Giustizia

Gratteri attacca: “La politica non ha fatto leggi per impedire la corruzione”

Lo ha detto il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli nel corso del programma “Un alieno in patria”, condotto da Peter Gomez

14 Maggio 2025

Nicola Gratteri, che in questi giorni sta presentando il libro “Senza scorciatoie. Una storia per dire no alle ingiustizie”, scritto a quattro mani con il giornalista Antonio Nicaso, torna ad attaccare la politica nel corso del programma “Un alieno in patria”, condotto da Peter Gomez su Rai 3.

Gratteri: “Il messaggio di Papa Francesco è rimasto inascoltato”

Per il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli la politica, in questi anni, non ha fatto “nessuna legge” per impedire la corruzione. E il messaggio di Papa Francesco “è rimasto inascoltato rispetto agli appelli che ha fatto. Se partiamo dalla riforma Cartabia a oggi, tutte le riforme fatte fino a oggi, tranne quelle del luglio 2024 sulla cybersicurezza, sono state inutili e dannose”.

“Mano di velluto per i reati della Pa e pugno di ferro per i reati di strada”

Per Gratteri “Abbiamo visto una sorta di doppio binario: mano di velluto per i reati della pubblica amministrazione e pugno di ferro per i reati di strada”. Sull’abolizione dell’abuso di ufficio il procuratore di Napoli ha spiegato che nella “riforma che si sta facendo, si sta neutralizzando la possibilità da parte della Corte dei conti di poter fare indagini e di poter dimostrare il danno erariale di pubblici amministratori che hanno male amministrato. Addirittura, si pensa di fare uno sconto del 70% rispetto al danno erariale”.

Nicola Gratteri e Peter Gomez

E ancora: “Non è che la Corte Costituzionale può dire al Parlamento le leggi che deve fare, o se deve introdurre o meno un reato; ma la Corte Costituzionale ha stabilito che si deve. Ed era prevedibile, come hanno commentato autorevoli costituzionalisti”.

“Con le intercettazioni lo Stato ci guadagna, non ci rimette”

Gratteri è poi tornato sulle intercettazioni. “Il Ministro Carlo Nordio, prima ancora che venisse nominato Ministro, aveva detto che le intercettazioni costano troppo, però quando è diventato Ministro, dopo tre mesi, ha firmato il nuovo listino prezzi. Perché lo ha firmato se il costo era alto? I costi sono 170 milioni di euro l’anno. E pensi che ogni giorno, quando si fanno arresti, si sequestrano oro, argento, banconote e macchine di lusso. Questi soldi entrano nel fondo unico della giustizia e quando la sentenza diventa definitiva possono essere spesi. Con le intercettazioni lo Stato ci guadagna, non ci rimette”, ha concluso.

Commenti

Devi fare login per commentare

Accedi

Gli Stati Generali è un progetto di giornalismo partecipativo

Vuoi collaborare ?

Newsletter

Ti sei registrato con successo alla newsletter de Gli Stati Generali, controlla la tua mail per completare la registrazione.