Matteo va alla carica

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6 Febbraio 2015

Alcuni sostengono che Berlusconi ha dovuto tornare a Milano nel bel mezzo della bagarre per l’elezione del Presidente della Repubblica non forzato dal giudice di sorveglianza ma perchè lui stesso si era “dimenticato” di chiedere il permesso. Questo, ai più sospettosi, potrebbe voler dire che il patto del Nazzareno non concerneva l’elezione del Presidente ne altre importanti riforme politiche ma che il Cavaliere aveva già ottenuto, o sperava di avere, quello che veramente gli interessava e se ne tornava a casa lasciando nel casino i suoi che intanto si litigavano e si dividevano in mille sottocorrenti. Una deputata di Forza Italia era stata incaricata di guardare il movimento dei piedi degli elettori che entravano nella cabina che era stata costruita in modo tale che si vedesse in basso il movimento dei piedi. Siccome “l’ordine” sarebbe stato quello di votare scheda bianca i piedi di coloro che lo osservavano sarebbero andati diritti verso l’urna a depositare la loro scheda invece coloro che avessero voluto scrivere qualcosa avrebbero per qualche secondo girato i piedi per servirsi del tavolino. Ovviamente sono stati tutti schedati a partire dai piedoni di Verdini che hanno giracchiato agilmente nella cabina, per non parlare di Razzi o di Scilipoti. Ma la lista è lunga e può essere imperfetta. Alcuni di costoro, la totalità dei senatori di area popolare, sono già transitati trionfalmente nel Pd lasciando solo il prof. Monti che ne faceva parte e in tutta teoria avrebbe dovuto esserne il capo. Ma altri, abbiamo già parlato del sen. Verdini, sono in posizione di lancio e, si dice, che non passerà molto tempo che l’amico Matteo dovrà esaminare le loro domande di iscrizione.

Ma cosa ha spinto il Cavaliere a ritornarsene quasi tranquillo a Milano? Se si volesse maligni basterebbe pensare alla conferenza stampa che la sig.ra Boschi ha fatto il giorno dopo circa il famoso emendamento di natale per la depenalizzazione di una quota del 3% nel caso di evasione fiscale. La boschi ha reiterato la proposta è la sostenuta con una comparazione ad analogo articolo del codice francese che però ai tecnici hanno ritenuto sbagliata. Il Cavaliere nega, ovviamente, ma l’avvocato Coppi si staglia sullo sfondo con tutta la sua competenza giuridica. D’altra parte la legge Severino è stata impugnata proprio di recente alla Corte Costituzionale in relazione al caso del sindaco di Salerno. Questo sarebbe il vero risultato del Nazzareno: il recupero completo dell’agibilità politica del Cavaliere. Operazione, secondo me ma lo dico a voce bassissima, necessaria se si vuole ricostituire una destra moderata che blocchi il pericoloso sovversivismo borghese di Salvini e i suoi fratelli di cui conosciamo molto bene da anni, se così si può dire, l’ideologia.

Qualcuno nella sinistra del Pd deve essere già al corrente della avanzata ipotesi di lavoro infatti i grandi vecchi e i nuovi aggressivi non parlano ma sarà duro doverlo spiegare alla massa galvanica dei cosiddetti giovani che sono stati allevati al preconcetto odio verso la destra in genere e il Cavaliere in particolare. Noi che abbiamo la speranza in cuore e pochi interessi da difendere speriamo ancora nel partito della nazione che possa dare a Verdini un buon posto di usciere e a Pippo Civati un palchetto dove a qualunque ora del giorno possa pronunciare comizi e farsi fotografare. Ma purtroppo, noi vecchi, siamo sempre così ingenui.

TAG: partito democratico
CAT: Partiti e politici

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