Enti locali
Campania infelix
Approfittando dell’assenza di un controllo di natura intellettuale, idoneo a stimolare un autentico nucleo di opposizione, anche solo ideale e non necessariamente movimentistico, la classe di turno dei politicanti abusa oltremodo della sua presunzione.
La Campania, il 23 e il 24 novembre 2025, voterà per eleggere presidente e Consiglio regionale. I contendenti della competizione sono Roberto Fico (Campo largo centrosinistra-M5S) ed Edmondo Cirielli (centrodestra unito). Il quadro che emerge dai sondaggi si presenta grossomodo omogeneo: Fico è davanti, ma l’entità del vantaggio risulta variabile. Credo, tuttavia, ed è ragionevolmente prevedibile, anche se mi auguro di sbagliare, che la metà dell’elettorato campano non andrà a votare, finendo per ridefinire i margini del risultato finale. La politica, dappertutto, ormai, rischia di essere comunemente intesa come qualcosa di urticante e nauseabondo. Le percentuali sintomatiche che riguardano l’astensionismo denotano l’insofferenza popolare nei riguardi di una disciplina che appare svuotata dei suoi nobili contenuti per aprirsi a impostori di successo, escludendo ogni tentativo di confutazione e qualsiasi interpretazione che rifiuti di prestarsi alle stucchevolezze della speculazione propagandistica, del giornalismo posticcio, delle chiacchiere frou-frou. Il fatto che la politica, oggi, venga praticata e analizzata, a ogni livello, da persone senza autorevolezza giustifica in qualche modo la disaffezione dell’elettorato e la conseguente assenza dalle urne. Va da sé che un simile assenteismo, prima ancora di essere considerato una minaccia per la democrazia, o una sua rappresentazione difettosa, andrebbe inquadrato nell’ottica della disistima verso una classe politica non più in grado di rappresentare interessi collettivi e avvertita come inadeguata. In pratica, il luogo comune che vuole i politici tutti uguali, e quindi inabili, si sta facendo largo nella percezione dell’elettorato, che come pronta reazione abdica al più sacrosanto dei suoi diritti. Si aggiunga che non vi è persona semplice, umile, onesta, che non pensi di avere della politica una concezione infinitamente più congeniale e utile di qualsiasi opinionista che va per la maggiore. Molte volte, il realismo e l’immediatezza di un giovane con speranze ridotte, di un disoccupato in cerca di uno spiraglio, di una donna che si divide faticosamente tra lavoro e famiglia, di un anziano senza difese, superano di gran lunga, in arguzia e pertinenza, i manierismi sconclusionati di chi divulga ordinarie scemenze in serie, che vanno a occupare impropriamente spazi d’informazione.
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