Il nuovo corso di Renzi inizia con il licenziamento di Ignazio Marino

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17 Giugno 2015

“Marino si guardi allo specchio” perché non basta essere “onesti”, ma bisogna anche essere capaci. A meno di due settimane dall’esplosione della seconda ondata di Mafia Capitale, che ha portato agli arresti diversi esponenti del Partito Democratico romano, fra cui l’ex presidente dell’assemblea Capitolina Mirko Coratti e l’ex assessore alla casa Daniele Ozzimo, il presidente del consiglio Matteo Renzi “rottama” Ignazio Marino, in differita tv attraverso il palcoscenico di Bruno Vespa, Porta a Porta.

Da argine contro la corruzione a incapace. Il sindaco di Roma difeso fino all’ultimo, soprattutto attraverso il fedele Matteo Orfini, ora rischia di non essere più intoccabile. La normalizzazione del fenomeno di Mafia Capitale, attraverso il sostegno ad oltranza, ma senza convinzione, al chirurgo genovese,  con l’obiettivo di preservare il controllo della Capitale, alle prese con il Giubileo e l’agognata candidatura olimpica, non si è rivelata una strategia efficace. Anzi, secondo il premier, ha contribuito a quell’erosione di consensi, testimoniata anche dagli insuccessi delle ultime tornate elettorali.

Da qui il cambio di rotta. O meglio, la rottamazione all’amatriciana, non molto distante dallo “stai sereno” con cui sempre Renzi, una volta divenuto segretario del Pd, liquidò nel gennaio 2014 il vecchio premier Enrico Letta.  A Marino, ora, non basterà più “essere onesto”, come ha fatto più che intuire il premier Renzi, intervenendo a Porta a Porta. Dovrà al contrario dimostrare  di essere capace a governare.  “A me interessa che un’ amministrazione – ha detto Renzi – risolva i problemi della pulizia delle strade, dei rifiuti, delle buche, che metta a posto le case popolari che risolva le emergenze abitative”. Con quali risorse, però, non è dato saperlo.

Di certo, la novità, dopo mesi di tentennamenti, è che le elezioni a Roma non fanno più paura.  Per questo, quello a Marino, più che un consiglio sembra un vero e proprio aut aut, che arriva proprio all’inizio dei 45 giorni in cui il prefetto Gabrielli dovrà esprimere il suo parere sul commissariamento (improbabile allo stato attuale) della città. “Marino e la sua giunta si guardino allo specchio – le parole del presidente del Consiglio – e decidano al più presto cosa fare. C’è il Giubileo alle porte. Non è più tempo per piangersi addosso”.

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CAT: Partiti e politici, Roma

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