Le “bugie” di Buzzi continuano a far tremare il Campidoglio

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7 Agosto 2015

Donazioni alla luce del sole e presunti favori nell’oscurità. A metà strada fra la millanteria e il pettegolezzo, le indiscrezioni sugli interrogatori di Salvatore Buzzi dal carcere, di giorno in giorno destabilizzano sempre di più la già fragile politica romana che, nonostante le rassicurazioni che giungono dall’alto, continua a vivere giorni poco tranquilli, nell’attesa dell’ormai fatidico 27 agosto, quando il ministro Alfano presenterà la sua relazione sullo stato di Roma Capitale. Per il prefetto Gabrielli, quelle di Buzzi sono semplici dichiarazioni che lasciano il tempo che trovano “è solo un imputato che si difende, non è la Cassazione”, ma è un dato di fatto che la sua strategia difensiva, che mira esclusivamente a porsi come una vittima del sistema politico corrotto,  continui a rendere impraticabile il processo di normalizzazione di Mafia Capitale, che sarebbe dovuto passare attraverso il Giubileo e la ritrovata sintonia, seppur a tempo determinato, fra Campidoglio e Palazzo Chigi.

Nel tritacarne generato dal processo mediatico in corso, il sindaco Marino ha tentato in questi mesi di tenere saldo il suo posto, rivendicando la netta discontinuità della sua amministrazione e delle sue scelte con quel passato consociativo che aveva favorito l’ascesa di Mafia Capitale. Per questo le accuse mosse da Buzzi contro Maurizio Pucci, “l’uomo del fare”, nominato assessore ai lavori pubblici su volontà dello stesso Marino, subito dopo la prima ondata di arresti dello scorso dicembre, hanno messo in serio imbarazzo il Campidoglio, nonostante siano tutte da dimostrare e, soprattutto, non facciano riferimento all’attuale consiliatura.

Donazioni elettorali e un’auto di servizio. Secondo la ricostruzione del quotidiano la Repubblica, quello fra Buzzi e Pucci sarebbe un rapporto di lunga data, nato “durante la campagna elettorale del 2006 – afferma Buzzi – quando gli erogammo finanziamenti e gli mettemmo a disposizione un’autovettura che lui non voleva più restituire”. L’assessore, tuttavia, con una nota ha respinto al mittente ogni accusa e si dichiara pronto a querelare il ras della 29 giugno. ” Egli stesso ammette di non avere avuto alcun rapporto con me durante l’amministrazione Marino – scrive Pucci – ma per gettare un pò di fango su una giunta che sapeva non asservita ai suoi interessi, è costretto a retrodatare di dieci anni una presunta dazione di denaro e altre utilità mai avvenute. Nel 2006 – assicura Pucci –  non ho partecipato in alcun modo a nessuna campagna elettorale, né come candidato né in alcuna altra forma per il fatto, facilmente riscontrabile, che nel marzo del 2006 sono stato nominato Direttore della Protezione Civile della Regione Lazio, incarico che ho mantenuto fino al 2010 e che è del tutto incompatibile con qualsiasi partecipazione a campagne elettorali”.

E’ vero, insomma, come sostiene Pucci, che nel 2006 non partecipò alla campagna elettorale per le elezioni comunali, ma è altrettanto innegabile che  l’anno precedente, l’attuale assessore ai lavori pubblici, prima di essere nominato a capo della Protezione Civile, dopo l’esperienza amministrativa a supporto di Veltroni e Rutelli,  si candidò nel 2005 per le elezioni regionali del Lazio nella lista civica a sostegno del conduttore televisivo Piero Marrazzo, ottenendo circa 2961 preferenze solo nel comune di Roma. Un’esperienza, quella della campagna nella lista presidenziale a sostegno del futuro governatore, che Pucci condivise con una delle sue nuove colleghe al Campidoglio, Luigina di Liegro, nominata da poco assessore al turismo di Roma. Quando si dice il destino.

 

 

 

TAG: Ignazio Marino, mafia capitale, Maurizio Pucci, Salvatore Buzzi
CAT: Partiti e politici, Roma

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