Correva l’anno…

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24 Gennaio 2024

Emerso in Italia nel periodo tra le due guerre mondiali, il Fascismo, derivante dalla parola “fascio” – a ricordo simbolico di un fascio di verghe legate intorno a un’ascia, antica icona romana associata all’autorità e al potere – prende avvio alla fine del 1914 con la fondazione, da parte dell’allora giornalista Benito Mussolini, direttore dell’Avanti!. Il cosiddetto ventennio, intercorre dal 31 ottobre 1922, sino alla fine del regime, avvenuta formalmente con la caduta di Mussolini il 25 luglio 1943. A seguito del primo evento bellico mondiale, in Italia cominciavano ad emergere disoccupazione e instabilità economica: movimenti politici e sociali , spesso guidati da reduci di guerra, iniziarono a manifestare il proprio malcontento. Mussolini, con la prima grande azione di massa, “la Marcia su Roma” , venne nominato come Primo Ministro da parte del re Vittorio Emanuele III; da allora si insediò un regime totalitario,  il partito aveva il controllo totale dello Stato e, in qualità di leader forte, orientò l’Italia verso la produzione di materiali bellici, sino a quando stabilì stretti legami con il regime nazista in Germania di Adolf Hitler.

Il Fascismo italiano ebbe un impatto significativo sulla storia del Paese, caratterizzata da numerosi aspetti controversi e problematici: gravi violazioni dei diritti umani, la restrizioni delle libertà civili, la repressione politica,  il coinvolgimento in aggressioni belliche. Tuttavia, nel contesto dei gravi aspetti negativi, in uno sforzo, alcuni aspetti del regime potrebbero considerarsi positivi: una certa stabilità politica e sociale in Italia, che era stata segnata da instabilità e tensioni politiche, ricordare i progetti in termini di sviluppo infrastrutturale, come la costruzione di strade, ponti e edifici pubblici, il Fascismo promosse l’idea di valori tradizionali, come la famiglia, la sanità dei costumi e l’amor patriae.  In un più ampio programma di sviluppo economico e di trasformazione della società, promosso dal regime fascista – progetti spesso utilizzati come strumento di propaganda per enfatizzare i presunti successi del regime e per consolidare il consenso politico e l’opinione pubblica –  la “bonifica fondiaria” venne allora intrapresa con l’obiettivo di migliorare la qualità del suolo, combattere le malattie trasmesse da insetti – la malaria – e la trasformazione di aree impaludate per favorire la produttività agricola.

Andando a ritroso nel tempo, già nel lontano 1878, quando Mussolini non era ancora nato, il Senatore Luigi Torelli, membro della Commissione Parlamentare, ebbe il compito di esaminare le condizioni sanitarie del Paese. Nel compilare la carta della Malaria dell’Italia, battezzata poi carta della desolazione, all’interno delle regioni del Sud, la Basilicata presentava una delle forme malariche più gravi e omicide, la stessa malaria ricordata nella sua celebre poesia “Lucania” di Mario Trufelli : “

Di qui le mandrie migrano

con l’autunno avanzato

per la piana delle marine

tuffando i passi nelle paludi.

Di qui è passata la malaria

per le stazioncine sul Basento

squallide, segnate d’oleandri.

Tornando al presente ricordo del Fascismo, si parla oggi più dei sui ricordi storici, quasi ad immaginare un suo ritorno come lo abbiamo conosciuto attraverso libri di storia e documentari TV, con un’Italia attraversata non tanto da squadre armate di manganello e olio di ricino, con un Paese preso in ostaggio da folle di fanatici col fez e la camicia nera, oppure da più moderni naziskin dai capelli rasati e dalle enormi svastiche tatuate sul braccio, ma immagini TV hanno mostrato schiere di nostalgici in atto di saluto romano a ricordo del Duce. L’inneggiare al Fascismo è un fenomeno che continua a dilagare sollevando domande sulle ragioni dietro tale adesione e quale sia il reale richiamo verso le sue spregiudicate credenze…la storia ha dimostrato le devastanti conseguenze delle politiche fasciste ed è inaccettabile qualsiasi appoggio a tali idee. Fattori socio-economici e culturali possono giocare un ruolo determinante: discontento economico in primis e diversità di opinione politica, possono alimentare simpatie verso movimenti autoritari. Il rischio di un ritorno verso regimi totalitari fortunatamente non si profila e seppur fossero presenti retaggi del passato, ciò che si definisce Fascismo oggi non ha continuità col triste ricordo passato, neppure quando nel lontano 1946 Giorgio Almirante fondò il Movimento Sociale Italiano (MSI) il cui acronimo, per tutti i suoi membri, significava “Mussolini Sei Immortale”.

