Storia

Il dramma del 1° dicembre 1948: la soppressione della Chiesa greco-cattolica

5 Dicembre 2025

Il 1° dicembre è, per la Romania, il giorno dell’Unità nazionale: una data che richiama libertà, identità e speranza. Ma nella storia recente del Paese, quella stessa giornata si è caricata di un significato opposto. Il 1° dicembre 1948 il regime comunista decise infatti di “liquidare” la Chiesa greco-cattolica, segnando uno dei momenti più bui per la libertà religiosa.

Un gesto politico, non religioso

La soppressione non aveva nulla di teologico. Fu un atto politico, pensato per eliminare un’istituzione ritenuta troppo indipendente e troppo legata a Roma, ma anche profondamente radicata nella cultura nazionale, soprattutto in Transilvania. Per il regime, la Chiesa greco-cattolica rappresentava un punto di riferimento culturale e spirituale impossibile da controllare.

Con un decreto autoritario, venne sciolta e i suoi beni trasferiti alla Chiesa ortodossa, che in quegli anni subiva a sua volta l’ingerenza diretta dello Stato.

Repressione e clandestinità

Il clero greco-cattolico reagì con fermezza. Vescovi e sacerdoti si rifiutarono di accettare l’unificazione forzata, pagando la loro fedeltà con arresti, processi sommari, carcerazione e isolamento. Anche i laici che continuarono a praticare la loro fede furono sorvegliati e intimiditi.

Nonostante tutto, la Chiesa greco-cattolica non scomparve: sopravvisse nella clandestinità, nelle case dei fedeli, nelle celebrazioni segrete, in una rete silenziosa di resistenza che mantenne viva la sua eredità spirituale.

La figura luminosa di Iuliu Hossu

Tra i protagonisti di questa stagione tragica spicca il vescovo Iuliu Hossu, colui che nel 1918 aveva proclamato l’Unione di Alba Iulia. Nel 1948 rifiutò di abiurare la propria fede, pur sapendo di andare incontro alla prigionia. Le sue parole sono rimaste un simbolo di dignità:

“La mia fede è la mia patria.”

Morì nel 1970 senza poter vedere la rinascita della sua Chiesa, ma con la serenità di aver compiuto il proprio dovere.

Un’eredità che interpella ancora oggi

Il 1° dicembre 1948 rimane una ferita nella memoria nazionale, ma anche un monito: non può esistere libertà politica senza libertà spirituale. Dopo il 1989 la Chiesa greco-cattolica è riemersa alla luce del sole, portando con sé la memoria della persecuzione e la forza della sua testimonianza.

La sua storia ricorda che la libertà non è mai scontata e che la dignità umana merita di essere difesa, sempre.

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