ballottaggio (in due turni). Non sono chiare le ragioni di questa quota: se è troppo alta, nessuno potrà comunque raggiungerla; se è troppo bassa, si rischia di dare la maggioranza assoluta ad un partito che magari ha preso pochi voti.
Detto questo, rimane un appunto finale: la discussione che si è fatta sull’Italicum a volte è parsa solo una grossolana cagnara, senza alcuna specifica ragione di merito. Non ci sarà alcuna dittatura, solo un esecutivo che governerà, sostituito se non lo fa decentemente da qualche altro partito, nella elezione successiva. Tutto qui.

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CAT: Partiti e politici

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