
Cronaca
Una pace disarmata, disarmante. E un male che non prevarrà.
Papa Leone XIV inizia con una resa, non con un proclama: “Una pace disarmata e disarmante. E il male non prevarrà.”
Una leadership che non si impone, ma si offre. Un gesto che spiazza e insegna a ogni leader oggi.
Non sappiamo ancora che Papa sarà Leone XIV.
Non conosciamo le sue scelte future, le riforme che tenterà, i muri che proverà ad abbattere, né quelli che deciderà di lasciare in piedi.
Ma abbiamo ascoltato il suo primo passo. E, a volte, è dal primo passo che si intuisce la direzione.
“Una pace disarmata e disarmante. E il male non prevarrà.”
Nessuna chiamata alla lotta, nessuna promessa di forza, nessuna rivendicazione di potere.
Solo la scelta di arrendersi. Di disarmarsi. Di rinunciare al linguaggio della conquista, perfino in un momento in cui ogni riflettore del mondo è puntato su di te.
È un gesto audace. Perché la resa, nel linguaggio della politica e della leadership, è ancora oggi sinonimo di debolezza.
E invece qui diventa un codice. Una chiave. Una dichiarazione simbolica potentissima: non sarò un papa di trincea.
E, implicitamente: non combatterò per vincere. Ma per non alimentare l’invisibile filiera del dominio, che è il vero motore del male.
In un’epoca che premia chi sa “imporsi”, chi sa “mostrare i muscoli”, chi costruisce rilevanza con la pressione, e influenza con la potenza, l’idea di leadership che emerge da queste parole è radicalmente opposta.
Non è una leadership che si afferma. È una leadership che si offre.
Non impone visioni. Espone una fragilità scelta, una distanza dalle logiche della paura e della prestazione.
E così facendo, genera un effetto profondo: non conquista la scena, ma cambia la luce che la illumina.
Chi guida oggi—nelle imprese, nelle istituzioni, nei movimenti—può imparare da questo momento.
Perché non si tratta di imitare il gesto, ma di coglierne il senso:
che c’è una forza più grande del controllo, ed è la fiducia;
che c’è un potere più generativo del comando, ed è il coraggio di farsi vedere senza corazza.
Leone XIV ha iniziato il suo cammino senza proclami.
Solo con parole che sembrano venire da un altro tempo. E che invece ci parlano, potentemente, del nostro.
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