Letteratura
Cantami o Diva, il giallo nel mondo della Lirica di Massimo Crispi
Con Cantami o Diva, Massimo Crispi, figura di spicco della critica musicale, cantante lirico e apprezzato giornalista, non si limita a scrivere un romanzo, ma orchestra un’opera letteraria a tutto tondo. Grazie alla sua profonda conoscenza del mestiere, ci conduce nel cuore luminoso e inquieto del mondo dell’opera lirica, un universo dove il talento convive con l’ambizione, e la bellezza della musica fa da contrappunto alle ombre del potere.
La penna di Crispi è quella di un musicista: non c’è una nota fuori posto. Lo stile è intenso e scenico, alternando la vivacità degli aneddoti di palcoscenico, che conferiscono autenticità alla narrazione, a momenti di profonda riflessione sul prezzo della grandezza. La musica stessa funge da colonna sonora e da specchio delle vicende, trasformando le arie più celebri in metafore di verità e inganno.
Cantami o Diva si apre con la morte improvvisa della celebre cantante Emma Ricci, diva assoluta delle scene, simbolo di perfezione artistica e fragilità umana, per poi percorrere a ritroso gli eventi che avevano indotto la rigorosa procuratrice Maria Giovanna Cannavò e il suo melomane assistente, Bepi Squizzato, ad indagare sulle verità nascoste dietro un mito e a scoprire un intreccio di segreti, passioni e tradimenti che travalicano il palcoscenico. È in questa coppia investigativa che Crispi innesta la sua vena ironica e sagace, alleggerendo la cupezza del noir senza mai sminuirne la serietà di fondo. L’inchiesta diventa un’autentica dissezione anatomica del potere culturale. Le trame svelate non riguardano solo l’amore o la gelosia da camerino, ma si estendono vertiginosamente a toccare gli intrecci più scomodi: società segrete, politica e istituti religiosi utilizzati come schermo per deviazioni finanziarie. Il mondo dell’opera diventa così un microsistema perfetto per raccontare le corruzioni e le ipocrisie del Paese intero.
Crispi costruisce una trama densa, in cui il fascino del teatro lirico diventa specchio della vita stessa. «Ogni voce è una maschera, ogni applauso una promessa», sembra suggerire il romanzo, ricordandoci che la ribalta, spesso, è solo un’illusione. La scrittura è elegante, armoniosa, intessuta di termini e atmosfere musicali che rendono la lettura un’esperienza sensoriale. Il ritmo è misurato, ma mai lento; la tensione cresce come in un crescendo d’orchestra, fino al colpo di scena finale, intenso e poetico insieme.
La sensibilità dell’autore, il suo amore per la musica, è palpabile. La morte della Diva è metafora della morte della musica, gli eventi che seguono sono riflessioni sull’arte e sulla sua fragilità, sul prezzo della fama e sulla ricerca della verità in un mondo dove tutto è messa in scena, mentre la musica coinvolge le indagini per risorgere.
Cantami o Diva è un romanzo raffinato, scritto con orecchio e cuore, che riesce a unire intrigo e lirismo in un equilibrio raro e ciò che tiene il lettore incollato non è solo il mistero, ma l’attesa di vedere come l’autore risolverà la tensione fra l’arte sublime e la meschinità umana che la circonda.
Cantami o Diva si impone come un romanzo stratificato: è un divertissement per gli amanti del giallo, una miniera di insight per i melomani e, soprattutto, un lucido e sferzante pamphlet sull’incrocio tra arte, denaro e potere. Da leggere assolutamente.

Devi fare login per commentare
Accedi