Governo
Ma che cristiana è la nostra Presidente del Consiglio?
“Sono una donna, una cristiana, una madre”: uno slogan forgiato per riassumere, nella sua interezza, l’impronta culturale, etica e politica di Giorgia Meloni. E le ha portato bene, considerato che dal 2022 guida il 68esimo esecutivo della Repubblica Italiana, il primo della XIX legislatura e il quinto più longevo della storia repubblicana. Resta innegabile che i tre sostantivi, in cui il nostro capo del governo si immedesima per autodefinirsi, le siano propri e le appartengono per natura, scelta ideologica-religiosa e per condizione.
La signora Meloni appartiene al genere femminile, professa la religione cristiana, ha una figlia. Ma in che modo e a quale livello spirituale è donna-cristiana-madre? “Per essere una donna devi vestire il cervello di carattere, personalità e coraggio.”, diceva la grande Anna Magnani. E credo si tratti di una definizione che non dispiacerebbe affatto a quelle e a quelli di destra. Ora, al di là di un binarismo di genere, i parametri culturali della moderna società inquadrano la parola “donna” in riferimento a un concetto dinamico nel tempo, dove a emergere e a farsi valere non sono esclusivamente le prerogative cosiddette femminili, ma virtù e talenti di ingente valore messi al servizio della cultura, delle scienze, dell’evoluzione stessa dell’umanità, e, quindi, in soccorso della politica, della pace internazionale, della solidarietà universale.
E, allora, Giorgia sarà una donna, d’accordo, ma è anche l’unica, in Europa, a non aver pronunciato una sola parola sull’etnocidio di Gaza. Niente di niente. Silenzio assoluto, equivoco e, infine, rivelatore della miserabile ambizione di accamparsi alla meno peggio nell’area esclusiva dell’Occidente che conta, dove la sua trascurabile presenza si misura in forniture belliche, utili a sterminare un po’ di donne, madri e bambini palestinesi. Ed è per questo che il suo silenzio è soprattutto abominevole, oltre che calcolato e spregiudicato. Questa donna non governa, obbedisce a Trump, il suo comandante in campo, rendendosi responsabile di un orrore che la storia fisserà come una dei massacri più devastanti, perpetrati dall’uomo nei confronti dei suoi simili.
Giorgia Meloni è una madre, certo, ma lo sono anche quelle donne palestinesi che hanno perso, a migliaia, i loro figli, maciullati dai bombardamenti sionisti; lo erano anche quelle donne che hanno lasciato orfani, ancora a migliaia, i loro piccoli. Una madre è tale a qualsiasi latitudine e in qualsiasi condizione, a maggior ragione in circostanze di disagio, quando è affamata e non ha niente per nutrire, accudire e curare chi è venuto al mondo da lei. Il Presidente del consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana sarà anche madre, e nessuno lo nega, ma non ha avuto un briciolo di pietà per le altre madri che abitano nella striscia del mondo più martoriata.
La maternità non è solo generare figli, ma globale e solidale amore materno, che si diffonde e si perpetua da sempre, in ogni momento e a prescindere da qualsiasi interesse estraneo al sentimento. Ma, questo, con ogni probabilità, è un concetto che non rientra nell’etica filosofale della signora, capo di governo, che è anche una cristiana, per dincibacco! E mentre il mondo comincia a interrogarsi sulla disumanità dei fatti di Gaza, magari pregando che la sofferenza del popolo palestinese abbia fine, lei, da cristiana, resta fedelissima dell’anticristo per antonomasia, Benjamin Netanyahu, criminale condannato dalla Corte Europea, col quale stipula contratti, intese e forniture, in barba alla costituzione su cui ha giurato nel momento di ricevere la carica che ricopre. Abbiamo sentito molte volte questa donna evocare Dio. Ma lo avrà mai ascoltato? Avrà mai agito secondo i suoi principi? Da ateo vocazionista, non certo come credente consumato, mi chiedo a quale specie di cristiana appartenga una persona, che, in qualità di capo del governo di una nazione importante come la nostra, sceglie di stare dalla parte del crimine e trascinare il proprio paese nella quota più funesta e infausta della storia. “Donna-madre-cristiana”: non è che uno slogan nella sua versione più illusoria. Per quanto mi riguarda, Giorgia Meloni è il prototipo di una tendenza, tutta maschile, intenta a esercitare la politica in maniera perversa, atteggiandosi a essere forte con chi è già debole di suo, servile con un potere più alto. Povera patria! Così, per dire.
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