Quando Matteo Renzi faceva l’arbitro di calcio. Spunti per un’agiografia

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16 Marzo 2015

Si conosceva bene il Renzi boy-scout, così quello concorrente della “Ruota della Fortuna”. Un po’ meno si sapeva della sua breve carriera nelle vesti di arbitro, visto che fino ad ora in circolazione non c’era che un vecchio referto arbitrale recuperato miracolosamente dall’Ansa.

Una lacuna inaccettabile nella agiografia dell’attuale premier, che oggi il Tirreno ha pensato bene di colmare con un bel reportage dalla provincia pisana, rilanciato (probabilmente per la sua imprescindibilità) anche da qualche altro quotidiano nazionale.

Lo spunto da cui parte il quotidiano del gruppo Espresso è proprio quel referto dell’Aia risalente al settembre 1994 e relativo al derby di seconda categoria tra Saline e Guardistallo. Sul campo vinse la squadra di casa, per 2 a 1, ma il vero protagonista fu il nostro caro leader, che si fece notare per i due cartellini rossi assegnati nel giro di dieci minuti.

Nel citato referto di fine gara il segretario del PD viene descritto dal commissario come “un ragazzo pratico e intelligente, che sa farsi rispettare senza forzature”. Una semplice frase che i nostri media riescono a tirare fuori dal contesto per leggervi il segno benaugurate di quello che sarà il carattere del primo ministro.

Già un annetto fa, riportando l’oramai celebre documento arbitrale, il Corriere della Sera si soffermava a sottolineare la “fermezza impressionante” di quel giovane, oltre che una “ottima predisposizione all’attività intrapresa” accompagnata da un “ottimo carattere”, che gli consentiva di “instaurare un eccellente rapporto con calciatori e accompagnatori”.

Ma il Tirreno va oltre, e manda il suo inviato nella zona di Volterra, per cercare qualcuno dei protagonisti superatiti di quello storico derby, e in particolare i due calciatori inflessibilmente espulsi da Renzi.

Il primo che trova è tal Riccardo Tranchina, oggi imprenditore 44enne e allora misconosciuto centravanti cacciato dal campo all’83 minuto. Ricordando l’episodio Tranchina conferma che “si vedeva che quell’arbitro aveva carattere e l’ha mantenuto”.

Solo un po’ meno entusiasta è l’altro espulso di quella gara, l’allora difensore Massimiliano Riccucci: “Il ricordo è abbastanza confuso. Ora, però, posso raccontare di essere stato buttato fuori da uno degli uomini più importanti del paese, anche se non sono un suo elettore”.

Altri piccoli particolari seguono nel reportage, e contribuiscono a ricostruire la figura storica del Renzi arbitro, che “non viaggiava in elicottero ma si spostava con l’utilitaria guidata dal padre Tiziano verso i campetti fangosi (sempre fangosi i campi di periferia, anche in estate, ndr) di seconda categoria”.

Per saperne di più servirebbe però una vera inchiesta storiografica, lunga e approfondita. Nell’ansiosa attesa di quel momento, ci accontentiamo delle conclusioni del Tirreno:

“Certo è che quell’esperienza tra campetti di periferia e adulti già smaliziati fu il termometro, il primo banco di prova, del decisionismo di un futuro leader”.

@carlomariamiele

 

 

TAG: Arbitro, Matteo Renzi, Tirreno, Volterra
CAT: Partiti e politici

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