Nella lettera agli italiani all’estero Renzi sbaglia sito e il link porta al #No

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13 Novembre 2016

Le campagne di entrambi gli schieramenti per il referendum del 4 dicembre sono da tempo entrate nel vivo, con risvolti tragicomici e talvolta preoccupanti. E se il fronte del No continua nella sua battaglia a tutto campo “a difesa della Costituzione del boom economico o la Costituzione approvata a suffragio universale nel 1948”, come ha affermato un confuso Alessandro di Battista durante un collegamento televisivo, dalle parti del Sì non se la passano molto meglio, con toni sempre più da “bar sport” che sembrano una riproposizione posticcia dei deliri del blog di Beppe Grillo.

Sembra chiaro che l’indicazione dell’ormai onnipresente (e strapagato) Jim Messina, il guru della comunicazione venuto dagli USA (…) per aiutare Renzi e i suoi a vincere la difficile battaglia, sia quella di recuperare il presunto svantaggio del Sì (vatti a fidare dei sondaggi…) alzando l’asticella dello scontro. Ma i risultati appaiono spesso preoccupanti, soprattutto perché un’indicazione di questo tipo, data in pasto a quel discutibile materiale umano rappresentato dai sodali del renzismo, potrebbe alla lunga  rivelarsi un boomerang.
Per rendersi conto di questa involuzione, basta fare un giro sui profili social dei rappresentanti del governo più fedeli al premier. Cito fra tutti il Sottosegretario allo Sviluppo economico, Ivan Scalfarotto, che in un post pubblicato su Facebook paragona i suoi amici “che detestano Renzi e votano No al referendum” a delle “anziane signore della campagna del Surrey, intente a prendere il the delle cinque con un cachet violetto nei capelli candidi”.

Ma lasciando a Scalfarotto e ai suoi ex amici le alte discussioni sulle fiale per capelli utilizzate dalle donne in terza età, quello che potrebbe rivelarsi il punto più basso della campagna referendaria del comitato per il Sì è apparso nelle ultime ore sulla pagina ufficiale di Basta un Sì, con il post “Natale con la casta, il cinepanettone che non vogliamo vedere”, dove alcune facce di sostenitori del No – capitanate dall’odiato Massimo D’Alema – diventano i protagonisti di un lungometraggio trash targato De Laurentiis. Qualcuno forse dovrebbe spiegare a Jim Messina che i cinepanettoni sono da tempo campioni d’incassi nelle sale italiane, ma soprattutto che alcune delle facce usate nel patchwork sono apprezzate da potenziali elettori del Sì che forse andrebbero convinti, non derisi.

E in tutto questo caos, non poteva mancare la gaffe. Si tratta di un “innocuo” errore di battitura, presente sulla contestata lettera che il premier Matteo Renzi ha inviato agli italiani residenti all’estero per invitarli a votare Sì al referendum. Al netto della polemica sull’utilizzo “berlusconiano” che il segretario PD avrebbe fatto del suo ruolo di capo di governo, lo scivolone è esilarante. Sulla prima facciata del volantino, dove Renzi appare in una foto con Obama (i più superstiziosi sostengono che gli endorsement del presidente uscente degli USA non portino affatto bene), il link del sito della campagna “Basta un Sì” è sbagliato. Manca una “n” (bastausi.it), ma ciò che è più clamoroso è che quel link riporta a una pagina dove si sostengono le ragioni del No. Il dominio risulta intestato a Ruggero Barbetti, un esponente di Forza Italia (nonché sindaco di Capoliveri) che notando la svista, ha acquistato l’url giocando un brutto scherzo al comitato concorrente e soprattutto al povero grafico responsabile dell’errore.

Una nota di colore e poco più, ma che contestualizzata in un paese dove la Costituzione è diventata l’ennesimo motivo di scontro fra tifoserie (nonché spauracchio utilizzato per esternare le frustrazioni da parte di molti individui) rappresenta l’ennesima brutta scena di uno spettacolo pietoso.

