Terminate le vacanze, il Pd torna a crescere

6 Settembre 2015

Finite le ferie, rientrati i vacanzieri, è tempo di tornare a valutare, con campioni di popolazione di nuovo significativi, quali siano i rapporti di forza tra le diverse formazioni politiche. Le avevamo lasciate, in luglio, in una situazione abbastanza chiara, sia pure in un quadro che generava confusione sulla possibile configurazione di un nuovo parlamento, in caso di elezioni anticipate. E la situazione era questa: Pd in costante calo di consensi, Movimento 5 stelle in rapida ascesa, in grado di mantenere ed incrementare il suo appeal in vasti strati della popolazione, Lega e centro-destra in generale in buona ripresa, dopo il declino di Forza Italia dei mesi precedenti. Cosa sta cambiando, all’avvicinarsi del triste autunno?

Alcuni elementi inaspettati, accanto a tendenze più sedimentate. Prima di tutto le conferme: la più importante, ed anche la più inquietante, è il progressivo distacco da parte dell’elettorato dalle cose politiche. La propensione a recarsi alle urne, come sappiamo, ha visto negli ultimi anni un costante e significativo ridimensionamento; oggi l’indecisione, l’incertezza e la volontà di disertare una possibile consultazione elettorale arriva a livelli drammatici, dal punto di vista della partecipazione democratica, arrivando a coinvolgere una quota della popolazione pericolosamente vicina al 40%. Alle ultime elezioni politiche, nel 2013 avevamo superato il 25% di astensioni, alle europee (notoriamente meno sentite) eravamo vicini al 45%, in molte regionali degli ultimi anni si è andati oltre il 50%. Se arrivassimo al 40% anche nelle eventuali politiche, raggiungeremmo il triste primato delle democrazie del nord. E la tendenza pare consolidarsi, se consideriamo il fatto che la fiducia nelle istituzioni politiche (partiti, parlamento, regioni e, soprattutto, politici) non è mai stato così basso come in questo periodo. Allarme? Forse sì, perché nei paesi di tradizione anglo-sassone non si va a votare perché chi non vota pensa che comunque il paese funziona, indipendentemente dal colore dei governi. Da noi ci si astiene perché, chiunque vada al potere, le cose non migliorano affatto, quindi tanto vale starsene a casa.

Una seconda conferma è la buona tenuta del movimento di Grillo ma, e qui sta la novità, senza crescere ulteriormente. Si pensava prima dell’estate in una travolgente e inarrestabile ascesa del M5s, capace di insidiare la leadership del Partito Democratico; invece questo non è accaduto, ed il Pd riprende forza e appeal nella considerazione degli elettori, fino a portare il suo distacco virtuale sui pentastellati su quote di relativa sicurezza, oltre il 4-5%. Il fulcro portante dei consensi ritorna dunque ad essere il partito di Renzi, che può contare su una buona considerazione di fondo da parte degli italiani, al ritorno a casa.

La seconda importante novità, accanto alla ripresa del Pd, è il ridimensionamento della Lega. In forte crescita sia in generale che all’interno del centro-destra, fino a giugno, il partito di Salvini non torna dalle ferie in buona salute, dal punto di vista dei suoi consensi. Forza Italia torna ad insidiarne la leadership nella sua area di riferimento, e la Lega non riesce a sfondare nei territori centro-meridionali del paese, rimanendo circoscritta al suo alveo originario. E senza una sua discesa al sud, non può certo proporsi come partito di riferimento a livello nazionale. Sinistra e centro, infine, frenano ulteriormente, rimanendo sostanzialmente marginali nel quadro politico complessivo. Augh.

TAG: elezioni
CAT: Partiti e politici

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