Operazione padri nobili di destra: già finita?

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25 Gennaio 2023

Inutile nascondere il senso di orrore che ha pervaso gli italiani di fronte alla notizia – fatta circolare dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano – che Dante sarebbe uno dei padri nobili dell’odierna destra italiana.

Tutte quelle ore passate a scuola a studiare la Divina Commedia, il Dolce Stil Novo e l’amore per Beatrice, la donna angelo, per scoprire d’esserci inconsapevolmente abbeverati al pensiero del padre putativo di Fratelli d’Italia, partito nato circa sette secoli dopo la morte del Sommo Poeta, così come lo chiama il Sommo Ministro Sangiuliano nell’articolo sul Corriere della Sera in cui ha commentato la sua (come minimo proditoria) affermazione su Dante.

Il Sommo Sangiuliano se la cava alla fine con: “Chi intende difendere l’identità nazionale, il senso della storia e della tradizione, cioè i conservatori, non può non ritrovare in Dante Alighieri un antenato nobile.” Insomma, una di quelle affermazione buone per tutte le stagioni a cui nessuno potrebbe dirsi contrario, se non per le conclusioni: chi difende l’identità nazionale, il senso della storia e della tradizione è sempre e per davvero anche un conservatore?

Si noti intanto che “destra” è stato sostituito con “conservatore”, ma per motivi di ragionevole buonsenso. Solo qualche bifolco usa ancora la parola “destra” se non per riferirsi alla posizione dei parlamentari in Parlamento, che fa riferimento anche all’ideologia professata, ma sempre più ammorbidita – lavata col Perlana – grazie ai fatti recenti del Novecento.

Sono infatti dichiaratamente di destra Hitler e Mussolini,  che oggi solo uno stupido (estremista) potrebbe citare come ispiratori della propria ideologia, motivo per cui in tutto il dopoguerra, ancora fresco di ricordi dell’olio di ricino ammannito dai fascisti, ci si vergognava a dire di essere di destra.

Ecco, una parte di quella vergogna è rimasta, ed è per questo che il nostro Sommo Ministro pare alla ricerca dei padri nobili di Fratelli d’Italia, ma viene subito respinto al mittente, probabilmente dalla stessa Giorgia Meloni, e si pente sul Corriere della Sera. Per poi non dire più una parola: l’operazione padri nobili di destra sembra già conclusa.

Basta infatti dare un’occhiata alla bacheca della Meloni su Facebook, gestita, si dice, da Tommaso Longobardi, per capire come la nostra premier stia veleggiando verso il centro, surclassando lo stesso Fini, quando tentò di portare Alleanza Nazionale sempre verso il centro, per dare una nuova dignità al partito, che aveva avuto un fascista (non è una battuta) come segretario.

Giorgia Meloni non sbandiera ai quattro venti di essere di destra, ma si limita a insistere sul concetto di “sono italiana”. Una bella bandiera tricolore sventola sulla sua Homepage, e poi trovi anche una foto di Willy Monteiro, ucciso da una coppia di neofascisti psicotici, e poi si parla di mafia, di Paolo Borsellino, e c’è la sua foto, nel ricevimento dal Papa, accompagnata  dalla figlia. Tutto molto più asettico che in casa Salvini (incazzosetto invece…) a cui la Meloni ha strappato più della metà della sua base elettorale.

Insomma, bisogna far fatica per capire cosa significhi per davvero essere “di destra” oggi né ce se la si può cavare con Dante (che si sarà rivoltato nella sua tomba a Ravenna a sentire le parole del Sommo Ministro). L’unica cosa che sappiamo dei partiti di destra “moderni” è che amano appellarsi al concetto di nazione  e a chi la abita a pieno titolo, se fosse possibile con un pedigree che ne dimostri le origini “etniche” certe – America First, l’Italia agli italiani, eccetera – concetti che lasciano presuppore la volontà di difendere il territorio nazionale da chi è venuto DOPO di noi,  e ci vuole portare via qualcosa.

C’è un libro di Konrad Lorenz – L’aggressività. Il cosiddetto male  – che spiega questo fenomeno: gli esseri umani sono animali territoriali, come tutte le altre specie viventi, e difendono “istintivamente” il loro territorio contro l’invasione da parte di altri animali che potrebbero portare via loro la terra in cui vivono (da cui traggono il cibo che li sostiene), ma anche le donne (il futuro della loro specie).