In Europa ascoltiamo spesso il dilagare di partiti che sostengono ideologie xenofobe e discriminatorie, escludenti tutto ciò che è diverso, bisogna ammettere che l’etichetta di fascisti è più volte rispolverata ma non bisogna riprendere ad intossicarci dal ricordo mortifero del veleno fascista. Abbiamo assistito ad immagini TV all’iniziativa, ad Acca Larentia, di alcuni militanti dell’estrema destra che, come da tradizione, hanno celebrato con saluto romano i tre ragazzi del Fronte della Gioventù, uccisi il 7 gennaio 1978 davanti alla sede del Msi. Forse in modo subdolo o come in quest’ultimo evento, sono ancora presenti movimenti che si richiamano esplicitamente alle adunate del ventennio, magari c’è chi, pur non facendone esplicito richiamo, simpatizza con l’ideologia fascista, tuttavia, il modus operandi che ritorna, fa rabbrividire nella fierezza delle braccia tese, ma si può intendere come l’ideologia fanatica di un plotone di ragazzi vicendevolmente esagitati ma “liberi di manifestare”.

Perché sebbene l’articolo XII della Costituzione cita: “ E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”, il saluto romano è a tutti gli effetti una libertà di espressione. Se talvolta tornano al centro del dibattito pubblico sentenze di tribunali che assolvono o condannano persone che fanno il saluto fascista in luoghi pubblici, i verdetti dei giudizi si basano sull’applicazione delle due leggi Scelba e Mancino, che rispettivamente puniscono l’apologia di fascismo e l’incitamento all’odio e alla violenza. Ad oggi la Corte di Cassazione ha dichiaratamente aggiornato che :”Il braccio teso non è reato nelle manifestazioni commemorative , lo diventa se sono presenti atti concreti di ricostituzione del Partito fascista”. Ma del Fascismo bisogna ricordare , anche grandi intellettuali oltre a scienziati e premi Nobel che furono inizialmente ferventi ammiratori del regime mussoliniano, cambiando in seguito opinione: Luigi Pirandello, Ezra Pound, Guglielmo Marconi, Giovanni Gentile, Filippo Tommaso Marinetti e Gabriele D’Annunzio.

Le scelte scellerate di quel periodo storico, gli effetti deleteri e indesiderati, le iniziative criminose non torneranno ma tornano le accuse dinanzi ad eventi che dividono le attuali fazioni politiche verso eventi che rispecchiano le molte sfumature e le dinamiche complesse che caratterizzano da lontano il periodo fascista in Italia. E se la premier Giorgia Meloni ha taciuto prendendo le distanze dall’adunata, la segretaria del Pd, Elly Schlein, è passata all’attacco lanciando in modo poco convincente l’invito a “sciogliere i gruppi neofascisti”. La domanda nasce spontanea: il prossimo avvenire sarà compromesso dal proliferare di gruppi fascisti? Nell’era dei social network si legge sempre più di gruppi estremisti che esistono ed esisteranno, di chi condivide un giudizio positivo su Mussolini e di italiani che pur non essendo fascisti amano le personalità forti. Soprattutto su Internet, fanno presa considerazioni che inducono a riflettere, emulare e distruggere, dilagano fake news con il motto caro ai fascisti: “Dite il falso, ditelo molte volte e diventerà una verità comune”. La storiografia ha indagato il Fascismo e la figura di Mussolini in tutti i suoi dettagli e continuerà a farlo, considerando il Duce come tutt’altro che un uomo di specchiata onestà, ma ciò che nel nostalgico andirivieni di ricordi del passato regime e fuori dal chiacchiericcio sguaiato dei social una cosa è certa: ripetuta a mò di barzelletta dal mitico Totò, ancora oggi nelle piccole realtà di paese, con l’orologio alla mano, in ansiosa attesa alla stazione, il ricordo va da sé: I TRENI ARRIVAVANO IN ORARIO!

TAG: attualità
CAT: Questioni di genere, Storia

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