L’Italia sarà mai pronta per un presidente della Repubblica di destra?
Ho poca simpatia per la destra in generale, e soprattutto per la destra illiberale o, peggio, finta liberale che abbiamo imparato a conoscere in Italia. Eppure fa un certo effetto vedere come in questi giorni di furioso toto Quirinale non ci sia nemmeno un esponente di destra che abbia una seppur minima chance di salire al Colle. Non solo non c’è nessuno che abbia vere possibilità, ma non c’è nemmeno un nome inserito nella rosa dei papabili.
Fa un po’ strano tutto ciò, se non altro perché ormai la destra italiana è protagonista della politica da più di vent’anni, alcuni dei suoi principali esponenti sono dei “grandi vecchi” (o quasi) e perché nel complesso in Italia la parola “destra” da tempo non è più una parolaccia, è anzi diventata per molti una bandiera da sventolare con orgoglio; anche da parte di chi con il fascismo non ha mai avuto nulla a che fare.
Eppure questo non ha portato a nulla per quanto riguarda la più alta carica dello Stato. L’unico nome che ogni tanto viene pronunciato è quello di Gianni Letta; uno che – con tutto il rispetto – in politica ha fatto praticamente sempre e solo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio quando Berlusconi era premier. Non un curriculum così importante.
Si sa, quando viene nominato Gianni Letta in verità quello che si sta dicendo è: “Non abbiamo un nome vero e proprio, fate voi delle proposte”. E d’altra parte è proprio così, la destra dell’emiciclo non ha veri candidati da proporre, non c’è nessun nome che potrebbe mai salire al Colle – oggi come oggi – con una provenienza che sia Forza Italia, l’ex Alleanza Nazionale, la Lega Nord, l’Udc e tutti gli altri partiti che nella seconda Repubblica hanno gravitato attorno a Berlusconi.
E così non si potrà rompere un nuovo tabù: dopo il primo presidente ex comunista non sarà possibile avere il primo presidente di destra; per la incapacità cronica di quella parte dello schieramento politico di costruire, nel corso degli anni, una classe dirigente degna di questo nome che non si limitasse a uno stuolo di yes men che stesse dietro a Berlusconi o che, in altri casi, non fosse semplicemente impresentabile come figura di garanzia super partes.
C’è una sola eccezione a questo panorama abbastanza desolato di personalità di destra: Gianfranco Fini. Primo presidente della Camera di provenienza fascista, autore della storica svolta di Fiuggi con cui ha portato la sua generazione di giovani missini a diventare protagonista della vita politica della Seconda Repubblica, per lungo tempo è sembrato essere il candidato ideale per rompere il tabù e chiudere simbolicamente il capitolo del ventennio fascista.
Ma sappiamo tutti com’è andata a finire, con la devastante sconfitta politica nello scontro con il Cavaliere a cui è seguito il flop tremendo di Futuro e Libertà e dell’improbabile Terzo Polo. Il vento in poppa che per un certo periodo sembrava trascinarlo ha finito per portarlo dritto dritto in un dimenticatoio da cui sembra avere ben poche chance di uscire.
E così, anche quello che per un certo periodo è sembrato essere l’unico uomo di destra in grado di salire al Quirinale ha dovuto dire addio a ogni chance, prima ancora che la possibilità si facesse concreta. Gli uomini di destra, ex fascisti compresi, dovranno rassegnarsi, con tutta probabilità, a vedere un secondo ex comunista presidente della Repubblica. E la colpa, sia chiaro, è solamente loro.
p.s. Nella storia, si potrebbe dire, qualche presidente di destra c’è stato. Qualcuno potrebbe, per esempio, fare il nome di Luigi Einaudi o Francesco Cossiga (giusto per dirne due). Nel primo caso, però, è difficile etichettare come “di destra” un liberale vero e proprio, soprattutto se si pensa alla destra di oggi; nel secondo caso, certo, per molti versi Cossiga è stato un uomo di destra e anche anticipatore di alcune istanze della destra di oggi, ciononostante il suo partito è ovviamente sempre stato la Democrazia Cristiana, che si è sempre mossa nel cattolicesimo di centro con, semmai, tendenze più sociali o più spostate a destra.
Un commento
Devi fare per commentare, è semplice e veloce.
bisognerebbe girare la domanda: perché la destra non è mai pronta a offrire un nome candidabile? L’attuale assenza di esponenti di estrazione chiaramente conservatrice dalla contesa è dovuta al fatto che da un paio d’anni i soggetti politici più esplicitamente orientati a destra, ovvero quelli che dovrebbero esprimere un candidato del genere nell’assemblea elettorale, si sono rintanati nel populismo più ignorante e aggressivo. Ché questa è la piattaforma di Forza Italia e della Lega. In precedenza, la concentrazione del capitale di consenso delle varie anime della destra nel supporto a Berlusconi le ha sempre in qualche misura esaurite, impedendo loro di partecipare seriamente alla “costruzione” di un nome che non fosse quello celato dietro la volontà mai pienamente confessata eppure piuttosto evidente, ovvero portare al Quirinale lo stesso B. (e ripararlo così dalle tempeste giudiziarie) con un colpo di maggioranza che per puro caso non è mai stato possibile.
A questo occorre poi aggiungere la difficoltà a individuare con la stessa sicurezza della controparte una “destra” in Italia nel sistema repubblicano classico, quello pre-1992. Le incertezze del post-scriptum hanno origine proprio da questo aspetto.