Partiti e politici
Lecornu si dimette dopo dodici ore: crisi politica per la Francia di Macron
Il premier Sébastien Lecornu lascia l’incarico a meno di 24 ore dalla presentazione del governo. Polemiche sulle nomine e mancanza di una maggioranza solida travolgono l’esecutivo. Macron accetta le dimissioni e cerca un successore per evitare nuove elezioni
Il primo ministro francese Sébastien Lecornu ha presentato le sue dimissione al presidente Emmanuel Macron nella mattina del 6 ottobre 2025; l’Eliseo ha reso noto di averle accettate con un comunicato lapidario: «Le Premier ministre a remis la démission de son Gouvernement au Président de la République, qui l’a acceptée». Subito dopo l’annuncio, il presidente del Rassemblement National Jordan Bardella ha chiesto a Macron di sciogliere l’Assemblea Nazionale e convocare nuove elezioni. Una caduta lampo che ha sorpreso l’opinione pubblica e i mercati. La reazione finanziaria è stata rapida: la Borsa di Parigi e il valore dell’euro hanno perso terreno nella seduta mattutina.
Perché Lecornu si è dimesso
La crisi è esplosa nelle 24 ore successive all’annuncio della lista dei ministri da parte di Lecornu: il governo appena formato — presentato il 5 ottobre — è stato duramente criticato da alleati e opposizioni, tanto da rendere l’esecutivo politicamente ingestibile in poche ore. Di conseguenza Lecornu ha scelto di dimettersi prima ancora di tenere il discorso programmatico all’Assemblea nazionale.
La rosa dei ministri è apparsa infatti in larga parte una riconferma dell’esecutivo precedente, segnalando continuità più che rottura — scelta che ha deluso chi chiedeva un rilancio. In particolare, il rientro di figure centrali come Bruno Le Maire ha provocato forti malumori trasversali. Secondo alcune indiscrezioni – scrive il Corriere – i Républicains avrebbero posto il premier Sébastien Lecornu, fedelissimo del presidente Macron, di fronte a un ultimatum: o se ne va Bruno Le Maire, ex ministro delle Finanze richiamato a sorpresa alla Difesa, o ce ne andiamo noi. Dall’altra parte la sinistra (e parti della maggioranza di centrosinistra) preparava mozioni di sfiducia. Questa doppia pressione ha reso impossibile per Lecornu trovare rapidamente un consenso.
Da mesi peraltro la Francia vive una situazione di maggioranza frammentata dopo l’ultima tornata elettorale; ogni nuovo esecutivo è esposto al rischio di caduta se non costruisce immediatamente alleanze solide per l’approvazione del bilancio 2026. Inoltre, le difficoltà sul fabbisogno e sulle misure di risanamento hanno aumentato la tensione politica.
Cosa cambia ora in Francia
L’Eliseo ha confermato l’accettazione delle dimissioni ma non ha indicato al momento un successore. Secondo le procedure costituzionali, il presidente Macron dovrà nominare un nuovo primo ministro (o chiedere a Lecornu di rimanere in carica per gli affari correnti fino alla nomina di un successore). Sul piano politico, le opzioni sono limitate: Macron può tentare un nuovo governo di coalizione più inclusivo, oppure — se la crisi si aggrava — potrebbe riproporsi lo spettro di elezioni anticipate, spinto dalle opposizioni (incluso il Rassemblement National) che già invocano uno scioglimento dell’Assemblea.
Che peso ha questa crisi per Macron
La successione rapidissima di primi ministri nelle ultime stagioni mette in luce la debolezza della maggioranza presidenziale e la difficoltà di Macron a tradurre scelte politiche in stabilità parlamentare. La caduta di Lecornu aumenta la pressione sul presidente a trovare una figura in grado di mediare fra i gruppi e, soprattutto, di portare avanti il difficile negoziato sul bilancio 2026. Gli osservatori sottolineano inoltre il rischio politico-elettorale: perdere ulteriore fiducia nell’esecutivo può favorire il consenso verso forze populiste e di opposizione.
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