Le dimissioni del vicesindaco viste dal parco

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15 Luglio 2015

Sulla pagina di facebook di Ada Lucia De Cesaris l’immagine di copertina è una foto che la ritrae seduta al Parco Trapezio a  Santa Giulia. Non è una scelta a caso: lo scontro sull’area cani in questo parco tra la Giunta e la maggioranza – che ha votato l’emendamento a favore dell’istituzione come proposto da un consigliere di opposizione – ha portato il vicesindaco alle dimissioni.

In quel parco De Cesaris è di casa, come nel  quartiere: in questi quattro anni ha preso in mano una situazione esplosiva dopo l’inchiesta  seguita alla costruzione per la nota vicenda delle bonifiche mancate e la possibilità che, pur con gli abitanti dentro, Santa Giulia restasse una cattedrale nel deserto pieno di transenne e desolazione. Per conto della Giunta comunale, prima come assessore all’urbanistica, poi come numero due di Palazzo Marino  De Cesaris ha seguito lo sbrogliamento della matassa complicata di cui ancora, in parte, non tutti i fili sono stati sciolti: tra i risultati ottenuti la nascita dell’asilo, lo sblocco della Promenade (l’area pedonale che è ancora il cuore del quartiere e dove stanno nascendo esercizi commerciali importanti anche per la vicina sede di Sky), e, proprio un anno e mezzo fa, il Parco. Passi enormi per un tempo così breve.

Martedì scorso il vicesindaco era con l’assessore alla sicurezza Marco Granelli in giro per Santa Giulia e Rogoredo, invitata dal circolo Pd, per una camminata nel quartiere. Ha incontrato come al solito cittadini, ha parlato con loro. Lo ha fatto di persona e sui social media durante il suo mandato: spessissimo sulla pagina “Santa Giulia è” legge, ascolta risponde, si rende disponibile a proposte.

Proprio per questo oggi pomeriggio a Santa Giulia non si parlava di altro: la De Cesaris è una del posto. Molti si sono affrettati a pubblicare foto con lei, esternando una rabbia e sfiducia nei confronti del Pd molto forte. In un quartiere in cui le percentuali del centro sinistra – vuoi per la storia di fabbrica del posto, qui sorgevano Montedison e Redaelli, vuoi per la caratteristica di blocco sociale simile più a un paese che a un quartiere – sono tra le più alte da sempre di tutta la città. Quasi bulgare.

Al punto che quando due settimane fa una manifestazione inizialmente presentata come “apolitica”, ma che aveva il marchio di Forza Nuova  (che sta tastando il polso ai malumori della periferia di Milano, promuovendo dal basso manifestazioni fotocopia addirittura con lo stesso format di volantino), a Rogoredo come al Gratosoglio, c’é chi è arrivato a dire che loro, i vecchi operai della Redaelli, se avessero visto qualcosa di poco garbato dal punto di vista politico di certo avrebbero manifestato il proprio dissenso.

Per fortuna la manifestazione è potuta scorrere serena con la partecipazione di tanti bambini e famiglie. Ma un fatto è chiaro in queste settimane a Milano: saranno le periferie uno dei luoghi in cui si giocherà la partita politica delle prossime comunali.

La discussione sull’area cani a Santa Giulia, partita da un gruppetto di cittadini che si sono lamentati sui social -non si capisce perché i padroni dei cani non possano fare trecento metri in più e andare nell’area cani che c’é già fuori dal parco – piaccia o no, con o senza intenzione, è stata trasformata dal centro destra in una questione politica. Fino a farne oggetto di accordo in un emendamento importante, legato al  bilancio.

De Cesaris e Granelli la scorsa settimana hanno dovuto invece spiegare che sul problema eroina – che a Rogoredo c’é ed è evidente – sono impiegati carabinieri, polizia, esercito e gli operatori di Comunità nuova di don Gino Rigoldi, che sono presenti fisicamente nel quartiere. Anche qui per rispondere all’ondata di narrazioni oscurantiste di problemi riconosciuti da tutti.

Ma per chi oggi non riesce a comprendere i meccanismi di complessità di vivere in una metropoli, per  chi crede che i problemi sono solo quelli che ci sono a casa propria e non ha mai vissuto in un po’ di zone di Milano riuscendo a coglierne contrasti e differenze, per  chi in fondo si chiude in casa alle sei di sera quando torna dal lavoro, oppure è in casa tutto il giorno perché è anziano e solo, per chi è in crisi perché piegato dalla crisi economica il “civismo” è solo lamentela. Qualcuno la coglierà e la trasformerà in azione politica e di governo laddove ne sussistono le ragioni. Qualcun altro ne tenterà la strumentalizzazione. E a perderci saranno sempre i cittadini.

Se si ripensa allora al baillame di gennaio, quando la discussione sull’area cani  è iniziata e a che cosa ha portato (sia un pretesto o una goccia che ha fatto traboccare il vaso) i cittadini di Santa Giulia oggi non ne sono usciti bene: il parco Trapezio è finito sui giornali di tutto il mondo per le dimissioni del vicesindaco della città di Expo.

E, ancora una volta, ha vinto la comunicazione negativa di un quartiere, che, vissuto da dentro, è uno dei più interessanti e dinamici di Milano. Per non parlare di come incerto è il destino di tutte le questioni che riguardano il completamento di Santa Giulia – la recente sentenza del Tar che chiede le ennesime rilevazioni per le bonifiche dell’area Nord – anche solo per il passaggio di consegne dall’assessore uscente a quello che prenderà al posto suo la delega. Perché se Santa Giulia oggi pomeriggio non aveva gli strumenti politici per comprendere le ragioni del gesto, di certo ha quelli per capire che è tra chi a Milano da questa vicenda ne esce con le ossa rotte.

 

TAG: area cani, Degrado, milano, periferie, quartiere, santa giulia
CAT: Partiti e politici

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