Eppur si muove… chiesa cattolica e omosessualità

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1 Dicembre 2021

Nel 2014, alle soglie del Sinodo per la famiglia, la casa editrice Cittadella pubblicò un libro[1] che voleva fare il punto su una questione che nella chiesa cattolica è assai controversa: l’amore omosessuale.

L’intento, pienamente raggiunto, era quello di offrire una panoramica sistematica della questione dal punto di vista psicologico, teologico e pastorale.

Nell’introduzione veniva tracciato anche un bilancio della produzione editoriale fino a quel momento.

«…dopo tutto quello che è stato scritto (e si continua a scrivere) sull’omosessualità, in ambito di teologia morale e non solo, ha senso scrivere ancora? Dell’omosessualità se ne parla praticamente ovunque e in tutti i termini, ma spesso con superficialità e un’incompetenza che rasentano il ridicolo…Per non parlare dei clichè e delle approssimazioni logiche e fenomenologiche che imperversano in questi scritti. Inoltre, più ci si addentra nella selva di pubblicazioni, più lo sconforto aumenta: si ha subito l’impressione che si siano davvero create delle autostrade di pubblicistica che non si sfiorano, non si interrogano, non si correggono a vicenda. Ci si ignora, semplicemente, continuando a riproporre vecchi stereotipi (scientifici e teologici)…».

Una produzione di pensiero certo limitata dai divieti e dalle prese di posizione perentorie del magistero, che fanno concludere ai due autori di essere di fronte ad un «dibattito in regresso».

Va davvero considerato come un grande passo avanti il libro[2] di don Aristide Fumagalli dal titolo già rivelativo: un amore possibile.

L’autore vanta una vasto elenco di titoli in tema di teologia morale, materia di cui è insegnante da anni presso il seminario della diocesi di Milano.

Il suo obiettivo è dichiarato: «L’attuale dottrina della chiesa sull’omosessualità…non è un monolite fissato una volta per tutte. Essa, come tutta la dottrina della chiesa, è piuttosto paragonabile a un edificio, come lo sono molti templi e chiese, che viene ristrutturato per meglio corrispondere al suo senso e alla sua funzione nel corso della storia…l’attuale questione dell’amore omosessuale…non è affrontabile cercando nel solo passato dottrinale la soluzione ma esige una verifica delle soluzioni passate in rapporto al presente e richiede il suo eventuale sviluppo in obbedienza a ciò che lo Spirito va oggi dicendo alla Chiesa».

Il libro ha una prefazione molto empatica del vescovo di Albano Mons. Semeraro: «è molto importante l’impegno col quale in questo volume cerca di capire in che misura i due pilastri della dottrina circa la sessualità e il matrimonio: la finalità procreativa e il rapporto sessuale entro la polarità maschile-femminile, sono applicabili alla condizione omosessuale. Questo saggio ha il grande pregio di affrontare con coraggio un tema di seria urgenza pastorale e lo fa con attento ascolto delle realtà vissute dalle persone omosessuali, con rigore scientifico, recuperando e rileggendo quello che la tradizione della Chiesa ha elaborato. Non manca neppure il confronto con le acquisizioni più recenti in ambito di omosessualità»[3].

Certo chi ha un po’ di memoria della storia della teologia morale insegnata nel seminario di Milano, non può non ricordare la dolorosa vicenda di don Ambrogio Valsecchi, un predecessore di don Fumagalli, allontanato dall’insegnamento alla fine degli anni ‘60 e giudicato “estremamente pericoloso” per la sua pubblicazione “Nuove vie dell’etica sessuale”(1972)[4] in cui cercava un rinnovamento del magistero.

Davvero la traiettoria rivista a distanza di anni, fa dichiarare con convinzione: eppur si muove…

[1] Beatrice Brogliato e Damiano Migliorini, L’amore omosessuale. Saggi di psicanalisi, teologia e pastorale. In dialogo per una nuova sintesi, Cittadella
[2] Aristide Fumagalli, L’amore possibile. Persone omosessuali e morale cristiana, Cittadella
[3] Avvenire, Intervista a Mons. Semeraro 14 ottobre 2020
[4] Il libro è in vendita e disponibile presso l’editrice Queriniana

TAG: lgbtq, morale sessuale cristiana, omosessualità
CAT: Questioni di genere, Teologia

3 Commenti

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  1. andrea-lenzi 2 anni fa

    Ma perché complicare un affare semplice?
    Senza la superstizione religiosa saremmo tutti esseri umani, mentre con la religione: le donne sono inferiori, i gay abominevoli e i non credenti sono eretici, la maternità sutrrogata e l’eutanasia sono impedite et cetera. LA SOLUZIONE è CHIARA E SOTTO GLI OCCHI: OCCORRE CHIAMARE LA SUPERSTIZIONE COL SUO NOME E TOGLIERLA DA SCUOLE ED OSPEDALI, DOVE CI SONO I + INFLUENZABILI. COSì SARà FINALMENTE RISPETTATA LA LAICITà ED I PROBLEMI SVANIRANNO

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  2. andrea-lenzi 2 anni fa

    NOTA: la bibbia, che è L’UNICA fonte della superstizione cattolica, è incivile e parla chiaro; quindi, chi è vero credente a quella superstizione non può non essere omofobo, maschilista ed intollerante verso i non credenti, come difatti accade da 2000 anni. IL PUNTO è CHE LA SUPERSTIZIONE RELIGIOSA NON SERVE AD ESSERE PERSONE MIGLIORI ED è UNA SEMPLICE INVENZIONE UMANA PER CONTROLLARE ALTRI, CHE PERò CREA PROBLEMI CONTINUI ALLA SOCIETà CIVILE. TENERLA IN VITA E RISPETTARLA è UNA COSA STUPIDA E DANNOSA

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  3. andrea-lenzi 2 anni fa

    Ogni “apertura” della chiesa cattolica è tale verso problemi che essa stessa ha creato. che altro c’è bisogno di capire che la laicità è L’UNICO MEZZO PER VIVERE INSIEME IN PACE?

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