Credo che Lorenz abbia ragione: l’uomo non differisce troppo dal lupo, considerato nei suoi istinti vitali primordiali. E quando a sconvolgere la pacificità dei nostri insediamenti è arrivata la globalizzazione,  che ha aperto il mercato del lavoro alla forza lavoro straniera (molto ben accolta dai capitalisti, perché costa di meno), ecco che è scattato l’allarme: SIAMO INVASI.

Nessuno ha detto la verità: siamo invasi da operai sikh, ghanesi, cingalesi, cinesi, senegalesi che sono venuti a fare il nostro lavoro, pagati molto meno di noi. E se questo è potuto succedere, è stato perché qualcuno ha spalancato le porte delle fabbriche alla nuova mano d’opera che costava poco, fatta di persone disposte a vivere nelle case di cattiva qualità che nessun italiano voleva più.

No, sono stati tutti in silenzio, spaventati dalle possibili reazioni dei nazionali di fronte agli stranieri che lavoravano in fabbrica con degli stipendi ridicoli rispetto a quelli che avrebbero dovuto dare agli italiani per convincerli ad accettare quei lavori. E i partiti di destra (seduti a destra nell’emiciclo) hanno capitalizzato sul nostro naturale razzismo/diffidenza verso gli stranieri, stando però attenti, come nel caso di Giorgia Meloni, a non presentarsi come partiti “di destra”, ma facendo invece intendere che la nostra terra –  l’Italia – è degli italiani, non degli stranieri, il nemico innominato.

La sottigliezza di questa operazione – che si fa sventolando una bandiera italiana in un bel cielo azzurro perché ormai l’Europa ha impedito le sceneggiate truculente contro i migranti sulle navi delle ONG, non ha bisogno di essere turbata da banali richiami alla “destra” morta e sepolta dalle tragedie del Novecento. Basta dire “Siamo italiani”, e il messaggio andrà dritto al nostro inconscio: “Fuori gli stranieri”.

Il seguito è “Prendi i voti e scappa!”, perché nessuno potrà fermare le migrazioni economiche internazionali,  spinte da dinamiche appunto economiche, di equilibro fra domanda e offerta di lavoro, il tutto giocato non più sui  tavoli nazionali ma su quello mondiale della forza lavoro, fatta di gente che oggi prende una barca, un aereo, un treno e va dove l’attende un datore di lavoro.

Siamo onesti: c’è qualche soggetto politico, in tutto il mondo occidentale, in grado di fermare questo processo? Biden (che non è di destra)  ci sta provando, riportando a casa alcune tecnologie, ma sarà solo una goccia nel mare: il genio è già scappato dalla lampada.

Promettere di restituire l’Italia agli italiani è quindi solo una sonora bugia elettorale: serve a prendere i voti di quelli che hanno perso la partita della globalizzazione (si tratta in genere di proletariato bianco, in inglese blue collars), che vorrebbero tornare agli anni pacifici in cui il lavoro era garantito, le periferie tirate a lucido, e il futuro splendeva di speranza. Quest’epoca si è chiusa in tutto il mondo, mica solo da noi. Inutile piangerci sopra, bisogna avere l’onestà di dire: “E’ il capitalismo, bellezza”. Ma la destra non parla mai di capitalismo, perchè rappresenta i padroni (ma questo sarebbe un lungo discorso, chiudiamola qui, per il momento).

Concludo, Sommo Ministro, ho divagato troppo. Si limiti insomma a parlare dell’Italia, la tradizione,  il senso della storia. Stia sul vago, non si impegoli con Dante, non parli di destra, ma del nostro paese, le sue bellezze, la mozzarella, il Papa, e così via. I vostri elettori capiranno cosa intendete: fuori gli stranieri, l’Italia agli italiani. Non potete essere accusati di essere razzisti: limitatevi alle allusioni. Alludete. Non indicate con il dito. Su cosa poi vogliate fare, beh, di possibilità ne avete poche. Basta una tirata d’orecchie (europea) e siete già sull’attenti.

Fermare i flussi migratori, poi, per carità, non ce la farebbe il padreterno. Meglio tacere, dunque, anche perché, sia chiaro: padri nobili di destra non ce ne sono. Solo dittatori, imbroglioni  e paccottiglia varia, che nessuno ha più neanche il coraggio di nominare. Valgono per tutti Trump e Bannon, con cui Giorgia si faceva vedere in giro, e che adesso (per lei) non sono mai esistiti. Il silenzio è d’oro, Sommo Ministro, e poi gli italiani sono dei moderati, se lo ricordi sempre, non votano a destra, ma solo per chi sembra stare al centro.

TAG: Dante, destra, europa, Gennaro Sangiuliano, giorgia meloni
CAT: Partiti e politici

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