 

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Alcuni momenti

Alcuni momenti "drammatici" della campagna referendaria

Alcuni momenti

Alcuni momenti "drammatici" della campagna referendaria

Ruggero Barbetti, proprietario del dominio

Ruggero Barbetti, proprietario del dominio "bastauni.it"

TAG: bastaunsì, Iodicono, Matteo Renzi, No al referendum, referendum 4 dicembre
CAT: Partiti e politici

4 Commenti

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  1. evoque 7 anni fa

    Il solito provincialismo italiano. Ma perché andare a prendere un americano – made in USA, ovviamente – per la campagna comunicativa referendaria? Il mio Paese riesce quasi sempre a farmi arrabbiare. E non è una questione di nazionalismo, lontano anni luce dal mio pensiero, piuttosto di critica verso un’ammirazione infantile per tutto ciò che arriva da là. Ma, santo Iddio, in Italia non abbiamo validi esperti di comunicazione? Al limite, ci si rivolga a un europeo. Possibile che ancora non si è capito che gli europei occidentali e gli statunitensi sono molto diversi fra loro, anche se si tenta in ogni modo di omologarci attraverso i tanti film hollywoodiani di infimo ordine a base di sparatorie inseguimenti scazzottature o quei programmi tv per minus habentes tipo, spie al ristorante, orrori da gustare e via scemeggiando? Quanto all’errore – di comunicazione, ma guarda un po’…- posso dire che è la tipica sciatteria della PA nostrana (che conosco piuttosto bene): incapaci di pianificare, ci si riduce all’ultimissimo momento e sotto la pressione del tempo che preme si commettono errori fantozziani. A questo proposito, un ricordo personale: quando morì un personale pubblico di rilievo, la struttura comunicativa di cui facevo parte mando il telegramma di cordoglio…al morto

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  2. evoque 7 anni fa

    E.C. Personaggio pubblico (non personale pubblico)

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  3. giovannifalcone 7 anni fa

    VOTATE COME VOLETE, MA PARLIAMONE————————————————————–
    LA POLITICA IN VETRINA: Referendum, guardiamo al futuro ricordando il passato!
    In questi giorni, io come tanti altri, per ragioni e motivazioni diverse, spesso opposte, cerchiamo di commentare, ognuno a proprio modo i contenuti del programmato Referendum popolare da tenersi il prossimo 4 dicembre.
    Non sto ad elencare le mie Ragioni del SI per non tediarvi troppo.
    Mi limito a fare qualche riflessione, guardando al futuro per le oggettive modifiche, per certi versi epocali, che si propongono per la nostra Carta costituzionale.
    Nello stesso tempo, per meglio avvalorare la mia scelta di campo, vorrei, insieme a chi mi legge, “ricordare il passato, quello della nostra generazione”.
    In altri momenti, con altri governi e con i politici che hanno governato questo Paese negli ultimi 30 anni, quelli che oggi non accettano nessun cambiamento, sulle scelte difficili, si ragionava, si ragionava molto, anzi che dico, moltissimo, poi si aprivano tavoli, si parlava, parlava, parlava e, alla fine, siccome non c’era mai uno straccio di accordo, SI RINVIAVA a tempi migliori, praticamente a babbo morto.
    Diciamolo, ricordiamolo forte a chi oggi appare legittimamente orientato a votare NO – certamente in buona fede e/o in qualche caso non informato a sufficienza – quello che abbiamo vissuto, nel mentre il Paese affondava: burocrazia impazzita, corruzione senza freni, pensioni da 90mila euro a fronte di altre di 450 euro, pressione fiscale da estorsione di Stato (suicidi di imprenditori o, per sopravvivere delocalizzazione aziendale).
    Di questo ovviamente, non c’era e non c’è ancora adesso un responsabile, perché al pentapartito di una volta, della prima Repubblica, da un po’ di tempo si chiamano coalizioni, dove comandano tutti – anche i partiti da prefisso telefonico e, se le cose vanno bene (rarissimamente), comune soddisfazione perché hanno vinto tutti; se invece vanno male (nella norma), non c’è mai un responsabile (le sciagure in Italia sono sempre orfane).
    Emblematico al riguardo, quello che oggi sento da un leader di un ex grande partito (mio ex grande amore, politicamente s’intende) che, con una maggioranza bulgara, per giustificare il mancato abbassamento della pressione fiscale dice: “”E’ vero, io l’ho promesso, ma gli alleati di Governo, mi hanno impedito di realizzare il programma””.
    Ecco, questa è la vera sintesi per cui ho deciso, convintamente di votare SI.
    L’occasione è storica, irripetibile.
    Viva la democrazia, viva la libertà, viva l’Italia!

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  4. evoque 7 anni fa

    Al tuo grande amore – che non è mai stato il mio, sia chiaro – mai nessuno che ricordi che gli alleati di governo non gli hanno impedito di farsi una caterva di leggi cicero pro domo sua. Forse perché questo in realtà era il suo unico programma di governo?

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