Isis: il petrolio è solo una voce del Pil, le vere fonti di reddito sono altre

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8 Dicembre 2015

Come si finanzia il Califfato? Secondo uno studio dell’IHS (Informazioni Handling Services), società leader di informazioni e analisi, nel 2015 lo Stato islamico ha avuto un “Pil” mensile di 80 milioni di dollari. Il reddito dell’Is deriva per circa la metà da imposte e dalla confisca di imprese nel territorio controllato dall’esercito di Al Baghdadi,  il 43% dal petrolio.

Lo studio è stato pubblicato ieri, il primo a darne la notizia è stato il Jerusalem Post, mentre solo oggi è stata rilanciata in Italia dalle agenzie.

“A differenza di al-Qaeda, lo Stato islamico ha scelto di non essere dipendente dal denaro da donatori stranieri, in modo da evitare di lasciarsi influenzare da elementi esterni “, ha detto Columb Strack, analista senior di IHS Conflict Monitor.

“La nostra analisi”, ha aggiunto, “indica che il valore delle donazioni esterne per Stato islamico è minima rispetto ad altre fonti di reddito.”

Lo Stato islamico ha almeno sei principali fonti di reddito: la produzione e il contrabbando di petrolio e gas; la tassazione sui profitti di tutte le attività commerciali allocate in zone sotto il suo controllo; la confisca delle terre e delle proprietà; il traffico di droga e antichità; le attività criminali come le rapine in banca e i sequestri di persona a scopo di estorsione”.

“Una delle principali fonti di di reddito proviene dalla tassazione sulle attività economiche e servizi di base, compresa l’energia elettrica, le reti di telefonia mobile, l’accesso a Internet, la vendita al dettaglio, industria e agricoltura, all’interno del territorio che controlla,” ha aggiunto Ludovico Carlino, un altro senior analyst di IHS.

“Fanno pagare una tassa del 20% su tutti i servizi. Il suo modello di business, che è fortemente concentrato su intermediazione e pretesa di percentuali, significa he lo Stato islamico è in grado di trarre profitti anche da aree e settori in cui non è coinvolta direttamente”, ha aggiunto ancora Carlino.

Nel frattempo, un documento dell’Isis, ripreso ieri dal Guardian, rivela che il Califfato ha un piano preciso su come costruire e gestire il suo Stato. Il documento di 24 pagine, scritto lo scorso anno, contiene la previsione di come condurre le relazioni estere, la propaganda e le operazioni del settore petrolifero. Le pagine rivelano anche i piani del gruppo terrorista per la formazione di nuovi combattenti, tra cui i bambini, e un “commento dettagliato sulle tecnologie” del nemico e di come “i combattenti dell’Isis possono sfruttarle”.

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CAT: Questione islamica

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