Mondo
Zohran Mamdani: l'”uragano che sorride” si scarica sulla “Grande Mela” per liberarla
In attesa dei miracoli dei funghi trumpiani (allucinogeni) sull’Empire State Building
Zohran Mamdani “socialista democratico” ex-rapper, ha dimezzato l’astensionismo raccogliendo una nuova fiducia dal “popolo multicolore” di New York” nonostante Trump. Figlio di immigrati, mussulmano, arrivato a 7 anni dall’ Uganda ritorna a dare voce agli immigrati per una nuova dignità di cittadinanza della “città moderna per eccellenza” con servizi sanitari accessibili, acquisti alimentari egualitari (supermercati comunitari come il nostro banco alimentare), affitti calmierati e trasporti (selettivamente) gratuiti. Tenendo conto che NY ha la popolazione del Belgio e il PIL del Canada e dunque con margini di razionalizzazione robusti nonostante la Spada di Damocle dei fondi federali aggressivamente sguainata da Trump. Saranno realizzabili questi piani? Lo Stato di New York lo consentirà? La Governatrice ha già detto che non si farà ma ha anche vincoli da rispettare. La forza di Mamdani è nella proposta di un “patto di fiducia”, mobilitando i popoli di NY ( non uno solo), e intanto cambia il linguaggio, chiamando “oligarchi” i grandi ricchi di New York. Ricetta per le grandi città del mondo che sarà respinto dal capo degli oligarchi (Trump) definendola (sbrigativamente) “comunista” e minacciandolo di indagini sulla sua “identità migratoria” (arma spuntata contro un cittadino americano da 28 anni) e di tagliare i fondi federali a NY. Eppure, il raddoppio dei votanti sembra anche una “reazione uguale e contraria” a Trump (e al trumpismo d’assalto) che perde consensi anche perché il fuoco dell’inflazione rimane irrisolto e rinfocolato dai dazi, invece che venirne spento come promesso. In attesa di vedere – quando arriverà – la sentenza di (presunta) “illegalità dei dazi” dalla Corte Suprema così come gli effetti del taglio a 40 compagnie aeree che già stanno cancellando centinaia di voli con lo shut down più lungo della storia americana ( 38 giorni) rovesciando le colpe sui democratici per il blocco del paese. Mossa “furba” ma che non ha funzionato viste le difficoltà anche dei repubblicani a Capitol Hill. Ma come finanzierà Mamdani le sue proposte, radicali ma non estremiste? Semplice: aumentando le tasse dei ricchi. Quelli che dichiarano redditi da oltre 1 mil.ne di dollari. All’estremismo fumantino trumpiano (tanto arrogante quanto inefficace e discriminatorio al limite di un “razzismo residuale” viste le espulsioni e deportazione di immigrati senza un processo (spesso con bande di “miliziani” mascherati e incappucciati), Mamdani oppone la calma focalizzata e la concretezza di una offerta politica nuova. Con un progetto vicino alla gente di NY per ricostruire condizioni vitali e civiche di convivenza minima ripartendo dal costo della vita, da affitti calmierati, da assistenza sanitaria “umana” e da trasporti accessibili e gratuiti per i più fragili ed esposti alla frusta dei prezzi della “Grande Mela”, cuore pulsante della più vecchia democrazia del pianeta da 250 anni. Provando a riportarla sulla retta via e alle sue origini di un liberal-socialismo tollerante e operoso, di una integrazione multietnica e multiculturale che hanno fatto degli USA l’arbitro del mondo e una guida economica regolatoria dettata dalle colonne del liberalismo, del merito e della competitività nella coesione fino all’arrivo di Trump, che su NY aveva addirittura tentato la “magia” di puntare su Cuomo per dividere il campo democratico, e rimasto al palo. La NY liberale e social-democratica non è cascata nel tranello infantile (anche perché “supportata” dai Bernie Sanders, Alexandria Ocasio-Cortez e Rashida Tlaib con l’endorsment di Barak Obama) anche perché culla di un multiculturalismo attivo che ne alimenta la sua grande forza di attrazione dei migliori da tutto il mondo, dalle università all’edilizia, dalle start-up innovative ai ristoranti fino agli ospedali. Le proposte di Mamdani “smascherano” i bluff dell’estremismo inconcludente, bulimico e patrimonial-familista di Trump in attesa dei suoi miracoli che dopo 9 mesi ancora scarseggiano come i funghi sull’Empire State Building. Una elezione di Zohran Mamdani che si accompagna a quelle di Abigail Spanberger (ex funzionaria Cia) in Virginia e di Mikie Sherril (pilota militare di elicotteri della Navy) in New Jersey. Due donne e democratiche con profili molto diversi da Mamdani (per formazione, stili di leadership, approcci alla politica, temperamenti di moderazione) ma che evidenziano la potenza multi-etnica/culturale/religiosa di questa America che rimane tra le più zampillanti della sua storia, oltre che del pianeta per il suo melting-pot. Ossia, fuelling che ha finora pompato intelligenze collettive nei suoi molteplici motori di integrazione e di innovazione condivise con inclusione e coesione nella diversità dei migliori, con le quali provare a non dimenticare o escludere nessuno riducendo gli ancora tanti o troppi home-less newyorkesi. Una long tail in entrata in America e a New York e che ne fa il crogiuolo innovativo di crescita e che Mamdani vuole continuare ad allungare per mantenere acceso quel fuoco contro il Trump della “short tail”. Esiti elettorali che “azzoppano” i trionfalismi vuoti di Trump in attesa di mid term, seppur minimizzati da J.D Vance, per l’ennesima volta “fuori bersaglio”. Il messaggio di Mamdani è dunque a tutti i politici sovranisti e nazional-populisti sulle due sponde dell’Atlantico che ….non lo hanno visto arrivare ma che i Maga ammettono di temere anche perché nell’imprevedibilità creativa non lo capiscono !
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