In ricordo di Felice Maritano

Storia

In ricordo del Carabiniere Felice Maritano

19 Ottobre 2025

In un tempo in cui il senso del dovere e del sacrificio sembra smarrito tra l’indifferenza e la fretta del vivere quotidiano, sento il bisogno di ricordare la figura di un uomo che ha servito il nostro Paese con coraggio, dedizione e silenziosa grandezza: il Maresciallo Maggiore dei Carabinieri Felice Maritano.

Il suo nome, oggi è  forse poco conosciuto al grande pubblico, ma  merita di essere pronunciato con rispetto e gratitudine. Maritano fu un uomo che attraversò alcuni dei momenti più drammatici della nostra storia, restando sempre fedele ai valori della Patria e dell’Arma. Combatté nella guerra dei Balcani come giovane Carabiniere, distinguendosi per il suo valore e per la sua umanità. In quella campagna ricevette importanti riconoscimenti, tra cui la promozione sul campo e una Croce di Guerra al valor militare. Dopo l’8 settembre 1943, come tanti altri militari italiani, rifiutò di giurare fedeltà alla Repubblica di Salò e venne internato in Germania, dove sopportò la durezza della prigionia con dignità e spirito di resistenza.

Al termine del conflitto, tornò in Italia e continuò a servire nell’Arma dei Carabinieri, scalando i gradi fino a diventare Maresciallo Maggiore. Avrebbe potuto, giunto al termine di una carriera lunga e onorata, godersi un meritato riposo. Ma il suo senso del dovere non glielo permise. Scelse di restare in servizio e di entrare a far parte del Nucleo Investigativo creato dal Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, dedicato alla lotta contro il terrorismo che, negli anni Settanta, insanguinava il Paese.

Fu in quel contesto, complesso e pericoloso, che Felice Maritano diede ancora una volta prova della sua competenza e del suo coraggio. Contribuì in modo decisivo ai primi successi del Nucleo: all’arresto dei terroristi Carnelutti e Sabatino, alla scoperta del covo dove si nascondevano Renato Curcio e Alberto Franceschini, fondatori delle Brigate Rosse, e all’operazione che portò alla disfatta della colonna lodigiana della stessa organizzazione.

Il 15 ottobre 1974, durante l’operazione a Robbiano di Mediglia, nei pressi di Milano, il Nucleo speciale dei Carabinieri individuò un covo brigatista. L’appartamento, inizialmente vuoto, fu posto sotto sorveglianza. All’interno furono trovate armi, esplosivi, documenti falsi e materiali d’indagine di grande interesse, tra cui elementi legati al rapimento del giudice Sossi. Durante la notte, i militari si prepararono a fronteggiare il ritorno dei terroristi.

Il Maresciallo Maritano, nonostante non fosse di turno, insistette per restare a dare supporto ai colleghi più giovani, come faceva sempre. Alle 21.30 partecipò alla cattura di un brigatista armato; poi, alle 3.20 del mattino, si trovò di fronte a un altro militante, Roberto Ognibene, che cercò di fuggire sparando contro i Carabinieri. I proiettili del terrorista colpirono Maritano, ma egli non si fermò: ferito, continuò a inseguire l’assalitore lungo le scale, sparando con la mano insanguinata e appoggiandosi al muro per non cadere. Riuscì a neutralizzare Ognibene, ma le ferite si rivelarono mortali. Poco dopo, morì durante il trasporto in ospedale. Le sue ultime parole furono un’esortazione ai colleghi: “Catturatelo!”.

Felice Maritano aveva 55 anni. Morì come aveva vissuto: da Carabiniere, da servitore dello Stato, da uomo che non si è mai voltato dall’altra parte.

Oggi, a distanza di decenni, la sua figura resta un esempio luminoso di coraggio, lealtà e dedizione. In un’Italia spesso distratta e incline a dimenticare i suoi eroi silenziosi, ricordare Felice Maritano significa riaffermare che il sacrificio di chi ha servito lo Stato con onore non deve mai essere cancellato dal tempo.

Le istituzioni e la collettività dovrebbero trarre ispirazione da uomini come lui: fedeli fino all’estremo, animati da un senso di giustizia che andava oltre l’obbedienza, fondato su un profondo amore per la vita, per la verità e per il prossimo.

Il suo nome merita di essere tramandato nelle scuole, nelle caserme, nelle piazze d’Italia. Perché la libertà che oggi viviamo è anche frutto di quel gesto eroico, di quella scelta di restare, di non arretrare davanti al male.

Onore al Maresciallo Maggiore Felice Maritano, esempio di valore e di umanità. Un esempio, non solo per l’Arma dei Carabinieri ma per tutti coloro che vogliono o servono lo Stato.

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