Salvare Salvini?

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15 Aprile 2024

Salvare Salvini? Beh, si dovrebbe, visto che colui sgranava e baciava rosari (non gliel’ho più visto fare) come se fosse una pallina antistress, rifarsi alle opere di misericordia spirituale. La sua memoria sarà comunque conservata, a meno che qualche remota Bestia non faccia sparire dalla rete tutte le cose che ha compiuto in questi ultimi decenni, è un gran da fare.

Mi pare che siano sette, codeste opere, come i colli di Roma, che forse sono stati a lui fatali, O col fatale, o col crudele.

 

1. Consigliare i dubbiosi.

2. Insegnare agli ignoranti.

3. Ammonire i peccatori.

4. Consolare gli afflitti.

5. Perdonare le offese.

6. Sopportare pazientemente le persone moleste.

7. Pregare Dio per i vivi e per i morti.

Forse se ne possono usare anche meno, diciamo che anche sei bastano, il 7 lo lasciamo proprio ai più devoti, e diciamo che anche noi siamo stati abbastanza pazienti, al punto 6. C’è stato un periodo in cui proprio non se ne poteva più, il suo manager, la sua Bestia, prima di dileguarsi dietro a una probabile Bella, proponeva l’immagine del Capitano prima e dopo i pasti, in un regime alimentare dove i pasti quotidiani erano anche più di cinque. Molesto assai, l’uomo, la bestia e la svirtù. Abbiamo sopportato anche troppo. Andremo in paradiso per questo tritamento di scatole?

Dovremmo dunque perdonargli le offese, secondo il punto 5 di codeste opere di misericordia. Sono tante. Le offese che ha diffuso via social sono forse più degli ex follower di Chiara Ferragni, in preda a un furore elettorale con cui qualche demone dispettoso l’aveva invasato. Come quando andava per case a citofonare chiedendo dello spacciatore. Non sono cose che si dimenticano, oltre al fatto che sono cose che non si fanno. Ma dovremmo perdonargliele, in un momento in cui viene vilipeso un po’ da tutti, capo supremo compreso, il padre della patria lombarda? Direte voi: insomma, ha un po’ esagerato come un ragazzaccio discolo tipo Lucignolo. Secondo me il padre della patria lombarda non gli ha perdonato una cosa. Il fatto di non esibire le splendide canottiere che lui sfoggiava, pur démodé. Intanto, per esibire la canottiera bisogna avere un fisicaccio, come Marlon Brando, o Massimo Girotti in Ossessione, e il padre era un po’ secchino, va detto, anche a lui non stava bene. Salvini c’ha la pancetta e la canottiera non gli avrebbe giovato. Però era un modo di essere lombardo e leghista, la canottiera, in fondo il capo supremo aveva dato al capo d’abbigliamento una nuova vita. Era qualcosa di caratteristico, di simbolico. Perdonare le offese. È dura. Quando diceva che i terroni puzzavano, in quei cori di ubriachi a cui partecipava, non era una bella cosa, da persona educata. Proprio un ragazzaccio. Di quei ragazzacci che, poi, invasati da un altro demone, quello protettore dell’arrivismo, salgono nella scala gerarchica della politica fino diventare vice premier, sempre vice però, mai primo. Se ne devono essere accorti perfino i 5 stelle, dopo un troppo lungo periodo di convivenza, che non era il caso. Ma di offese fatte, il nostro, deborda. Ampiamente ricambiato da più parti, va detto. Perché non tutti sanno perdonare le offese. Il mondo è così, ingrato.

Punto 3, ammonire i peccatori. Quanti ha preteso ammonirne, il Capitano. Dimenticando che chi era senza peccato avrebbe dovuto scagliare la prima pietra. I suoi peccati preferiti, oltre a quello di offendere le persone, erano quelli di gola. Non mancava mai di farsi dei selfie con tutte le ghiottonerie in giro per l’Italia, mentre c’erano molti italiani che non potevano permettersi nemmeno un’arancina e andavano alla mensa della Caritas. Può darsi che il peccato di gola, qui, s’incrociasse con quello di superbia. È stato ammonito diverse volte, su tutti i giornali, in molte trasmissioni televisive, gli è stato fatto notare che non era di buon gusto, ma il gusto lombardo tamarro quello è, non ci si può fare niente, buon sangue non mente. Possiamo solo continuare ad ammonirlo.

La cosa più difficile è il punto 2. Non si può insegnare agli ignoranti se credono di sapere tutto loro e non vogliono imparare. Molti ci hanno provato, soprattutto in merito al Ponte sullo Stretto, la sua magnifica ossessione di questo mandato elettorale. Glielo hanno spiegato in tutte le salse che questo progetto fa acqua da tutte le parti ma lui, da ministro delle infrastrutture tutto d’un pezzo, non riesce proprio a capirlo. Io sono certo che anche se gli mostrassero le prove che è una follia ingegneristica e che, soprattutto, è tutto meno che green, lui continuerebbe a restare della sua idea: diciamo che è un diversamente consapevole. Mission impossible.

Al punto 2 si collega l’opera di misericordia n 1, consigliare i dubbiosi. Come fai con uno che non ha mai dubbi? Tempo buttato via. Forse, quando alle prossime elezioni vedrà i risultati, qualche dubbio gli verrà, ma a quel punto sarà inutile consigliarlo. Que será, será.

Ma veniamo all’opera più compassionevole, la 4: consolare gli afflitti.

Poveretto, da quando il padre della patria lombarda lo ha scomunicato, dicendo che va sostituito, fa finta di non affliggersi ma si vede benissimo che non ci riesce. Lo ha deluso su tutti i fronti, troppo incentrato sul proprio ego. La tecnologia, poi, lo ha esaltato e le sue felpe putinate, o colle scritte Je suis Matteo eccetera, vista la facilità con cui oggi si stampano le magliette e le felpe (canottiere no, però, forse questo è stato l’errore), hanno contribuito al culto della personalità non potendoselo permettere. Glielo avrà suggerito la Bestia a cui si affidava, molto probabilmente, ma come ogni fenomeno di massa poi, a un certo punto, passa inevitabilmente di moda e adesso siamo al dessert. Piuttosto amaro ’sto dessert. È afflitto, poveretto, perché il padron lo scaccia dal castello, diceva Susanna a Figaro parlando di Cherubino, mogio mogio perché scoperto dal Conte d’Almaviva, a cui segue Non più andrai, farfallone amoroso, ed invece del fandango una marcia per il fango. Provateci voi a consolarlo, farete un’opera di bene. Io mi godo lo spettacolo, da crudele che sono, della marcia per il fango.

 

 

 

TAG: bestia, Bossi, elezioni, lega, lega nord, salvini
CAT: Partiti e politici

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